Salute & Benessere
MORBO DI CROHN
Il morbo di Crohn è una patologia infiammatoria cronica di genesi autoimmunitaria che può localizzarsi in qualsiasi tratto dell'apparato gastroenterico provocando un’ampia gamma di sintomi e segni clinici
Il morbo di Crohn
È un’infiammazione cronica che colpisce l’apparato digerente. In genere risulta essere settorializzata al livello intestinale in particolare nell’ ileo (ileite), nel colon (colite) o in entrambe (ileo-colite). Nei tratti intestinali colpiti si hanno infiammazione, gonfiore ed ulcerazioni che interessano a tutto spessore la parete intestinale.
Le cause della malattia rimangono ancora incerte, di fatto essa non è una malattia ereditaria ma esiste una certa familiarità per cui è importante documentarsi sulla storia clinica della parentela più stretta; non è una malattia psicosomatica, non è infettiva e non si contrae in seguito ad un certo tipo di alimentazione, sebbene sia raccomandata una dieta equilibrata. Di fatto ad oggi le cause del morbo di Crohn risultano ignote, per cui la terapia è limitata all’uso di alcuni antinfiammatori, ma alcune ricerche scientifiche potrebbero modificare la nostra comprensione della malattia.
È stato infatti ipotizzato che a scatenare la malattia possa essere l’interazione tra un fungo e due batteri. Come per molte altre malattie, anche per quanto riguarda il morbo di Crohn le risposte arrivano dall’intestino. È proprio nell’intestino che i ricercatori di un team franco-statunitense hanno incentrato le loro ricerche ed hanno scoperto l’esistenza di un’interazione tra il fungoCandida tropicalis e due batteri , Escherichia coli e Serratia marcescens.
La ricerca è stata portata avanti analizzando un gruppo di 20 pazienti affetti dalla malattia, contro 28 soggetti sani appartenenti alle stesse famiglie dei pazienti e 21 soggetti sani appartenenti alla medesima area geografica. I risultati hanno confermato l’esistenza di una netta differenza della composizione microbica. Di fatto, i microrganismi precedentemente nominati risultavano più abbondanti nei pazienti rispetto ai loro parenti e ai soggetti estranei della stessa area.
Passando alle ricerche in laboratorio, i ricercatori hanno elaborato i risultati studiando il fungo e i due batteri ed hanno dimostrato che l’azione sinergica dei tre microbi induce la formazione di un biofilm. Si tratta di un sottile strato viscoso formato dall’aggregazione del fungo coi batteri che potrebbe essere la vera causa dello sviluppo dell’infiammazione. Questa scoperta è ancora nelle fasi iniziali della ricerca ma potrebbe ribaltare le sorti del morbo dal punto di vista terapeutico. Di fatto, una volta diagnosticato, esso potrebbe essere contrastato tramite l’uso di nuovi trattamenti. Si tratterebbe di una nuova generazione di farmaci che uniti ai probiotici potrebbero davvero migliorare la vita di chi è affetto dalla malattia.
Alimentazione nel morbo di Crohn: quali sono i cibi da evitare?
L’alimentazione svolge un ruolo fondamentale in presenza della patologia, non tanto perché abbia uno scopo curativo della stessa, ma perché evita che vi sia una esacerbazione della sintomatologia e un peggioramento delle proprie condizioni.
Fondamentale è cercare di mantenere sempre costante l’apporto idrico, dati i frequenti episodi diarroici che provocano perdita importante di liquidi e dunque disidratazione, e portare avanti un’alimentazione a basso residuo. Ciò detto, vediamo quali siano i cibi da non inserire nella dieta in caso di morbo di Crohn.
1. Frutta e verdura cruda
Contrariamente a quelle che sono le classiche indicazione della dieta mediterranea, che prevede 5 porzioni giornaliere tra frutta e verdura, in presenza di morbo di Crohn è invece necessario ridurre drasticamente tali alimenti, specialmente durante la fase acuta.
Tale scelta è giustificata dal fatto che essi contengono molte fibre, responsabili della stimolazione della motilità intestinale, che provocherebbero un peggioramento dei proprio sintomi.
2. Alcune verdure cotte
È opportuno evitare l’ingestione di alcun tipi di verdure nonostante la loro previa cottura, come i broccoli, il cavolo, il cavolfiore.
3. Legumi
A meno che non siano stati passati e dunque decorticati, è necessario non ingerirli nelle fasi più intense del disturbo: la buccia è, infatti, la principale responsabile dei fenomeni di meteorismo, flatulenza, gonfiore addominale e peristalsi.
4. Alimenti fritti
La frittura è fortemente irritativa per l’apparato gastrico e andrebbe a ledere un territorio infiammato e già di per sé poco integro.
5. Cereali integrali
La presenza delle fibre rende gli alimenti maggiormente fermentabili e stimola i movimenti intestinali. Preferire riso bianco e pasta, in piccole porzioni.
6. Spezie, tra cui peperoncino, pepe, zenzero, aglio e cipolla
Tutte queste spezie contengono sostanze urticanti e irritative per l’intestino, quali la capsaicina presente nel peperoncino, la piperina nel pepe, il gingerolo nello zenzero, l’allicina in aglio e cipolla.
7. Cibi dolci di origine industriale e contenenti additivi
Tra i vari additivi, pare che quelli contenenti residui di titanio abbiano un maggior effetto infiammatorio e, dunque, dannoso per l’ apparato digerente.
8. Carni grasse e salumi affumicati
Un esempio tipico di carne grassa è dato da quella di maiale, sicuramente più difficile da digerire.
9. Caffè, alcolici, bibite gassate
A causa del loro maggior potere irritativo e lesivo della mucosa gastrica.
10. Lattosio, latte e latticini
Posseggono proprietà fermentative importanti, per cui tenderebbero a inasprire la sintomatologia tipica del morbo. È importante, invece, permettere un riposo intestinale anche solo parziale.
Un’attenzione particolare va data anche al tipo di cottura dei cibi. Sono da eliminare le cotture alla piastra e alla griglia, per evitare la produzione di cataboliti tossici e quindi nocivi, e da preferire quelle a vapore, a pressione e le bolliture.