Vania Franceschini
Founder Starter
C'è una luna piena meravigliosa stasera, che predispone naturalmente alla massima riflessione di quel corpo solare che dentro di noi irradia. Nel silenzio della mia camera, i grilli accompagnano con gli ultimi canti di stagione il sottofondo di sensazioni che preannunciano il viaggio, entrando dolcemente con il loro frinire dalle finestre aperte, in punta di piedi su qualche leggero respiro d'aria settembrina, così profumata d'autunno, se non fosse per il mio desiderio di vedere i colori rosso dorati tanto caldi all'approssimarsi della morte della stagione. Anche lo scricchiolare della poltrona a dondolo in giardino diventa un ritmo su cui iniziano a danzare i pensieri. Di solito arrivano alla fine dell'anno, esattamente il 31 dicembre. Non amo festeggiare il Capodanno: a dire il vero non lo festeggio, ma ogni anno, in quell'ultimo giorno prima del voltare di pagina, penso a tutti coloro che sono entrati a far parte delle mie conoscenze, della mia vita, e agli altrettanti che ne sono usciti. Sento che chi se ne va è perché se n'è voluto andare, e lo lascio, senza rimorsi nè rimpianti. Chi se ne va non fa parte del tuo cammino. Certe ottave salgono, altre scendono: ci sono percorsi a fondo chiuso, come i rami laterali di un albero, che finiscono con le ultime foglie, per lasciare spazio al vuoto dell'aria. Quest'anno ho conosciuto tante persone nuove, o meglio, ho incontrato essenze di spessore, che ho ascoltato in silenzio, e che mi hanno ascoltato in silenzio, con quel reciproco rispetto che si riconosce per risonanza quando si incontrano anime. Certi incontri sono stati meravigliosi, come delle parentesi incise in quel non luogo al di là del tempo, come una pennellata indelebile su una tela, come il punto di ricamo che definisce il disegno sul lavoro. Si delineano nuovi passi in direzione di un cammino, che forse aprirà un nuovo sentiero, ma terrò conto di questi compagni di strada, alcuni dei quali viandanti solitari, guidati dalla loro stella polare, esattamente come me. Si riconoscono, si sentono. Ci sono sempre stati, bisognava solo ritrovarli. Bisogna soltanto cercare quelle scintille che sono la bellezza della vita e non fare altro che tenersi un po' per mano.
Vania Franceschini
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Ieri sera mi trovavo al collegio Ghislieri a Pavia, in sala conferenze, insieme ai rappresentanti di gruppi, comitati e associazioni presenti sul territorio da tempo per la difesa e la tutela dell'ambiente. Il nostro gruppetto era lì nello specifico per il tema del 5G, visto che stiamo chiedendo moratorie ai sindaci dei comuni, fintanto che non ci siano studi e indagini approfondite che confermino l'innocuità di questo forno a microonde sui sistemi biologici e viventi. Alcuni relatori ci hanno mostrato cosa si è fatto e si sta facendo nei loro rispettivi comuni per ridurre il più possibile l'impatto dei rifiuti sull'ambiente, su come ridurli e migliorare capillarmente e qualitativamente la raccolta differenziata al fine del miglior riciclo e smaltimento. Un nodo cruciale è stato il resoconto fatto sull'inquinamento da plastiche in tutto il mondo: anche chiudendo, come si suol dire, i rubinetti e smettendo di produrre plastica, ci sarebbe comunque lo sversamento di 2 milioni di tonnellate di plastiche nei mari a livello mondiale. Esistono vere e proprie isole di plastica, ma il problema è che questa è entrata nella catena alimentare degli esseri viventi, in quanto la sua disgregazione, non essendo biodegradabile, la scompone in microplastiche, che penetrano negli organismi attraverso il cibo. I fondali delle acque si ricopriranno di questo strato di microplastiche, di fatto soffocando e facendo morire un intero ecosistema. Di questo passo tra qualche decennio ci sarà più plastica che pesci. Spesso e volentieri nelle reti da pesca si trovano più rifiuti che pesci. La via dell' estinzione non è poi così lontana...
Vania Franceschini
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