Un po' storia...🤔 CRONACA DEL SACCO DI CAPUA CE
“Capua, compiango la tua sorte! – Sei per offrire il più truce spettacolo all’Italia, già funesto teatro di discordie, d’usurpazioni, e di sangue…”
(tratto da: “Il Sacco di Capua 1501” dramma del Cavalier Salvator Sava – 1840)
Raggiunto un accordo con i dignitari che rappresentavano l’armata franco-pontificia che poneva d’assedio la città da alcuni giorni, Fabrizio Colonna diede l’ordine ai suoi uomini di aprire tutte le porte della città e di consentire l’ingresso pacifico degli armati.
Lentamente, la grande massa di uomini d’arme confluì all’interno delle strade di Capua.
Quando ormai il grosso dell’esercito fu dentro le mura della piazzaforte capuana, avvenne però qualcosa di assolutamente inaspettato.
Giunto al centro di Piazza dei Giudici, cuore della città o, secondo altri, sul balcone del palazzo comunale, Cesare Borgia, alzò il suo bastone del comando e ordinò di dare il via al saccheggio e al massacro.
Proprio in quello stesso istante, stavano uscendo dei delegati dal palazzo del comune con il baule contenente le monete da consegnare ai conquistatori come previsto dall’accordo preso in precedenza.
Erano le ore 13 di sabato 24 luglio vigilia di S. Giacomo apostolo.
In pochi attimi, i soldati e i mercenari al soldo di Borgia, impugnarono le armi e cominciarono a correre per le strade e i vicoli della città in preda ad una bramosia improvvisa.
"Subito che fu piena la città di sì uile gente, all'improvviso et con uiolenza furno li capuani assaltati, restando attoniti et sbigottiti da tale moto, furno comme innocenti crudelmente senza potersi defendere ammazzati."
(da: "Annali della città di Capova descritti dal dottore Scipione Sannelli, in Biblioteca del Museo Campano")
Non venne risparmiato nessuno, neppure i bambini e le donne.
“Sbrancatesi un macello incominciarono
Di tutta gente che scontrar da pria:
Eran soldati e femmine del paro
E fanciulli sgozzati in sulla via;
I fuggitivi non avean riparo
Dal piombo micidial che li feria
E fra i gridi il compianto e l’ululato
Fischiava e fulminava in ogni lato”
L’obiettivo degli assalitori non era tanto l’uccisione, quanto ottenere un ricco bottino e allora...
“Lerci visi e le man di sangue immonde,
Tentan frugando con atroci studi
Se indosso agli abbattuti oro s’asconde:
Giacquer coi morti i moribondi ignudi;
Chè giungon molte al depredar seconde,
E ove l’oro fallò, strappan frementi
Dalle membra piagate i vestiti”
Case, chiese, conventi…nulla fu risparmiato dal ciclone di violenza e avidità che quel maledetto 24 luglio si abbattè su Capua.
“Ma il malefico istinto avea suase
Ad altro già le scellerate bande:
Furiava la ruba entro le case,
E la strage nel chiuso era più grande:
La soldatesca i monisteri invase
E i recessi dell’are venerande,
Ove dai vasi argentei riversate
Entro al sangue restar l’ostie sacrate.”
In particolare, furono prese di mira le donne e si racconta che alcune di esse, circa 40, si rifugiarono nel Castello Normanno o delle Pietre ma che queste furono comunque raggiunte e violentate dai soldati.
Molte altre invece, pur di non concedersi agli invasori, si gettarono nel fiume Volturno preferendo morire tra i flutti.
“la mala guardia di quegli di dentro, come spesso è intervenuto nella speranza propinqua de gli accordi, dette occasione a gl’inimici di entrarvi, i quali per la cupidità di rubare, e per lo sdegno del danno ricevuto quando dettono l’assalto, la saccheggiarono tutta con molta occisione, tenendo prigioni quelli che avanzarono alla loro crudeltà. Ma nò fu minore l’empietà efferatissima contro le donne, eziandio le consacrate alla religione, furno miserabile preda della libidine e dell’avarizia de’ vincitori; molte delle quali furono poi per minimo prezzo vendute a Roma: ed è fama che in Capua alcune, spaventandole manco la morte che la perdita dell’onore, si gettarno chi ne’ pozzi chi nel fiume.