Angelo Colosimo

Dalla Regione arrivano i fondi per i castanicoltori danneggiati dal Cinipide del castagno

2018-12-15 13:39:23

Il Dipartimento Agricoltura e Risorse agroalimentari comunica che sono in arrivo le risorse per i danni causati dal Cinipide del castagno, “Drycosmus Kuriphilus”, nei territori regionali, come riconosciuto da decreto ministeriale del 27/04/2016.Il Dipartimento finanzierà i castanicoltori calabresi che, nel periodo compreso dal 1 gennaio 2014 al 31 dicembre dello stesso anno, hanno subito danni alle produzioni agricole del castagno a causa dell’infestazione dell’insetto nocivo, per i quali il MIPAAFT ha riconosciuto il carattere eccezionale dell’evento.Le risorse stanziate a beneficio degli interventi compensativi per i danni causati da tali avversità ammontano in totale a 68.818,41 Euro, che saranno ripartiti tra le aziende delle province di Cosenza, Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia che hanno subito danni, mentre 12.450,00 Euro sono state trasferite dalla Regione alla Città Metropolitana di Reggio Calabria, che ha il compito di effettuare l’istruttoria delle domande di aiuto presentate dalle aziende ricadenti nella provincia reggina.In particolare, le domande di aiuto ritenute ammissibili dall’istruttoria effettuata dal Dipartimento Agricoltura delle quattro province, sono risultate ventuno.Il Dipartimento Agricoltura specifica che si può richiedere il riesame della propria posizione al competente settore UOT Funzioni Territoriali esclusivamente a mezzo PEC ([email protected]) entro 15 giorni dalla pubblicazione dell’avviso sul portale istituzionale della Regione Calabria.“La Regione Calabria – ha affermato il Consigliere regionale delegato all’Agricoltura Mauro D’Acri – ancora una volta scende in campo a sostegno dei castanicoltori che negli anni passati hanno subito forti penalizzazioni a causa dell’infestazione del Cinipide. Per sostenere i castanicoltori calabrese sono state impiegate le risorse integrative trasferire dal Ministero, relativamente al ‘Prelevamento e riparto integrazioni 2015 e 2015 del Fondo di Solidarietà Nazionale'”.“Per quanto riguarda l’istruttoria delle domande di sostegno pervenute – ha precisato il Dirigente Generale del Dipartimento Agricoltura e Risorse agroalimentari Giacomo Giovinazzo – bisogna dare atto al lavoro svolto dal personale delle UOT Funzioni Territoriali, professionalità che, anche in questo modo, vengono valorizzate dall’amministrazione regionale”.

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Angelo Colosimo

Dolci della tradizione natalizia di Diamante(CS): “Chinole”

2018-12-10 16:16:52

Ho già presentato la scorsa stagione questo tipo di dolce che si trova con nomi diversi in tutta la Calabria. Questo Natale non riproporrò le solite ricette ma ho voluto parlarvi delle “chinole” Diamantine poiché il suo ripieno viene fatto con le castagne e non con i ceci. Partiamo dal ripieno!Ingredienti per la crema del ripieno:500 gr di castagne secche200 gr. di cioccolato fondente3 tazzine di caffèZucchero a piacere assaggiate la crema e aggiungete lo zucchero nella quantità da voi desiderataun bicchierino di liquore Si può personalizzare la ricetta aggiungendo frutta secca tritata tipo nocciole o mandorle,ma in modica quantitàIngredienti per l'impasto :Due mestoli olio e 4 di vino dolce(zibibbo)Una buccia di mandarino o aranciaUna stecca di vanigliaUn kg di farinaCannellaOra vi spiego come lavorare il tutto!Mettete in una pentola antiaderente, le castagne ammollate,cotte e passate con il passaverdura, aggiungere cioccolato la fondente e tutti gli altri ingredienti.Fate cuocere per una mezz'ora circa!questa è la ricetta base io aggiungo nocciole tritate o pistacchi.La crema a base di castagne che dovrà "riposare" una notte.Portare a bollore l'olio e il vino miscelati e mettete la buccia di mandarino,aggiungete la stecca di vaniglia (incisa in senso verticale ) dopo aver raggiunto il bollore lasciatela riposare pochi minuti.Prendete la farina e versatela a fontana sul tavolo, fate un buco con la mano nel centro e versatevi piano piano il composto liquido ancora caldo filtrandolo attraverso un colino, cominciate a impastare molto bene,otterrete un'impasto molto liscio. Aiutandovi con un mattarello stendete l'impasto e ricavate dei dischetti aiutandovi con una tazza o un piattino, mettete nel centro di ogni dischetto un poco di crema e richiudete a metà dando la forma classica a mezza luna,oppure fate altre forme ad esempio posando sul dischetto con la crema ,un'altro disco e facendo delle belle chiusurefriggere in abbondante olio, e sgocciolateli su carta assorbenteQuando saranno fredde cuocere ancora nel miele di fichi o vin cottoIn una capace padella almeno un paio di minuti dopo il bollore, riporre in un vassoio.

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Angelo Colosimo

Focare Decembrine: riti natalizi calabresi

2018-12-10 16:15:59

Una cosa è sicura questo rito molto antico di accendere i fuochi la sera di ogni vigilia comandata si sta davvero perdendo in molti centri di Calabria. Il progresso ormai ed un diverso galateo ci impone che i festeggiamenti per la Vigilia dell’Immacolata per la Vigilia di Natale e di Capodanno avvengano in casa a tavola coi parenti. Un tempo non era così, specie nei centri collinari e montani! Il rito “partiva” con la ricerca della legna già dalla mattina, in tarda serata poi si accendeva la grande focara in una strada designata o nella piazza del paese. Ed ecco il grande falò scoppiettare ed accogliere la gente che si ritrovano per raccontare le loro storie, per divertirsi, davanti ad un “caldo grande camino” di tutto il paese. Ma ora vediamo un po’ dove resiste questa tradizione in Calabria.Si svolgono un pò ovunque (in alcune zone del cosentino vengono chiamate Carcare); nel Reggino Ionico Luminare nel Catanzarese Fhocare. La fòcara del 24 dicembre, come vuole la tradizione popolare, ha origine dalla credenza religiosa che alla fiamma del falo', nella notte di Natale la Madonna arrivi ad asciugare i panni del Bambino e a riscaldare il Piccino nato nella “grotta al freddo e al gelo”. Il manifestarsi di tali iniziative nei giorni di vigilia conferma il concetto del predisporsi ad un significativo evento.Ovunque il falo' viene acceso nella piazza principale del paese e raccoglie i cittadini in vari crocchi a confabulare delle vicende paesaneDi particolare rilievo è stato in passato il falò di San Giovanni in Fiore con oltre 20 accensioni di quartiere con un concorso gestito da apposita commissione e giuria.In alcuni centri poi la Fhocara non è solo un modo per riunirsi a parlare ma per mangiare “sazizzza arrùstuta”bere vino nuovo e mangiare castagne calde.Riti antichi che vanno preservati.

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