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Impianti intelligenti per un pianeta mig

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I sistemi radianti in riscaldamento

2022-03-23 11:00:00

Pavimento, Parete o Soffitto? Quale sistema è più performante in riscaldamento?

Quando mi confronto con i miei colleghi professionisti, sia idraulici che progettisti, siamo tutti d’accordo su quella che è considerata la resa massima di un impianto a pavimento in riscaldamento: circa 100 watt al metro quadrato (in realtà, come scopriremo nell’articolo, sarebbero 97 watt/mq).


Che cosa significa?

Significa, ad esempio, che in una camera da letto, con dimensioni di 5 mt per 4 metri, il pavimento ha una superficie di 20 mq e l’impianto di riscaldamento può emettere una potenza massima di 100x20 = 2000 watt.

Ma da dove deriva questo valore di resa massima? E qual è il corrispondente valore per una parete radiante o per un soffitto radiante? Qual è il sistema che ha una resa maggiore in riscaldamento?

Vediamo di dare una risposta a ciascuna di queste domande.


Come si calcola la resa massima di una superficie radiante?

Attualmente, per la progettazione e l’installazione degli impianti radianti, si utilizza la norma UNI EN 1264. Tra tutte le prescrizioni introdotte da questa norma, ce ne sono 2 fondamentali per dare una risposta alla nostra domanda:

  1. Potenza emessa da una superficie radiante
  2. Temperatura media superficiale della superficie radiante

Ecco che cosa dice la norma UNI EN 1264:

Nell’immagine sono riportate le tre formule per calcolare la potenza di scambio termico di una superficie radiante. Non deve sorprendere che il primo coefficiente sia diverso nelle tre ipotesi (pavimento, parete o soffitto): gli effetti dell’irraggiamento sono infatti diversi in base alla posizione della superficie rispetto al nostro corpo.

In quest’immagine sono invece riportati i valori massimi ammissibili per la temperatura media superficiale di una superficie radiante.

Oggi abbiamo finalmente capito che, per poter parlare di benessere e di comfort, un pavimento riscaldato deve avere una temperatura superficiale massima pari a 29°. I primi impianti a pavimento (anni 60’) non hanno avuto successo proprio perché questa temperatura veniva superata spesso e volentieri!

Quello che molti non sanno è che esiste una temperatura limite, per rientrare nei parametri di comfort e benessere, anche per una parete radiante (40°C) o per un soffitto radiante (33°C)!

Un discorso a parte va fatto per i locali “bagno” e “piscina”, dove il comfort è comunque garantito avendo un pavimento radiante che raggiunge una temperatura media superficiale di 33°C.

Per capire la differenza tra “zone soggiornali” e “zone perimetrali” di un pavimento radiante, possono essere d’aiuto le seguenti immagini:

Le zone perimetrali sono le zone di pavimento a ridosso delle pareti perimetrali che si affacciano verso l’esterno, per una larghezza pari ad 1 metro. In queste zone la norma consente di raggiungere una temperatura media superficiale leggermente più alta (35°) in quanto sono porzioni di pavimento in cui una persona normalmente non soggiorna a lungo. Di conseguenza è possibile posare le tubazioni di riscaldamento con un interasse di posa più stretto (come si vede nell’immagine).

In ogni caso, se nelle formule introdotte dalla norma UNI EN 1264 andiamo a sostituire i valori massimi di temperatura media superficiale e i valori di temperatura ambiente normalmente utilizzati nelle nostre abitazioni, possiamo ricavare i seguenti risultati:

Come si può vedere, lasciando perdere i locali “bagno” e le zone perimetrali del pavimento e volendo considerare solamente le zone dell’abitazione dove normalmente si soggiorna, abbiamo la seguente classifica delle superfici radianti in termini di resa in riscaldamento:

Classifica finale in riscaldamento:

  • 1° classificato = impianto a parete con 160 watt/mq
  • 2° classificato = impianto a pavimento con 97 watt/mq
  • 3° classificato = impianto a soffitto con 85 watt/mq


Conclusioni

  • L’impianto a parete è quello che vince il confronto con gli altri sistemi radianti, ma bisogna tenere in considerazione il fatto che all’interno di una abitazione sono veramente poche le porzioni di parete effettivamente sfruttabili: molte pareti sono parzialmente occupate da porte, finestre, armadi ed altri complementi di arredo. Questo impianto è il più delle volte utilizzato come integrazione, quando l’impianto a pavimento o quello a soffitto non sono in grado di coprire il fabbisogno richiesto in watt.
  • L’impianto a pavimento, con i suoi 97 watt/mq per le zone soggiornali e i 162 watt per le zone perimetrali, è sicuramente più performante dell’impianto a soffitto e si presta meglio a garantire la copertura del fabbisogno termico. Ma non dimentichiamoci che nelle nuove costruzioni, dove viene posta particolare attenzione alla coibentazione di tutto l’involucro edilizio, il fabbisogno termico è ridotto ai minimi termini e pertanto nella maggioranza dei casi è possibile ricorrere anche solo all’impianto radiante a soffitto.
  • L’impianto radiante a soffitto ha dei limiti ben precisi: una resa massima pari a 85 watt/mq. Dobbiamo necessariamente tenere conto di questi limiti. Ad esempio, tornando all’ipotesi iniziale di una camera di 5 mt per 4 mt che dovesse aver bisogno di 1900 watt per il riscaldamento, questo fabbisogno potrebbe essere facilmente coperto con un impianto a pavimento; viceversa un impianto a soffitto non riuscirebbe a garantire il riscaldamento della camera!


Quella che segue è una tabella riepilogativa che riporta tutti gli argomenti affrontati in questo articolo. Tale tabella può ritornare utile in fase di progettazione del nostro impianto radiante, quando magari abbiamo la possibilità di scegliere tra più soluzioni, anche integrate tra di loro:

Per chi volesse scaricare la tabella in formato PDF è possibile utilizzare il seguente link:


N.B. Fonte di alcune immagini: web



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by Marco Colmari
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