✳️Romana Prostamo✳️

Founder Senior

Uomini VS soldi. Davide VS Golia

2019-05-30 08:22:11

Buongiorno a tutti, benvenuti al secondo appuntamento con la rubrica "Visioni a Confronto" tenuta dal Duo Elisa Maiorano e Romana Prostamo. Oggi parleremo di soldi

Oggi affrontiamo un argomento caro a tutti e piuttosto delicato: i soldi.



Tanto si è parlato, ipotizzato, teorizzato e decretato.

L’argomento, in effetti, è vastissimo, qui toccheremo con Elisa alcuni punti.

Per esperienza conosco molto bene quali siano gli effetti della loro mancanza.

Sono nata povera, senza nulla, né una casa né da mangiare, i primi mesi della mia vita li ho passati vivendo nelle piazze di Roma e mangiando con le elemosina che mia madre riceveva dai passanti impietositi.


Nel tempo le cose sono migliorate, a periodi alterni avevo una casa, spesso mi mancava il mangiare e il vestiario .

Tanta esperienza è stata una grande scuola per me, mi ha dato un’intera vita per conoscere cosa voglia dire l’assenza dei soldi, apprezzarne il valore e riconoscere che spesso si è visti in base allo status sociale.

Nel tempo ho compreso che siamo noi a decidere quale potere dare al Dio denaro, se quello di migliorare la nostra vita incrementandola positivamente  oppure diventando schiavi del desiderio di potere che l'abbondanza economica ci può dare.


In base a quale desiderio alimentiamo costruiremo pensieri, comportamenti e atteggiamenti che determineranno la nostra esistenza.



Se da una parte, per me, non sono le posizioni privilegiate che fanno di noi quello che vogliamo essere è anche vero che vivere nel benessere permette di fare scelte che diversamente non sono attuabili.

I soldi sono una forma potente di energia, decidono su di noi, sui nostri stati d’animo, sulle nostre possibilità presenti e future, sule percezioni della vita, sulle scelte.

Nella nostra società i soldi, spesso, decretano chi tu sia.

E’ un potere che non condivido e questo non perchè per anni abbia fatto la fame ma perchè il valore di una persona per me è intrinseco e non dettato dal suo portafoglio.


Data la mia veneranda età ho avuto modo di osservare per anni come persone ricche e benestanti  abbiano una mentalità molto diversa da chi ha sopravvissuto con fatica, in loro permea un non so che di potere decisionale sugli altri, premetto che qui si sta generalizzando; analizzare ogni caso sarebbe troppo lungo in questa sede.




Per le persone benestanti la percezione è che tutto sia raggiungibile, senza fatica, percepiscono la soddisfazione perchè riescono a premiarsi, sono appagati, non devono soffrire la mancanza materiale, hanno maggior sicurezza data dal poter rispondere a situazioni improvvise che mettono a repentaglio un loro bene, possono affrontare la malattia con più risorse.


Chi ha un tenore di vita alto deve pensare a mantenere la sua posizione o a massimo migliorarla, è uno stato sociale reale, toccato con mano che crea esperienza pertanto imprime a livello cognitivo qualità precise emotive, comportamentali e psichiche.


 Nelle persone che sono nate povere o per lo meno, in uno stato non abbiente la ricchezza è un sogno, uno scenario immaginato, vissuto per interposta persona.


Queste persone, che hanno una forma mentale differente, fanno molta più fatica a rendere reale ciò che è solo agognato e non esperienziato, a questi individui occorrono molte più risorse e forza di volontà per riuscire a riscattare la loro vita, per migliorarla.




Paura


Altro fattore determinante è la paura. 


Chi fa difficoltà ad arrivare a fine mese, chi non ha un’occupazione, o chi è in stato d’indigenza vive costantemente nella paura di non farcela, nella costante insicurezza, nell'inadeguatezza.

Questa percezione di sé gli riporta indietro un’immagine perdente del proprio IO se non addirittura del proprio Sé.


La paura, l’insicurezza, la frustrazione  ancorano al suolo, impediscono di muovere i famosi “passi più lunghi della gamba” che a volte sono necessari per riscattare il proprio stato sociale. 


Sono necessarie una grande volontà d’animo, una fiducia in se stessi e nella vita, tentativi su tentativi per migliorare lo stato delle cose.


 Chi non ha soldi pensa che il suo destino sia quello di soffrire tutta la vita e così facendo non riuscirà mai a emanciparsi, si sente un fallito.


 La paura di perdere quel poco che si possiede impedisce di fare delle scelte che possono essere determinanti per il miglioramento della  vita, la paura alimenta  l’insicurezza, c'è una sorta di impotenza appresa.




Elisa:  Romana mi trovi d’accordo con te su tutta la linea. Il tema del denaro è un tema che da secoli governa il mondo in cui viviamo e nel quale cerchiamo di evolvere come Anime in cammino.

Non ho avuto una vita dura come la tua e mi devo complimentare con te per come esponi il tuo vissuto personale in modo così trasparente e naturale.


Anche perché... a chi piace parlare di soldi e soprattutto del non averli o non averli posseduti? Ci vuole coraggio e consapevolezza per poterlo fare.

Guardiamo anche solamente al fatto di parlare di quanto guadagniamo con la nostra attività professionale. A volte non parliamo del salario che percepiamo neanche con le persone a noi più care. Certo, vi è sempre l’eccezione a questa regola, ma è ciò che ho percepito negli anni.

Come detto, non ho avuto difficoltà come le tue, anche se mi sono ritrovata spesso - soprattutto dopo la morte di mio padre - a fare i conti (c’è proprio da dirlo) tra lo scegliere tra un’entrata “sicura” (anche se comunque come sappiamo nulla a questo mondo lo è) e un percorso di studi. È stato difficile, perché come dici tu quando non si ha abbastanza denaro sopraggiungono un sacco di paure.

La paura di perdere le situazioni a noi più care, che spesso si traducono in: “Ma questa persona mi accoglierà ancora anche se sarò uno squattrinato?”.

Per non parlare poi di chi ha famiglia, di chi deve mettere sulla tavola dei propri figli ogni giorno da mangiare, con la speranza di potergli dare anche un futuro più “sicuro” (anche qui lo metto in virgolettato per le ragioni esposte poco fa).

E quando si è giovani come lo ero io, proprio nel momento in cui era d’obbligo una scelta, le paure ti attanagliano.

Ogni tanto ripenso al mio percorso: lavoravo nel settore della sicurezza (è paradossale no? Lavorare nella sicurezza per avere un futuro “sicuro” mentre si studia) per potermi pagare gli studi e tutto ciò che ne conseguiva.

 E, ogni tanto, penso che forse avrei potuto farcela ugualmente anche senza lavorare, magari scegliendo addirittura un’altra via formativa e godermi un po’ di più la vita universitaria che non mi sono mai goduta fino in fondo perché se non ero sui banchi di scuola, ero a fare qualche ronda o sorveglianza in giro per il Ticino.

Però (c’è un “però”) penso che se non avessi fatto tutto questo, non sarei la persona che sono oggi, una persona che valorizza il lavoro - suo e degli altri - tanto quanto valorizza ogni centesimo percepito.

Credo che anche al denaro bisogna dare il giusto valore. Anche in questo caso avere equilibrio, secondo me, è fondamentale.

Ad esempio, secondo mia esperienza, non si dà al denaro il giusto valore, quando per guadagnarlo, ci perdiamo le cose più essenziali della vita che il tempo mai ci riporterà indietro.

Non si dà al denaro il giusto valore, se lo si blocca e non lo si lascia scorrere per le cose essenziali della vita.

Chiaramente ognuno ha la sua visione riguardo a suddette cose.

Ad esempio, personalmente, preferisco avere un’auto di seconda, terza, addirittura quarta mano, per poter impiegare i miei soldi per viaggiare, scoprire, vivere nuove esperienze.

Credo altresì che il denaro non debba essere demonizzato come ci hanno insegnato. Questo perché come dici bene tu esso è energia e possiamo sempre scegliere come impiegare questa energia: se per “schiacciarci” o per “elevarci” verso i nostri ideali, progetti di vita e speranze.


Romana: il denaro non è né buono né cattivo, dipende tutto da noi. Noi possiamo scegliere cosa vogliamo essere con o senza soldi, possiamo scegliere come farli e cosa farne. Questo è il nostro grande potere su ogni cosa, La Scelta.


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