✳️Romana Prostamo✳️

Founder Senior

Le paure dei bambini, I° parte (Premessa)

2019-08-27 07:55:18

Data la complessità dell’argomento, per poter essere il più specifica possibile cercando di essere allo stesso modo concisa, dividerò l’articolo in 3 parti. Premessa, specificità, approcci.

Paure e angosce



La paura è un meccanismo atavico di difesa, è una qualità emozionale che ci fornisce la motivazione necessaria a utilizzare le energie per sopravvivere e per agire con prudenza.



Le spinte ci vengono da fattori determinanti:



1) POTERE.

Avere potere significa essere in grado di soddisfare i propri bisogni e la sopravvivenza è il denominatore comune di tutti i bisogni.


Quanto più un bambino è consapevole della misura e dei limiti del suo potere, più saprà come utilizzare al meglio le proprie risorse.



Esistono due metodi razionali per aumentare il proprio potere:



1) potenziando la forza fisica, in questo caso si fa affidamento sulle proprie forze

2) costruendo alleanze, in questo si dipende dagli altri.




Entrambi i metodi aumentano la possibilità di sopravvivenza del singolo.

(Approfondirò questo argomento quando parlerò delle paure nell’età adulta).


Paure e angosce.



Sebbene paura e angoscia vengano  spesso utilizzate come sinonimi, hanno natura e specificità differenti, e questo è bene ricordarlo.



Sicuramente hanno le stesse manifestazioni fisiche; in entrambi i casi viene coinvolto il sistema nervoso autonomo per le funzioni gastrointestinali e il simpatico che aumenta la secrezione di adrenalina e accelera i battiti del cuore, ecc.


Tuttavia, la paura è una reazione emotiva momentanea a un pericolo specifico, reale o irreale, per esempio, un cane o i mostri nell’armadio.

Deriva da una scarsa valutazione delle proprie forze messe a confronto con il pericolo.


La paura scompare appena interviene un cambiamento nel rapporto di potere, per esempio, il genitore che interviene a proteggerlo.




Diversamente, l’angoscia specifica una sensazione globale, totale e durevole di incombente sciagura, accompagnata dal senso di depressione.

Non ha riferimento alcuno con un pericolo reale, ma rispecchia in forma globale la debolezza,  la sensazione di sentirsi indifesi.



Provare  angoscia equivale a perdere fiducia in se stessi, può bloccare, temporaneamente le funzioni intellettive, es. con il panico.

Paura


La paura è una reazione emotiva a una minaccia certa, il bambino impaurito percepisce un estraneo, un animale, un oggetto o una situazione come minacciosi perché più forti di lui e quindi capaci di nuocergli.


In questi casi il bambino si percepisce più debole di fronte alla fonte di paura, emozione che cambia appena interviene un fattore che gli trasmette sicurezza, l’intervento di una persona amica o il familiarizzare con la fonte di disagio.



Gravi situazioni di paura e di ansia possono causare fenomeni regressivi nei bambini, un genitore violento e punitivo, un’esperienza scioccante, una separazione dei genitori, anche l’arrivo del nuovo nato, se non accettata, può causare la paura di non essere più amato e per cui abbandonato.


Si vede spesso questo stato affettivo nei ragazzi che sono cresciuti con un fratello o sorella disabili.


I fenomeni regressivi nei bambini sono pericolosi, esperienze dolorose o paure continuate come il terrore di subire punizioni corporali, possono causare gravi disturbi emotivi.

Tanto più è piccolo il bimbo, tanto maggiore è il danno che può subire la sua personalità non ancora strutturata, e la sua maturazione.


Angosce.


L’angoscia, per quanto abbia manifestazioni fisiologiche esteriori del tutto simili a quelle della paura, a differenza di questa è totale e durevole, non ha un riferimento specifico.


L’angoscia ha la capacità di congelare temporaneamente le funzioni cognitive; un bimbo angosciato può essere incapace a parlare, nel cercare di comunicare i propri pensieri inizia a balbettare e farfugliare.



E’ molto importante distinguere le due emozioni nei bambini, ognuna necessità di approcci diversi.



La paura è una reazione emotiva a una minaccia certa; l’angoscia deriva da una sensazione globale di debolezza, in questo caso il bambino si percepisce incapace di affrontare i pericoli.



Un bambino che prova paura e ansia sente di non riuscire a competere in modo positivo con una minaccia che legge più forte del suo potere di vincere.


Diversamente, l’angoscia non è una minaccia esterna, proviene dall’interno, dall’inconscio, il problema è lui stesso, la sua personalità .


Un bambino angosciato sottovaluta globalmente le sue capacità di affrontare le situazioni che la vita gli pone davanti.



Un’insicurezza così totalizzante va ad influenzare tutto il comportamento del bambino che avrà difficoltà di apprendimento, socializzazione, presenza mentale e funzionale nel quotidiano, e nel tempo soffrirà anche di paure specifiche.





Il mio consiglio, in casi come questi, è di farvi aiutare da un professionista che potrà prima di tutto riconoscere la situazione reale del vostro bimbo e poi aiutarlo ad elaborare al meglio.


Sebbene sottolineo sempre di rivolgersi a un esperto, reputo che i genitori abbiano il ruolo più importante.


Voi genitori state accanto ai vostri figli ogni giorno, respirate la stessa aria e quasi condividete il cuore.



Voi siete fondamentali nell’aiutare il vostro bambino a venire fuori da situazioni dolorose.



Ricordatevi che paure e angosce sono due ambiti molto diversi che necessitano di approcci specifici differenti.

Nel capitolo conclusivo dell’articolo dedicato alle paure dei bambini vi fornirò indicazioni specifiche che mi auguro vi possano aiutare ad affrontare paure o angosce dei vostri bambini, nella quotidianità.


Sono con voi sia come professionista che come mamma. Da persona che ha subito molto nella sua infanzia, continuerò a promuovere la consapevolezza verso l'infanzia, che va preservata come ogni età della vita, ma questo specifico momento è in mano a noi adulti.


Bimbi sereni saranno adulti sereni.


Con affetto


Romana