Andrea Passarini

Top Founder Executive

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Perché “andiamo in bagno” al mattino? Cosa influenza la nostra funzione intestinale, quando l'alimentazione ha ruolo marginale?

2018-06-27 08:38:47

Perché normalmente “andiamo in bagno” al mattino? Cosa influenza una stitichezza o una diarrea, quando la componente alimentare gioca un ruolo marginale? Perché quando siamo in viaggio abbiamo più difficoltà nell’espletare le nostre funzioni fisiologiche? Perché “andiamo in bagno” prima di uscire di casa ed affrontare la giungla del mondo? Proprio per questo, perché dobbiamo affrontare la foresta e i suoi pericoli. Mi ha sempre incuriosito come i ritmi fisiologici seguano una scadenza ben precisa. In particolare, ad esempio, come la maggior parte delle persone vada in bagno a produrre I propri “bisogni” al mattino appena alzati, prima o dopo colazione. Si va be’, perché così non devi perder tempo durante la giornata… come se questa funzione fosse superflua! A livello di comportamento animale questa spiegazione non ha senso. Osservando un documentario della National Geographic, dei cui video consiglio caldamente la visione, mi viene alla mente una ipotesi che ritengo possa essere presa in considerazione. Cosa mostrava questo documentario? Raccontava il comportamento di caccia dei mammiferi predatori, dalla preparazione, alla ricerca della preda, alla cattura. Descriveva tutte le azioni che mettevano in atto. Quello che mi colpì fu che tutti, senza distinzione, leoni, leopardi, lupi eccetera, prima ancora di mettersi alla ricerca o comunque prima di organizzare un attacco, facevano i propri bisogni: la cacca. Questo per essere più leggeri nel momento del balzo o della rincorsa e cattura della preda. Per lo stesso motivo la preda, appena aggredita, ha un violenta scarica diarroica. Oltre ad avere un’azione di disturbo, tipo guerra biologica, questa scarica alleggerisce la preda che potrà correre più velocemente. Non mi soffermo sulla motivazione fisiologica della scarica adrenalinica che provoca questa reazione. Possiamo così comprendere meglio il modo di dire popolare “farsela sotto dalla paura”. Quindi facciamo la cacca al mattino per poter meglio affrontare I pericoli del mondo. Il nostro organismo non distingue tra la foresta reale e la giungla della vita moderna, Devi comunque essere preparato ad affrontarla. Ci sono persone che vanno in bagno alla sera, evidentemente sono persone che vanno in caccia di notte, i nottambuli, o che si sentono più in pericolo di sera. Un’altra motivazione che possa spiegare quest’ultimo caso potrebbe essere quella che ipotizzo di seguito. Parlando sempre a livello di comportamento animale, le feci rappresentano una forte modalità di marcatura del territorio. Quindi fare la cacca alla sera, dopo ore di lavoro e di lotta nella giungla, potrebbe voler dire: “questa è casa mia, qui mi sento al sicuro nella mia tana e nessuno mi deve romp…le…, ehm, scocciare…” Ribaltando la frittata, questa motivazione potrebbe fornire una valida spiegazione rispetto al problema della stipsi o stitichezza. Molto spesso questo problema si evidenzia quando siamo in viaggio, di passaggio, lontani da casa nostra. In questo caso non fare i propri “bisogni” potrebbe significare il non voler marcare della nostra presenza, non voler lasciare il proprio segno e passare inosservati, perché li non siamo sicuri, ci sentiamo estranei, stranieri e comunque la nostra casa-tana è altrove. A differenza del vero viaggiatore (non turista) che si sente di casa ovunque. Pertanto la stitichezza potrebbe rivelare l’insicurezza, il disagio che proviamo nella situazione che stiamo vivendo. Non vogliamo lasciare traccia perché non ci piace quel territorio, quella casa, quel lavoro. Non siamo convinti di quello che ci circonda e perciò non lo sentiamo appartenere a noi e non vogliamo lasciare tracce della nostra presenza. Quando ci troviamo di fronte a problematiche di questo tipo, dovremo tener conto di quanto abbiamo appena visto. Il lavoro energetico dovrebbe non solo regolare il flusso dell’energia verso il basso, ma anche armonizzare i sistemi che secondo i principi delle varie filosofie orientali hanno una influenza sulla componente emotiva coinvolta in questo disturbo.

Andrea Passarini

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Cam.TV Alla base del sapere c'è sempre uno scambio di conoscenze e questo scambio conduce sempre ad un arricchimento.

2018-06-14 12:26:04

Andrea Passarini

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Il significato delle rughe.

2018-06-04 14:55:52

Col passare degli anni ci fermiamo sempre più spesso davanti allo specchio, quasi schiacciando il viso contro il vetro per controllare l’inesorabile avanzare degli anni. Le rughe sono i segni, le manifestazioni di qualcosa che il nostro corpo ci vuole dire e dobbiamo cercare di comprenderne il significato. “Oddio, un’altra!” ci viene da urlare inorriditi. Non sempre, però, le rughe ci vogliono sadicamente sottolineare il tempo che passa, il più delle volte sono i colori e gli odori della nostra storia che il volto sta scrivendo. Il nostro viso ci parla e ci racconta delle storie, tante storie, storie di disagio, di malessere, ma anche di emozioni. Il nostro corpo ci parla e ci informa del suo stato. Ogni ruga, ogni inestetismo non è altro che l’espressione di qualche disarmonia nel libero fluire dell’energia vitale nel nostro organismo. Cosa ci vogliono dire? Le borse sotto gli occhi ci dicono che i nostri reni sono in disequilibrio, le nostre batterie sono un po’ scariche. Le rughe che dal lato delle narici vanno al lato della bocca ci informano che il tubo digerente non è in armonia, dalla digestione lenta alla evacuazione irregolare. I segni tra le sopracciglia indicano che il sistema fegato è sotto stress, in difficoltà nella funzione depurativa, ma anche nella gestione della rabbia e delle frustrazioni. …e così via… Ma allora non posso farci nulla? Tengo a precisare che tutti questi segni non indicano situazioni patologiche nei vari apparati, la cui eventuale diagnosi spetta al medico, ma ci vogliono segnalare che l’energia vitale non fluisce armoniosamente e che dobbiamo prenderci cura di noi stessi. Quindi come posso intervenire? Non volendo fermarci al piano puramente estetico, per il quale il compito è riservato all’estetista, possiamo intervenire sul piano energetico con varie tecniche come la digitopressione, la microstimolazione, la irrorazione luminosa, la toccatura con oli essenziali o tinture, col massaggio, etc. Proprio perché il lavoro si sviluppa sul piano dell’energia non si limiterà solamente al viso, ma si svilupperà su tutto il corpo con la stimolazione dei punti e dei canali energetici secondo le conoscenze estremo-orientali. I benefici che ne otterremo, quindi, riguarderanno anche tutta la nostra persona. Ci sentiremo meglio nelle nostre attività di tutti i giorni e nella funzionalità del nostro organismo.

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