✳️Romana Prostamo✳️

Founder Senior

Vandali o artisti? I graffittari spesso parlano da un mondo intangibile.

2019-05-07 05:28:34

Muro di sfogo, muro del pianto, muro della lotta- foto by #Romana Prostamo

Vogliamo un posto migliore in cui sentirci a casa


Bansky afferma "Alcune persone diventano poliziotti perché vogliono rendere il mondo un posto migliore, alcune persone diventano vandali perché vogliono rendere il mondo un posto migliore".


Le foto le ho fatte nel viale che porta a casa mia.

Li ho sempre ammirati, per la loro bellezza artistica, per la loro capacità di comunicare una profonda ferita che la società infligge a ognuno.


La società siamo noi, verrebbe da dire. Verissimo.


Tuttavia, non tutti sono ciechi, sordi, muti di fronte al malessere dilagante, non tutti rimangono inerti allo spreco di valori umani che dovrebbero essere esaltati.


Non tutti lo riescono ad accettare.

La street art nasce a Filadelphia negli anni sessanta arrivata dal Paleolitico


Sin dagli albori della civiltà l’uomo ha lasciato impronta di sé negli ambienti in cui è vissuto.

Con il passare degli anni ha creato un proprio codice linguistico, un simbolismo che definisce la contestualizzazione delle caratteristiche sociali in cui l'artista è vissuto, dando vita ad una fitta rete di connessioni internazionali.


E' una costante di ogni forma di organizzazione sociale che si tramanda da generazioni in generazioni attraverso un codice muto ma efficace, quello visivo.


I Graffiti costituiscono le cosiddette scritture esposte, quelle opere che "l'individuo testimone" non sceglie di vedere ma le incontra, casualmente, come è successo a me.


In quell'incontro possono nascere tante riflessioni, considerazioni personali, che ci fanno interrogare su noi stessi, su cosa ci muovono certe immagini o cosa non ci piace.


Gli street artist raggiungono, in ogni caso, il loro scopo; tuo magrado ti fanno impattarare con un simbolismo comunicativo a cui non puoi sfuggire: lo ami, lo odi, ti racconta, ti smuove.


I graffiti sono preziosi testimoni di fatti linguistici propri del parlato e del nostro animo in cui nascondiamo tutte le nostre più intime affermazioni.