Andrea Visintini

Top Founder President

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L'ultimo re di Francia è sepolto Gorizia.

2019-01-20 17:22:28

A volte scopri per caso delle storie molto interessanti... recentemente ho visitato il santuario di Castagnevizza in territorio Sloveno, ma a pochi metri dal confine Italiano. Ignaro della STORIA che custodisce al suo interno, ho letto una targhetta turistica che faceva riferimento ad una cripta con le spoglie della famiglia dei Borbone di Francia. Quale sorpresa! Ma nulla è per caso, forse lì in qualche modo ci dovevo arrivare...

Un legame storico importante lega Gorizia alla Francia: Carlo Decimo di Borbone che nel 1832 scelse la città isontina per sé e la sua corte come meta del suo esilio.

LE TOMBE DEI BORBONI DI FRANCIA NEL SANTUARIO DELLA CASTAGNEVIZZA

Spentosi a villa Coronini il 6 novembre del 1836, Carlo X venne sepolto
per volontà testamentaria nella chiesa del convento francescano di
Castagnevizza, allora denominata “la piccola Saint Denis”. Pare
infatti che lo stesso sovrano, colpito dalla vista magnifica del
santuario, avesse espresso il desiderio di eleggerlo a sua ultima e
perenne dimora. Provvisoriamente la salma del re fu deposta nell’avello
dei Torriani, dove in seguito furono accolti anche il figlio Luigi
Antonio (1775 - 1844), duca d’Angoulame, la moglie di questi Maria
Teresa di Francia (1778 – 1851), figlia di Luigi XVI e Maria Antonietta,
nonché la loro nipote Luisa Maria (1819 – 1864), sposata Borbone Parma,
già reggente del ducato di Parma e Piacenza. Fu solo verso la metà del
1883, per volere di Enrico V conte de Chambord – nel frattempo
gravemente ammalatosi a Frohsdorf – che venne fatta costruire sotto
l’altare maggiore della medesima chiesa una nuova cripta capace di
contenere sei sarcofagi. Terminati i lavori per la costruzione del
sepolcro, con l’inumazione di Enrico V (1820 – 1883) vi vennero lì
trasferite anche le altre quattro salme dei Borboni, la cui
disposizione, attualmente preservata, vede sulla destra, entrando dallo
stretto corridoio, al centro il sarcofago di Carlo X ed ai lati quelli
del duca e della duchessa d’Angoulame; sul lato opposto, in posizione
centrale il sarcofago di Enrico V, alla sua sinistra quello della
sorella Luisa Maria, mentre alla sua destra è posto il sarcofago della
contessa de Chambord, Maria Teresa degli Asburgo d’Este, duchessa di
Modena (1817 – 1886). I sei sarcofagi ubicati nella cripta dalle ridotte
dimensioni e con il soffitto a volta, poggiano tutti su un basamento
marmoreo. Cinque di essi, dotati di elementi zoomorfi di sostegno, sono
stati realizzati in stile Impero ed eseguiti in marmo bianco d’Aurisina
dallo scalpellino goriziano Ussai, mentre il sesto sarcofago, lavorato
da un artista veneziano, è interamente di metallo. Nella nicchia, posta
lungo il cunicolo che conduce al sepolcro dei Borboni, è deposta invece
la bara di Luis Pierre, duca de Blacas e marchese d’Aulps (1771 – 1839),
già ministro e consigliere intimo di Carlo X, che dispose alla sua
morte di venire sepolto accanto alla tomba del sovrano francese. Le
spoglie dei Borboni si preservano indenni alla Castagnevizza anche dopo
gli eventi bellici del 1917, quando la chiesa ed il convento furono
ridotti in ruderi. Il governo di Vienna dispose allora di iniziare la
riparazione dei due edifici, così i sei sarcofagi furono trasferiti
all’interno dell’Austria per interessamento dell’imperatrice Zita, nata
principessa di Borbone Parma, nipote di Luisa Maria e del principe Don
Jaime del ramo Spagnolo dei Borboni.

Nel 1924 poi, su iniziativa del Comune di Gorizia, venne chiesta la
restituzione delle salme dei reali francesi e di quanto ornava le loro
tombe. Fin dal 1917 erano infatti rimaste nel colombario del convento
dei carmelitani scalzi a Doebling, mentre i sarcofagi si trovavano
custoditi in un edificio secondario del castello imperiale di
Schoenbrunn. Solo nel 1932 le salme dei Borboni ritornarono a Gorizia,
dove furono tumulate nuovamente nella chiesa della Beata Vergine alla
Castagnevizza (ora Nova Gorica, in Slovenia). Il santuario è facilmente
raggiungibile seguendo le indicazioni turistiche collocate a partire
dall'ex valico confinario di Casa Rossa.  

FONTE WEB COMUNE DI GORIZIA, FOTO ANDREA VISINTINI