✳️Romana Prostamo✳️

Founder Senior

La mercificazione della spiritualità.

2019-06-06 10:30:58

Buongiorno a tutti, eccoci al terzo appuntamento con la Rubrica "Visioni a Confronto"

Oggi con Romana parleremo della mercificazione della spiritualità e dello yoga.

Elisa: Tutti più o meno ci cascano quando iniziano ad avvicinarsi alla spiritualità e ad altre pratiche come lo yoga soprattutto.Ci ritroviamo a voler scegliere il tappetino più “trendy” che richiama ai chakra, sostituiamo le collanine con mala colorati e dalle pietre provenienti dall’Himalaya e addirittura cominciamo a vestirci in modo diverso.Diventiamo vegani o vegetariani (attenzione, non è un giudizio, ognuno è libero di fare ciò che più gli garba, ma continua a leggere per comprendere) e a volte la musica pop che abbiamo ascoltato fino a ieri viene improvvisamente soppiantata da mantra cantati da voci soavi.È sbagliato tutto questo? No, non sto dicendo questo. Come detto, ognuno è libero di fare ciò che desidera e di vivere le cose a proprio modo.Facciamo attenzione però a non perdere la “vera via”, quella che ci porta veramente dentro noi stessi e che non passa sicuramente attraverso gli oggetti materiali.È sicuramente umano tutto ciò, il volersi avvicinare a qualcosa tramite la materialità molto probabilmente è l’errore più umano che possiamo fare. Questo perché siamo abituati a trovare negli oggetti una sorta di “compenso” e sicurezza, riconoscendo il percorso che intendiamo intraprendere così anche da non “dimenticarcene”.Quando sono stata in India, precisamente a Rishikesh, nel Nord, ho notato qualcosa che mi ha lasciata molto perplessa.Rishikesh è la “capitale” mondiale per diventare insegnanti di yoga e meditazione. È diventata famosa grazie alla visita dei Beatles nel 1968 che ha chiaramente sdoganato - insieme ad altre situazioni - lo yoga e la meditazione in occidente.

Ad ogni modo, grazie alle situazioni descritte sopra, come ad un crescente turismo e anche allo stabilirsi di alcuni insegnati occidentali (formatisi lì), Rishikesh è diventata regno indiscusso dello yoga, della meditazione... e anche, ahimé, della mercificazione di entrambi.Seppur io abbia trovato Rishikesh molto bella come paesaggio, vi ho trovato anche molti occidentali agghindati un po’ troppo per i miei gusti, persone andate a ricercare “l’illuminazione” in quei posti.Io stessa ammetto che all’inizio l’idea di comprare un mala con le pietre abbinate ai chakra, o i leggings con le fasi lunari, o l’anello con il Fiore della Vita mi rassicurava quasi sul percorso che stavo iniziando a compiere.Più andavo avanti, più però mi accorgevo di tutto il business che vi stava dietro (chiaramente business promosso anche dagli stessi abitanti dell’India) e nel quale non avrei voluto entrare.Così, anche vedendo le mie compagne di corso con oggetti colorati e scintillanti, ho cercato di evitare tutto questo, anche se ogni tanto un paio di oggetti li ho comprati.Lo yoga purtroppo in occidente oltre che business è diventato una moda. Se vi fate un giro su Instagram e cercate #yoga, vi accorgerete di come questa disciplina purtroppo viene percepita e mostrata al pubblico occidentale: tutti belli, tutti “fit”, tutti “alla moda”, tutti “in”.

Un percorso spirituale può essere intrapreso senza oggi che richiamino ad esso, come anche la pratica yoga. Un conto può essere la scelta di alcuni supporti per aiutarti, ma tutto il resto sono convinta si possa trovare al nostro interno.

Il Buddhismo non è una  moda è una filosofia di vita.

Romana: carissima Elisa , che dire le tue riflessioni sono molto reali.Per quanto riguarda il mio pensiero sono dell’idea che la spiritualità sia una qualità intrinseca in ognuno di noi, la differenza sta in chi ce l’ha più evidente e chi ancora la deve scoprire.

Personalmente ho iniziato da piccolissima a fare il mio percorso spirituale, mi ha aiutato moltissimo il fatto che sono nata con dei “doni” che mi permettono da sempre di vedere oltre la materia e il tempo.Riuscire a vedere le connessioni tra le cose, potere andare indietro o in avanti nel tempo e rendersi conto di realtà parallele porta ad avere una visone d’insieme molto ampia.

Nel tempo mi sono accorta che il mio pensiero si avvicinava alla filosofia buddhista e ho deciso di abbracciarla per il mio cambiamento e la mia crescita.

Quando sono andata al prima volta il Ladack a lavorare in ospedale, ho comprato una mala, la collana che serve per pregare, fatta di ossa umane.Ci ho messo molti giorni prima di riuscire ad indossarla, mi faceva una certa impressione.

Nel buddhismo utilizzare oggetti derivati dal corpo umano serve a lavorare sull’impermanenza, sul non essere attaccati all’apparenza del nostro corpo che per quanto possa essere perfetto, poi invecchierà o si ammalerà, in ogni caso cambierà ma questo non vuol dire che si deterioreranno le nostre qualità.Decidere di sviluppare la propria parte spirituale è una scelta consapevole e un cammino impervio.I percorsi faticosi non sono mai allettanti, mercificare la qualità migliore che abbiamo, la spiritualità, è una scelta che porta a un appagamento illusorio del proprio Ego.Il nostro Ego, lo sappiamo, ha un grande potere su di noi, e contrastarne la pervasività è complesso.

Mettersi addosso una mala o vestirsi new age o come maestri yoga non fa di noi degli esseri spirituali, anzi, vuol dire dare importanza all’apparenza.La prima volta che sono andata a Milano in un centro buddhista pensavo di trovare tutte persone pacifiche, serene, in pace con loro stesse invece ho trovato rabbia, invidie, gelosie e possessività.Sonno rimasta sconvolta. Come si fa a dire di essere buddhisti quando l’animo è così pieno di rabbia?

Eppure tutti avevano la mala al collo o al braccio. Erroneamente si pensa che indossare orpelli ci renda migliori, in realtà solo l'amore, la generosità e la compassione ci rendono persone migliori.

Ho visto nel tempo gente che presenziava a una puja (la messa buddhista) o celebrava il Losar (il capodanno buddhista), perchè fa moda, fa figo.

 E' come se io presenziassi a una messa cristiana senza essere un prete.

Questo lo trovo poco rispettoso di un credo.

Anche i mantra vengono recitati senza conoscere il vero valore di una preghiera e senza conoscerne la potenza. Perchè? Per il semplice fatto che questo ci fa sentire più spirituali, in realtà è una mancaza di rispetto considerato che i matra ti devonoesser pasati da un Lama.E’ pura illusione. In realtà si vuole passare un messaggio agli altri di essere spirituali quando invece si pensa esclusivamente a se stessi, nell’ignoranza delle cose non si riflette che non è ciò che indossiamo o le cose che diciamo  ma ciò che siamo intimamanete che fa la vera differenza.La spiritualità non ha etichette, è un mondo vasto come l’Universo, come lo è la qualità dell’energia che ogni nostro cuore immette nel mondo.

Finchè siamo fermi a noi stessi non vedremo mai la bellezza che che c'è intorno e dentro di noi.

Non crediamo alla nostra spiritualità perchè pensiamo di essere solo ciò che vediamo di noi ogni giorno. 

Mettiamo da parte le apparenze e guardiamoci dentro, c'è bellezza in ognuno di noi.

Tenzin Trasci

La Via del Divenire

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