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Scegli di essere felice - La felicità è una cosa semplice
Se a scuola mi avessero chiesto di compilare una lista di cose che non avrei mai di pensato di fare nella vita, scrivere un libro sarebbe stata la prima. Come tanti bambini non capivo l’utilità dello studiare e del leggere buoni libri, figuriamoci scriverne uno.

Introduzione
Come tanti bambini non capivo l’utilità dello studiare e del leggere buoni libri, figuriamoci scriverne uno. Non è stato un compito facile, anzi. Ho rimandato diverse volte in questi ultimi anni e per diverse ragioni. In modo più o meno consapevole, le idee contenute tra queste pagine mi hanno accompagnato per tutta la vita e oggi, finalmente, sono diventate il libro che stai leggendo.
Voglio dirti alcune cose molto importanti prima di iniziare.
Io NON SONO un guru né tantomeno un maestro che dispensa lezioni di vita. Il mondo è già pieno di saccenti guaritori dell’anima depressi e filosofi infelici che hanno le risposte a tutti i problemi tranne i propri.
È una premessa molto importante perché non è il messaggio che voglio darti. Quindi partiamo con il piede giusto e soprattutto partiamo dall’inizio.
All’età di diciotto anni non avevo la benché minima idea di cosa fare della mia vita. Avevo appena finito le superiori frequentando una scuola scelta perché, sulla carta, sarebbe dovuta essere più agevole di altre, per chi come me a quel tempo cercava una carriera nel mondo del calcio.
Una carriera mai arrivata e una passione, che da lì a un anno, sarebbe stata soltanto un ricordo. È stata la paura la vera molla del mio cambiamento. Avevo paura di vivere come uno sprovveduto, senza arte ne parte, per il quale il più grande concetto di felicità, sarebbe stato l’aperitivo nel weekend dopo una settimana passata a lavorare tutto il giorno.
Avevo tanta paura di vivere come mio padre, un umile e grande lavoratore dei cantieri navali di Monfalcone. È stato lui ad insegnarmi indirettamente uno dei concetti che da li a pochi anni divennero la base dei miei modelli di lavoro nel coaching personale.
Sapere quello che vuoi non basta! Devi sapere prima di tutto quello che non sei disposto ad accettare, perché tra equilibrio e compromesso c’è un enorme differenza.
Prima farai tuo questo concetto e meno frustrazione vivrai nella tua vita. Questa distinzione ha rappresentato uno dei momenti di svolta fissando gli standard della vita che avrei vissuto.
È da li che iniziai a mettermi davvero in discussione. Iniziai a formarmi, leggere libri e fare corsi per imparare cose nuove e avere nuove competenze. Ma la cosa più importante, quella che fece davvero la differenza, fu disimparare le vecchie cose a cui ero legato. Se solo ci penso ho i brividi.
Ero letteralmente figlio dei detti popolari.
“Chi dorme non piglia pesci”
“Chi si ferma è perduto”
“Chi lascia la strada vecchia per quella nuova …”
“Prima il dovere e poi il piacere”
Roba da ansia da prestazione.
A complicarmi la vita non erano tanto le cose che non conoscevo, ma quello che pensavo di conoscere e, sulle quali avrei messo le mani sul fuoco.
Un po’ come se il mio mondo e la realtà che conoscevo finissero in provincia di Gorizia.
Mi è costato tantissimo emotivamente e non solo. Ho dovuto snellire il mio modo di pensare smettendo di cercare di essere una persona che non ero iniziando, invece, a capire chi fossi veramente.
E come spesso accade, quando ti togli di dosso tutto quello che non ti serve, trovi esattamente quello che stavi cercando. Io, finalmente, trovai me stesso, “il Simo”, quello vero e insieme a lui, la mia direzione, il mio scopo, la mia libertà e il mio equilibrio.
Diventai consapevole che non ero il risultato delle circostanze. Non ero una vittima designata. Inizia a cambiare il mio vocabolario.
Frasi come “è questione di fortuna” “perché sempre a me?” “tanto non cambia niente” “non è colpa mia” non facevano più parte di me. La “lamentite” di cui soffrivo, una malattia di cui mi ero liberato.
Mi ci sono voluti anni ma alla fine ho capito la cosa più importante: non era questione di “sfortuna” ma di responsabilità.
L’ansia del “successo” divenne soltanto un brutto ricordo. Iniziò il mio viaggio personale alla ricerca di una vita autentica, una vita che mi appartenesse veramente.
Basta interpretare il ruolo del bravo bambino. Basta uniformarmi ad un’idea di me che non era mia. Basta aspettative e sensi di colpa.
Feci la scelta più importante: scelsi la MIA felicità secondo un concetto molto pratico che è diventato il principio di tutta la mia vita.
La felicità è una cosa semplice. Siamo noi a complicare le cose.