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Impianti intelligenti per un pianeta mig

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Le alghe di Grado...

2019-09-22 12:42:39

Da rifiuto a risorsa!

Frequento da molti anni la spiaggia di Grado, soprattutto la fascia costiera in località Pineta.

Qui la presenza delle alghe spiaggiate..... opppsss, scusate..... delle fanerogame spiaggiate, ha sempre rappresentato un grosso ostacolo per l'Amministrazione Comunale.

Noi turisti e bagnanti associamo automaticamente le alghe ad uno stato di abbandono, sporcizia e mancanza di decoro.

Il nostro giudizio è però un tantino superficiale. Dobbiamo renderci conto che le praterie di Cymodocea nodosa (la fanerogama principale di Grado), che crescono a poca distanza dalla riva, hanno un'importanza fondamentale!

Sono indispensabili per la vita del mare stesso, producono ossigeno attraverso la fotosintesi, creano l'ambiente ideale per numerosissime specie marine, rappresentano la "nursery" di moltissimi pesci ed impediscono l'erosione delle coste. Perciò, prima di buttarci in giudizi affrettati, dovremmo tenere presente che l'importanza di queste "fastidiose alghe" per il mondo marino è paragonabile a quella della foresta amazzonica per il mondo terrestre.


Ma torniamo al problema di Grado...


I depositi di alghe sulla spiaggia sono in effetti poco compatibili con le esigenze dei bagnanti. Questo è un dato di fatto! Ed allora come si risolve il problema? 

Beh... fino al 2015 l'Amministrazione Comunale ha cercato di rendere più fruibili le spiagge affidando ad aziende esterne  il compito di raccogliere i depositi di "alghe" e altri materiali sull'arenile, per il successivo trasporto in discarica. 

Stiamo parlando, per chiarirci le idee, di qualcosa come 6000-8000 tonnellate di materiale (alghe, sabbia, legno, rifiuti di ogni genere, ecc...) conferito in discarica ad ogni stagione estiva!

Costo dell'operazione? Dai 300.000 ai 500.000 euro a stagione! Un costo interamente a carico della Comunità! Per non parlare di come veniva gestita l'operazione: orari coincidenti con quelli di fruizione delle spiagge, tratti di spiaggia dimenticati più o meno volutamente, utilizzo di mezzi meccanici non sempre appropriati, ecc... 

E su quest'argomento credo che ognuno di noi avrebbe da ridire qualcosa!

Cos'è successo nel 2015?


Nel 2015 è stata presa un'importante decisione. Sulla base di alcune direttive e linee guida emanate dalla Comunità Europea (ogni tanto l'Europa fa anche qualcosa di utile!), il Comune di Grado ha deciso di cambiare rotta. Sono state realizzate, lungo l'arenile, delle strutture di contenimento delle alghe e del materiale raccolto. Si tratta di semplici recinti, visibili a tutti e caratterizzati dall'utilizzo di una rete a maglia fitta su cui campeggia la ormai famosa scritta: "Non chiamateci alghe... siamo Fanerogame".


Si.... sono d'accordo con voi... questi recinti non hanno proprio un bell'aspetto, e in più possono diventare fonte di cattivi odori e ricettacolo di mosche, insetti vari e topi!

Beh... nonostante ogni perplessità... sappiate che il progetto prevede l'utilizzo di prodotti a base enzimatica per contrastare la formazione di cattivi odori, trappole esca contro i topi e mantenimento di un limite massimo di accumulo pari ad un'altezza di 1,5 metri (sarà vero?).

Lo scopo delle aree di raccolta


In che modo vengono utilizzati questi recinti-deposito? Al loro interno avviene una prima grossolana setacciatura, in maniera da separare le "alghe" dal legname e ogni altra tipologia di materiale. A fine stagione le alghe, o meglio le fanerogame, vengono ridistribuite lungo l'arenile, in maniera da formare un naturale frangiflutti e da contrastare l'erosione della spiaggia da parte delle mareggiate. 

Il resto del materiale, nonché quello in sovrappiù, viene trasportato in un apposito impianto per la gestione dei residui.

Questo impianto, per chi non conosce Grado, si trova in località "Isola Le Cove", nei pressi del Cimitero. Qui avviene la separazione definitiva delle alghe da tutti gli altri materiali. Dopo una prima fase di essiccazione e setacciatura, viene separata la sabbia e il conchigliame inevitabilmente raccolti insieme alle alghe: questa sabbia è riutilizzata per le normali operazioni di ripascimento e livellatura della spiaggia, a contrastare i naturali fenomeni erosivi. Attraverso altre operazioni di vagliatura meccanica, vengono isolati tutti gli altri materiali indesiderati: plastiche, vetro, ecc...

Quello che rimane alla fine del processo è la sola biomassa vegetale.

Che fare delle alghe?


Al momento il Comune di Grado provvede ad inviare la biomassa vegetale ad alcuni impianti di compostaggio, cioè per la produzione del famoso "terriccio universale".

Ma le alghe possono essere utilizzate per diversi scopi:

  1. Produzione di compost e fertilizzante per uso agricolo
  2. Produzione di materiali isolanti per l'edilizia (interessante, da questo punto di vista, l'utilizzo delle "sfere" di posidonia in Sardegna)
  3. Produzione della carta
  4. Trasformazione in combustibili rinnovabili come il "pellet"


La soluzione auspicabile


Tramite il progetto avviato nel 2015 si è riusciti a ridurre notevolmente i costi di smaltimento dei depositi di alghe e materiale di vario genere sulle spiagge di Grado. Si tratta di un primo risultato, già di per sé lodevole. Ad oggi l'amministrazione Comunale ha incaricato un'azienda tedesca per un possibile progetto di riutilizzo delle alghe, attraverso un impianto di trasformazione da realizzare nello stesso territorio comunale. Personalmente mi auguro che si faccia avanti un'azienda italiana, che possa portare a compimento un'iniziativa bellissima: quella di trasformare un rifiuto in una risorsa preziosa! Coraggio.... fatevi avanti, aziende italiane...


Sarebbe un vanto per Grado, per il Friuli e per l'Italia!



Fonte immagini: web



by Marco Colmari