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La Pet Therapy, interventi assistiti con gli animali
Questo è Gohan (dal giapponese Riso Bianco Bollito) è il mio cane. Lui ha un cuore immenso e altrettanta pazienza. Gohan lo "uso" per fare la pet therapy coi bambini, in caso di depressione e con i diversamente abili.
Con anime nobili ci sentiamo a casa.
Il termine Pet therapy è stato coniato dallo psichiatra americano Boris Levinson nei primi anni ’60 il suo significato riporta al concetto di “terapia dell’animale da affezione”.
E' un approccio che va a supportare e rinforzare altre forme di terapia più tradizionale, traendo benefici effetti dalla vicinanza di un animale alla persona che sta facendo un percorso riabilitativo o emozionale.
L’animale non giudica, non rifiuta, si dona totalmente,
Quando lavoro con Gohan succede qualcosa di speciale, si instaura una relazione tra il cane e la persona che sta facendo questo tipo di percorso, una sintonia complessa e delicata che stimola l’attivazione emozionale e favorisce l’apertura a nuove esperienze, nuovi modi di comunicare, nuovi interessi.
Quando guardo Gohan interagire con la persona che sto seguendo mi emoziona la profondità dell'interazione che si instaura tra di loro.
Gohan (come ogni animale) non giudica, non rifiuta, si dona totalmente, non ha pregiudizi.
Stimola sorrisi, aiuta la socializzazione, aumenta l'autostima
In sua compagnia diminuisce il battito cardiaco e calano le ansie e le paure.
Non solo, favorisce la totalità delle espressioni delle persone, la persona non si difende è pienamente se stesso, cosa che tra gli umani spesso non accade.
È tuttavia fondamentale scegliere con cura le dinamiche psichiche del bambino o dell'adulto con cui l'animale si relaziona e conoscere a fondo le qualità intrinseche dell'animale che si utilizza per consentire il dispiegamento delle sue potenzialità di cura e il rispetto della persona.