Cristiana Lenoci

Blogger, redattrice web

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Transumanza delle api: dall’Abruzzo verso i fiori della Puglia

2020-04-21 14:41:08

C’è un tipo di transumanza che in questi giorni si rinnova come ogni anno: quello di milioni di api, che vengono trasportate dai paesi in cui hanno trascorso l’inverno verso i paesi del Sud, dal clima più mite, dove stanno fiorendo le primizie di primavera.

In Abruzzo c’è un proverbio che recita: "Aprile, andiamo è tempo di migrare”, e questo antico adagio calza a pennello alla transumanza delle api, che appunto avviene nei mesi di primavera, quando gli apicoltori (soprattutto abruzzesi) portano questi insetti verso la valle, nei paesi in cui il caldo fa moltiplicare i fiori nei campi. In particolare, le regioni scelte dagli allevatori di api in questa transumanza sono Puglia e Basilicata.


E’ molto interessante seguire le modalità di questa transumanza da un posto all’altro dell’Italia. Sono milioni le api e migliaia gli alveari che vengono caricati nei camion e trasportati per chilometri e chilometri, alla ricerca di agrumeti e piantagioni di ciliegi che in questo periodo sono in fioritura, e rappresentano per le api “il paradiso delle impollinazioni”.


Il nomadismo delle api dall’Abruzzo verso i luoghi della Puglia e Basilicata vanta numeri imponenti. Basti pensare che il 15% del miele italiano di qualità arriva proprio dall’Abruzzo. Di solito la meta degli apicoltori abruzzesi è Putignano, nei pressi di Bari, dove crescono tantissimi ciliegi in cui liberare le api per favorire l’impollinazione.


Sono tante le aziende abruzzesi che producono miele che ogni primavera affrontano il viaggio con camion e furgoni a bordo dei quali ci sono milioni di api.

Quest’anno, purtroppo, la siccità ha portato pochi fiori ovunque e si rischia un forte calo della produzione di miele. A questo si aggiunge l’utilizzo indiscriminato dei pesticidi o di Ogm.


Gli apicoltori sono in crisi, come la maggior parte delle attività economiche italiane in questo periodo, ma stanno già pensando ai modi più giusti per ripartire nella fase 2 prevista dal Governo.


Molti di loro, che sino ad ora non avevano preso in considerazione l’ipotesi di vendere il prodotto online, si stanno orientando verso l’e-commerce. E ci tengono a far arrivare un messaggio, che a noi fa piacere veicolare attraverso il nostro sito.


Se davvero ci teniamo a far ripartire il Paese, è necessario che in questa fase difficile gli italiani comprino prodotti di prossimità, italiani, evitando quindi- nel caso specifico- di premiare prodotti o miele importato dalla Cina, dalla Bulgaria, dall’Argentina”.


Mettiamolo in pratica, senza indugio.