Mi è mancata per tanto tempo una certa disperazione. Quella che probabilmente sentono i toreri quando, nel mattino della corrida, guardano il sole che sorge all'orizzonte. Avete mai pensato che soltanto chi teme di non vederla più, sa dolorosamente quanta bellezza esiste nella luce che infiamma il cielo?
Noi altri, invece, possiamo solo permetterci di essere disincantati, indifferenti, di immergerci direttamente, dopo che ci siamo svegliati, nelle nostre ambizioni e nelle nostre vanità.
Non so per chi scrivo, ma so perché scrivo. Scrivo per giustificarmi. Agli occhi di chi? Ho già detto, ma anche se divento ridicolo, lo posso dire ancora una volta: agli occhi del bambino che ero.