Phubbing: ne hai mai sentito parlare?

Lo smartphone è diventato onnipresente nella vita di tutti. Molti di noi non se ne distaccano mai e vi interagiscono in continuazione, anche quando si trovano con i colleghi di lavoro, tra amici e in coppia. Il trascurare la persona (o le persone) con la quale si è in compagnia, concentrandosi invece sul proprio cellulare, oggi ha un nome: si chiama Phubbing.

Il Significato letterale

Si tratta di un neologismo inglese composto dall’unione delle parole “phone” (telefono) e “snubbing” (snobbare). In un rapporto di coppia, l’utilizzo spasmodico di smartphone può diventare un pericoloso “terzo incomodo”. Il phubbing è diffusissimo. Un po’ tutti, involontariamente, ne siamo “portatori sani”. Controllare le email o le notifiche sui social quando siamo in compagnia sembra un’azione innocua, che facciamo in modo automatico, senza pensarci. Eppure tale gesto, se ripetuto di frequente, rischia di peggiorare la comunicazione, provocare risentimento e logorare il tessuto delle relazioni, sia quelle affettive che professionali.

Il phubbing può minacciare anche l’autostima di chi lo subisce, che si sente ignorato e ha la spiacevole sensazione di non suscitare interesse verso il proprio interlocutore. Tale comportamento crea disagio e malessere, soprattutto quando si è in coppia, poiché il telefono può diventare un insidioso “terzo incomodo” in grado di interferire anche nei momenti più intimi, scatenando fraintendimenti, crisi e gelosie varie.

Autoregolarsi è la Soluzione

Nell’utilizzare lo smartphone è opportuno darsi alcune semplici regole di comportamento, per buona educazione e per non perdere di vista i contatti umani, che neppure il più evoluto dispositivo informatico può mai sostituire. Per esempio, meglio evitare di tenere il cellulare sul tavolo mentre si è al tavolo di un ristorante. Spesso ci sentiamo giustificati dal fatto che questo comportamento, soprattutto durante le cene tra amici, è socialmente accettato. Una recente indagine sulla dipendenza dai telefoni ha tratto una conclusione angosciante. “Per molte persone la vita è diventata la principale distrazione dallo smartphone”.