Possibile che anche Milano, uno dei centri finanziari più importanti d’Europa, ritornata ad essere la città da bere degli anni 80 , non abbia un palazzetto dello sport? Comunque gratificante e felice il mio approdo alle pendici del famoso Monte Stella di Milano, sede di centinaia di storici e consueti frequentatori , amanti della corsa; anziani e giovani che poi si riversano nel campo attiguo, il xxv aprile, luogo sacro e simbolo dell’atletica leggera non solo meneghina. Festoso il mio incontro con gli amici ed atleti della mia attuale società sportiva, il Road Runners Club del mitico ed insostituibile Isolano Motta.In pista ho incontrato l’amico, il fratello, il padre di tantissimi atleti, quel professore di nome Giorgio Rondelli , si, proprio lui che da quarant’anni e per tutti i giorni, dimostra la sua passione ed il suo valore allenando tutti, dai più giovani ai più grandi, ed anche amatori e masters, dopo aver portato negli anni 80 sul gradino più alto delle competizioni internazionali atleti come Alberto Cova e Francesco Panetta. Nella intervista da lui gentilmente concessami, e con l’esperienza di sempre, ha puntualmente stigmatizzato l’attuale crisi dei praticanti lo sport in Italia, soprattutto l’atletica leggera.
Tappa molto importante a Padova, dove ho potuto parcheggiare il mio Camper dentro la pista di atletica della società sportiva CUS Padova. Tripudio di bambini ed accoglienza davvero calorosa. Merito indiscusso dell’amico Moreno Beggio che si è sempre prodigato pe la buona riuscita del nostro incontro. Grande piacere infine aver ricevuto i saluti della consigliera regionale Fidal Rosa Marchi e della veterana Emma Mazzenga, pluricampionessa a livello mondiale nelle discipline veloci alla veneranda età di 87 anni…
Purtroppo il mio Camper non si è potuto fermare in alcune belle regioni come la Sardegna e la Campania per non citarne alcune altre molto interessanti. Oltre il tempo limitato a disposizione per il tour, l’epidemia del Covid ha spesso ostacolato il mio percorso organizzativo a causa di stadi chiusi e restrizioni a volte incomprensibili, quelle stesse che hanno reso triste e teso il Campionato Italiano Master , svoltosi ad Arezzo dal 9 all’11 ottobre. Un vero peccato non aver spesso riconosciuto i miei amici di sempre, diffidenti e mascherati fino all’avvio delle competizioni. Spalti vietati ad atleti ed accompagnatori se non con autocertificazione e braccialetto colorato per ognuno dei tre giorni di gare…ed i controlli continui ed estenuanti.
Sinceramente un evento contraddistinto da tanta amarezza e che avrebbe invece dovuto essere una festa per tutti.
A parte ciò , posso affermare che il mio tour è stato un viaggio di esperienze umane notevoli con il quale non ho mai presunto minimamente di i poter modificare le carenze culturali in fatto di sport in Italia, solo un modesto contributo volontario di chi, ha sempre creduto nel benessere che lo sport procura e specialmente nei suoi valori.