Silvia Pellas

Founder Junior

IN DIFESA dei gatti NERI dai pericoli dell’ IGNORANZA E della SUPERSTIZIONE

2019-11-01 15:43:48

Spesso con disappunto vedo associata ad Hallowen l’immagine del gatto nero.Come se il gatto nero fosse inevitabilmente associato a energie negative .Sappiamo tutti la diceria popolare dal gatto nero che attraversa la strada .Quanti di voi sinceramente ancora ci cascano ? Sapete che ancora oggi .

In difesa de gatti neri


Spesso con disappunto vedo associata ad Hallowen l’immagine del gatto nero.

Come se il gatto nero fosse inevitabilmente associato a energie negative .

Sappiamo tutti la diceria popolare dal gatto nero che attraversa la strada .

Quanti di  voi sinceramente ancora ci cascano ?

Sapete che ancora oggi i gatti neri sono in pericolo durante la festa di Hallowen? 


L’origine della festa di Hallowen è ben diversa da quella che viene festeggiata da noi in Italia e ancor più in America . Il suo significato è molto più profondo 


“Halloween (termine inglese, AFI: [hæləˈwiːn] o [hæloʊ̯ˈiːn]; pron. italianizzata /ˈallowin/ o /alloˈwin/[1]) è una ricorrenza di origine celtica celebrata la sera del 31 ottobre, che nel XX secolo ha assunto negli Stati Uniti le forme spiccatamente macabre e commerciali con cui è divenuta nota. L'usanza, molto influenzata dalle nuove tradizioni statunitensi, si è poi diffusa in molti Paesi del mondo e le sue manifestazioni sono molto varie: si passa dalle sfilate in costume ai giochi dei bambini, che girano di casa in casa recitando la formula ricattatoria del trick-or-treat (dolcetto o scherzetto, in italiano).


Caratteristica della festa è la simbologia legata alla morte e all'occulto, di cui è tipico il simbolo della zucca con intagliata una faccia sorridente (il più delle volte spaventosa) e illuminata da una candela o una lampadina piazzata all'interno.

Storia di Hallowen


Lo storico Nicholas Rogers, ricercando le origini di Halloween, nota che mentre alcuni studiosi hanno rintracciato le sue origini nella festa romana dedicata a Pomona - dea dei frutti e dei semi - o nella festa dei morti chiamata Parentalia, Halloween viene più tipicamente collegata alla festa celtica di Samhain (pronunciato [ˈsɑːwɪn] o [ˈsaʊɪn]), originariamente scritto Samuin (pronunciato [ˈsaṽɨnʲ] in gaelico).[3] Il nome della festività, mantenuto storicamente dai Gaeli e dai Celti nell'arcipelago britannico, deriva dall'antico irlandese e significa approssimativamente "fine dell'estate".[3][4][5]


La tesi della derivazione di Halloween da Samhain fu sostenuta da due celebri studiosi di fine Ottocento, Rhŷs e Frazer[6]: secondo il calendario celtico in uso 2000 anni fa tra i popoli dell'Inghilterra, dell'Irlanda e della Francia settentrionale, l'anno nuovo incominciava il 31 ottobre.


Nell'840, sotto papa Gregorio IV, la Chiesa cattolica istituì ufficialmente la festa di Ognissanti per il 1º novembre: probabilmente questa scelta era intesa a creare una continuità col passato, sovrapponendo la nuova festività cristiana a quella più antica. A conferma, Frazer osserva che, in precedenza, Ognissanti era già festeggiato in Inghilterra il 1º novembre. Questa tesi ha avuto amplissima diffusione.


Tuttavia lo storico Hutton l'ha messa in discussione, osservando come Ognissanti venisse celebrato da vari secoli prima di divenire festa di precetto, in date discordanti nei vari Paesi: la più diffusa era il 13 maggio, in Irlanda (paese di cultura celtica) era il 20 aprile, mentre il 1º novembre era una data diffusa in Inghilterra e Germania (paesi di cultura germanica)[6].


Secondo l'Oxford Dictionary of English Folklore: «Certamente Samhain era un tempo per raduni festivi e nei testi medievali irlandesi e in quelli più tardi del folclore irlandese, gallese e scozzese gli incontri soprannaturali avvengono in questo giorno, anche se non c'è evidenza che fosse connesso con la morte in epoca precristiana, o che si tenessero cerimonie religiose pagane»[6]. L'associazione centrale col tema della morte sembra affermarsi in un periodo successivo, e appare evidente nella più recente evoluzione anglosassone della festa con le sue maschere macabre.


Dopo che il protestantesimo ebbe interrotto la tradizione di Ognissanti, in ambito anglosassone si continuò a celebrare Halloween come festa laica. Negli USA, a partire dalla metà dell'Ottocento, la festa si diffuse (specialmente a causa dell'immigrazione irlandese) fino a diventare, nel secolo XX, una delle principali festività statunitensi[7].

Negli ultimi anni del secolo la festività di Halloween ha assunto carattere consumistico, con un oscuramento progressivo dei significati originari. Festeggiamenti che durano interi weekend sono ormai tipici in tutti gli Stati di influenza anglofona. Così in USA, Irlanda, Australia e Regno Unito, Halloween viene festeggiato come una "festa del costume", dove party in maschera e festeggiamenti tematici superano il tipico valore tradizionale del "dolcetto o scherzetto", per dar vita a una nuova tradizione di divertimento, caratteristica di una gioventù cresciuta.( Fonte Wilkepedia)

I Celti e i festeggiamenti di Samhain


I Celti erano prevalentemente un popolo di pastori, a differenza di altre culture europee, come quelle del bacino del Mediterraneo. I ritmi della loro vita erano, dunque, scanditi dai tempi che l’allevamento del bestiame imponeva, tempi diversi da quelli dei campi. Alla fine della stagione estiva, i pastori riportavano a valle le loro greggi, per prepararsi all’arrivo dell’inverno e all’inizio del nuovo anno. 


Per i Celti, infatti, l’anno nuovo non cominciava il 1° gennaio come per noi oggi, bensì il 1° novembre, quando terminava ufficialmente la stagione calda ed iniziava la stagione delle tenebre e del freddo, il tempo in cui ci si chiudeva in casa per molti mesi, riparandosi dal freddo, costruendo utensili e trascorrendo le serate a raccontare storie e leggende. Il passaggio dall’estate all’inverno e dal vecchio al nuovo anno veniva celebrato con lunghi festeggiamenti, lo Samhain (pronunciato sow-in, dove sow fa rima con cow), che deriverebbe dal gaelico samhuinn e significa “summer’s end”, fine dell’estate. In Irlanda la festa era nota come Samhein, o La Samon, la festa del Sole, ma il concetto è lo stesso. In quel periodo dell’anno i frutti dei campi (che pur non essendo la principale attività dei celti, venivano comunque coltivati) erano assicurati, il bestiame era stato ben nutrito dell’aria fresca e dei pascoli dei monti e le scorte per l’inverno erano state preparate. 


La comunità, quindi, poteva riposarsi e ringraziare gli Dei per la loro generosità. Ciò avveniva tramite lo Samhain, che, inoltre, serviva ad esorcizzare l’arrivo dell’inverno e dei suoi pericoli, unendo e rafforzando la comunità grazie ad un rito di passaggio che propiziasse la benevolenza delle divinità. L’importanza che la popolazione celta attribuiva a Samhain risiede nella loro concezione del tempo, visto come un cerchio suddiviso in cicli: il termine di ogni ciclo era considerato molto importante e carico di magia. Insieme a Samhain (31 ottobre, appunto) si festeggiavano Lughnasadh (1 agosto), Beltane (30 aprile o 1 maggio), Imbolc (1-2 febbraio), Yule (21 dicembre), Ostara (21 marzo), Litha (21 giugno) e Mabon (21 settembre). 


L’avvento del Cristianesimo non ha del tutto cancellato queste festività, ma in molti casi si è sovrapposto ad esse conferendo loro contenuti e significati diversi da quelli originari. La morte era il tema principale della festa, in sintonia con ciò che stava avvenendo in natura: durante la stagione invernale la vita sembra tacere, mentre in realtà si rinnova sottoterra, dove tradizionalmente, tra l’altro, riposano i morti. Da qui è comprensibile l’accostamento dello Samhain al culto dei morti. I Celti credevano che alla vigilia di ogni nuovo anno, cioè il 31 ottobre, Samhain chiamasse a sé tutti gli spiriti dei morti, che vivevano in una landa di eterna giovinezza e felicità chiamata Tir nan Oge, e che le forze degli spiriti potessero unirsi al mondo dei viventi, provocando in questo modo il dissolvimento temporaneo delle leggi del tempo e dello spazio e facendo sì che l’aldilà si fondesse con il mondo dei vivi e permettendo agli spiriti erranti di vagare indisturbati sulla Terra.


Samhain era, dunque, una celebrazione che univa la paura della morte e degli spiriti all’allegria dei festeggiamenti per la fine del vecchio anno. Durante la notte del 31 ottobre si tenevano dei raduni nei boschi e sulle colline per la cerimonia dell’accensione del Fuoco Sacro e venivano effettuati sacrifici animali. Vestiti con maschere grottesche, i Celti tornavano al villaggio, facendosi luce con lanterne costituite da cipolle intagliate al cui interno erano poste le braci del Fuoco Sacro. Dopo questi riti i Celti festeggiavano per 3 giorni, mascherandosi con le pelli degli animali uccisi per spaventare gli spiriti. In Irlanda si diffuse l’usanza di accendere torce e fiaccole fuori dagli usci e di lasciare cibo e latte per le anime dei defunti che avrebbero reso visita ai propri familiari, affinché potessero rifocillarsi e decidessero di non fare scherzi ai viventi. Fònte :- https://www.irlandando.it/halloween/storia/

Credenze  sul gatto nero


All’epoca, quando ci si spostava con le carrozze o in sella ai cavalli, spesso capitava che quest’ultimi si spaventassero di fronte alla vista degli occhi chiari dei gatti neri.


Da lì si diffuse la superstizione che fossero sotto il controllo del demonio.


Poi si iniziò a relazionare il gatto nero alla stregoneria e alla magia nera. Si pensava che i gatti neri fossero in realtà delle streghe trasformate o loro fedeli compagni di magie occulte.


E così cominciò la caccia ai gatti neri: venivano perseguitati e perfino bruciati nei roghi o sacrificati durante riti satanici proprio durante la notte di Halloween. 

Gatti neri, riti satanici e messe nere

È ora di uscire dal Medioevo!

Ancora  oggi  nonostante ci troviamo nel 2019 i gatti neri durante la festa di Hallowen sono in pericolo, preda di squilibrati e fanatici .

Io ho due gatti neri e nonostante siano ben protetti dagli estranei ogni volta che c’è la festa di Hallowen mi sento in ansia per tutti quelli che invece non lo sono.

Quando ho adottato il secondo gatto Artù la volontaria mi ha confessato che me lo dava così piccino ( 2 mesi e mezzo) solo perché ero io e mi conosceva , ma che si solito per sicurezza non da un micio che non ha almeno 6 mesi,a chi non conosce, soprattutto in periodi come questo.


“Un pericolo ancora maggiore per i gatti neri è rappresentato dai riti satanici. Tra le località a maggiore rischio messe nere, ci sarebbero alcune zone del Piemonte, della Lombardia, della Liguria, dell’Emilia Romagna, del Veneto e del Lazio. Secondo Croce (di AIDAA) “la zona di Mirandola è da considerare tra quelle a maggior rischio messa nera in quanto si tratta della punta sud est del pentacolo dei satanisti di rito layeriano”.

Questi rituali, che hanno origine nel Medioevo, trovano ancora oggi seguaci e adepti che, per praticarle, si riuniscono in luoghi isolati in particolari periodi dell’anno (come la notte di Halloween e dell’equinozio di primavera) e sacrificano bestiole innocenti perseguitate da assurde superstizioni, come i gatti neri (o quelli completamente bianchi)”. Fonte petpassion.tv


È ora di uscire dal Medioevo e di proteggere come si deve queste creature meravigliose!  I gatti al contrario invece di portare sfortuna proteggono le persone che si prendono cura di loro con amore dalle energie negative. Sono affettuosi, dolcissimi, socievoli . Solo chi li ha può rendersi conto quanto .

Io ho avuto altri gatti di altri colori e vi assicuro che non ho mai ricevuto così tanto affetto come dai miei due gatti neri .


“Il gatto nero è un esemplare dall’indole sensibile, riservata, possiede una spiccata intelligenza ed è in grado di avvertire le intenzioni del suo interlocutore umano. Per questo appare sfuggente con chi gli incute timore. Esistono piccole differenze tra maschio e femmina: il primo è più mansueto mentre la seconda più combattiva. E secondo molti studi, il gatto nero possiede un fisico più resistente alle malattie, che lo rende uno degli esemplari più diffusi e longevi. Ama dormire nel letto con il proprietario e adora farsi coccolare, ripagandolo con una fedeltà granitica.” Fonte greenstyle.it


Superstizioni e infondate credenze popolari si combattono con la cultura e il dialogo.

Il gatto nero che porta fortuna


“Per gli antichi greci e per gli egizi i gatti neri erano addirittura sacri. 

Nei paesi anglosassoni il gatto nero è di norma considerato un vero talismano. Gli scozzesi credono che l’arrivo di un gatto nero in casa significhi prosperità. Nella mitologia celtica, una fata nota come Sìth prende la forma di un gatto nero. Inoltre, si ritiene che una ragazza che possiede un gatto nero avrà molti pretendenti. I poteri soprannaturali attribuiti ai gatti neri sono stati spesso visti positivamente, ad esempio dai marinai che “volevano un “gatto della nave” nero perché avrebbe portato fortuna”, come scrive Jonathan Eyers in ‘Don’t Shoot the Albatross!: Nautical Myths and Superstitions’. A volte, le mogli dei pescatori tenevano gatti neri anche a casa, con la speranza che sarebbero in grado di usare la loro influenza per proteggere i loro mariti in mare.


I gatti neri sono considerati benauguranti anche in tutto il Giappone. Nella simbologia islamica sono un animale ambivalente con “sette anime” (seba’aruah). In Birmania e nel Siam vi era la credenza secondo cui, quando un uomo moriva, il suo spirito, prima di andare in cielo, andasse in un gatto fino alla morte fisica del felino.

Fonte lifegate,it”


Alla fine di questo lungo articolo vorrei invitare tutti a uscire mentalmente dal medioevo e proteggere questo meraviglioso animale che merita solo il nostro affetto , la mostra stima e ammirazione . Io senza l’affetto dei mie due gatti neri non saprei più che fare ! Dopo una giornata negativa i miei due angeli mi fanno ridere e mi riempiono di amore e bellezza.

Io personalmente farò tutto ciò che mi è possibile per difenderli e per diffondere cultura e dialogo in merito a queste assurde superstizioni che rischiano di mettere in pericolo un essere meraviglioso dolcissimo affettuoso e si molto positivo!


Le foto dei gatti  pubblicate sono dei miei due gatti neri Sofia e Artù !