Alberto Pucci

Founder President

Grafologia 3... : Principi introduttivi alla Grafologia italiana (parte 1)

2020-05-28 11:49:02

La grafologia italiana è un riferimento molto importante nel panorama internazionale. Il caposcuola italiano è unanimamente riconosciuto nel frate francescano Girolamo Moretti. Gli articoli precedenti “Grafologia 1 e 2“ sono necessari per comprendere bene questo articolo.

L'insegnamento grafologico di padre Moretti è stato sistematizzato - e divulgato tutt'oggi - dall’Istituto Grafologico Internazionale di Urbino.

Questa istituzione è tra le più riconosciute ed importanti nell'ambito grafologico ed ha istituito dei corsi di Laurea presso l’Università di Urbino.


(il Diploma Universitario in Consulenza Grafologica è equipollente alla Laurea in Scienze della Formazione ed Educazione; nel tempo si è istituito il Corso di Laurea in Grafologia, che ultimamente non raggiunge il numero minimo di iscritti)

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La grafologia insegna ad interpretare i segni della scrittura. L'aspetto simbolico tipico della psicologia, ha certamente una sua valenza, ma per introdurre questo argomento ad un pubblico eterogeneo, si consideri il fatto che il Moretti si è riferito ai segni grafologici in quanto segnali che descrivono comportamenti derivanti da modi di atteggiarsi (atteggiamenti) di un soggetto che scrive. I segni grafologici, quindi, ripercorrono quelli che chiamiamo comunemente "gli stati d'animo" più variegati, per esempio l'assalire o il condiscendere, il resistere o lo stare in attesa degli eventi, fino anche a bloccarsi, come quando si è impauriti, o depressi, o semplicemente incerti.

Questi segnali o "segni" sono misurabili in gradi, a seconda dell'intensità. 


Sappiamo, attraverso le Neuroscienze, che gli atteggiamenti sono provocati dai cambiamenti dello stato del corpo (sensazioni ed emozioni registrano cambiamenti esterni o interni al corpo) determinati dalle circostanze nel fluire del tempo.


I diversi modi di atteggiare le varie membra del corpo sono soggetti ad una qual certa necessità di manifestarsi, in quanto utili a (fisiologicamente costituiti per) perseguire l'omeostasi, che descrive il miglior stato di equilibrio compatibile con la vita in quella data situazione ed in quel momento; ma ciò che è rilevante dal punto di vista grafologico, è che sono tipici, a seconda della costituzione dell'organismo che li esprime.

La costituzione di ogni organismo vivente, che si conforma alla legge di omeostasi, utilizza le proprie caratteristiche (uniche per ciascuno) per meglio disporsi alla miglior sopravvivenza ed al benessere dell’organismo, oppure, per attaccare o difendersi a seconda dei pericoli o dei rischi.

E' tutta una questione di opportunità o difficoltà che la vita può presentare. 


Ogni costituzione ha le sue particolarità e diversità che la rendono unica. Questo è il motivo per cui ogni disposizione umana differisce anche impercettibilmente da un individuo all'altro; come le impronte digitali, o come la "calligrafia" di ognuno di noi (guarda un pò!).

Sono le configurazioni disposizionali del nostro sistema nervoso (si trovano nel cervello) che forniscono le disposizioni, tramite i loro complessi sistemi neurali che fanno dialogare il cervello con il resto dell'organismo e con l’ambiente circostante, in ogni momento dell'esistenza. 

Certamente la faccenda è molto più complessa di come è stata qui espressa, l'essenziale è precisare che ad ogni evento (interno ed esterno, positivo o negativo), l'organismo è in grado di valutare per sé stesso, anche senza l'uso della coscienza (si pensi al cambio della frequenza cardiaca, del respiro, o al procedere della digestione), la migliore possibilità di reagire ed agire a seconda delle circostanze e dello stato in cui si trova. 

In linguaggio corrente si può tradurre “disposizione fisiologica” con la parola atteggiamento, tipico o meno, che si può evidenziare a seconda delle manifestazioni dell’individuo.

Per semplice deduzione, si può affermare che ogni segno grafologico è l'espressione grafica corrispondente alla relativa disposizione neurofisiologica, con la sua propria misura in decimi di intensità (come Moretti ci ha insegnato a rilevare per ogni segno grafologico).

Per esempio, un segno grafologico, se compare raramente in una scrittura, o in modo poco evidente (con "una gradazione bassa"), questo viene manifestato molto debolmente e quasi mai, dal soggetto che scrive. Un altro segno, invece, se lo si trova con evidente frequenza nella scrittura con un alto grado di intensità, concorre a caratterizzare l’individuo scrivente che si fa riconoscere per stile di atteggiamento e comportamento; come un’impronta che descrive il suo modo di essere e di vivere.

Ogni singola disposizione - e quindi ogni segno grafologico- concorre per la sua parte a caratterizzare la disposizione di fondo in maniera complessiva. Questa importante visione d'insieme dell'individuo, costituisce "l'impronta vivente” di una persona (il suo "Biotipo" = typos: impronta, bios: vita), la quale naturalmente si evolve nel suo vissuto, in rapporto all’ambiente circostante ed attraverso il tempo della sua esistenza.

(la 2^ parte di questo articolo segue nel prossimo).

                                                                                                                            (3 - continua)