Blogger, redattrice web
Che lavoro fai è davvero più importante di chi sei?
Spesso mi è capitato di conoscere qualcuno, e dopo uno scambio di poche battute mi son sentita chiedere: “Che lavoro fai?”, come se questo bastasse a rendere un’idea di me più completa come persona. Ho approfondito e ho trovato che episodi come questo non sono altro che forme di snobismo moderno.
Nello specifico, si tratta di una forma di snobismo moderno che tende a confondere e sovrapporre il lavoro che facciamo con chi siamo. Riflettiamo insieme, cari #Camers.
Episodi di snobismo sono sempre più frequenti nella nostra vita, e sono alla base della crescente e diffusa sensazione di insicurezza e fragilità che ci portiamo dietro sul lavoro. Parafrasando un’affermazione dello scrittore Alain Botton, “Snob è chiunque prende una piccola parte di te e la usa per formarsi una visione completa di chi sei”.
Per uscire dal circolo vizioso dell’ansia e delle aspettative legate al lavoro e al successo, secondo Botton dovremmo approfondire maggiormente cosa vuol dire realmente il successo lavorativo per noi tenendo presente che, molto spesso, la nostra idea su cosa sia il successo non è proprio la nostra, ma la abbiamo assorbita da altri di cui finiamo per temere il giudizio.
Ognuno di noi dovrebbe costruirsi una personale idea di successo, sapendo anche che non è possibile avere successo in tutto e che, quindi, dobbiamo avere chiaro anche cosa siamo disposti a perdere, a cosa possiamo rinunciare, e ricordando che noi non siamo il nostro lavoro.
Identificarci con la nostra professione non è mai giusto.
“E’ già abbastanza brutto non ottenere ciò che vuoi, ma è ancora peggio avere un’idea su cosa desideri e scoprire alla fine del percorso che, in realtà, non è ciò che hai sempre voluto”.
E su questa illuminante affermazione di Alain Botton vi invito a riflettere sulla realtà lavorativa che state vivendo, amici #Camers.