Silvana Ottolini

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I MESTEE DE MILAN

2019-06-10 15:10:44

Sulle vie di Milano agivano svolgendo un servizio molto serio e qualche volta a pagamento immediato delle multe.

Se l'ora di punta non consentiva al vigile il tempo per un verbale si concludeva il tutto con un rimprovero e una lavata di capo per l'automobilista. A differenza di oggi che si trova un'anonima fotocopia sul parabrezza senza neanche specificato il motivo dell'infrazione. L'aspetto del vecchio Ghisa era quello orgoglioso di chi aveva la consapevolezza di appartenere a una prestigiosa categoria. I Vigili urbani di un tempo erano affettuosamente chiamati dai milanesi Ghisa e rivivono sempre con affetto nella nebbia della memoria. Il Corpo dei Sorveglianti Urbani risale al 1817 quando il Delegato per le vettovaglie e le strade ne nominò i primi dieci addetti ai forni, ai macelli ai mercati. I Sorveglianti durarono fino al 1860 quando con un avviso della guardia Municipale del 1 Ottobre essendo sindaco Beretta, comparvero i primi 50 vigili Urbani che portavano l'uniforme. Era la grinta della vecchia guardia, quella stessa che parlava volentieri e mano alla visiera salutava il cittadino prima o dopo ogni colloquio, severo ma sempre cortese il vecchio Ghisa per tanti anni ha rappresentato la laboriosità della categoria e l'orgoglio dei milanesi. Con il gelo, la neve, la pioggia o certi caldi insopportabili di certe estati milanesi loro erano sempre lì a fendere l'aria con i bianchi manicotti. Negli ultimi anni la fisionomia a del caro Ghisa si è modificata se emerge ancora la grinta si ha l'impressione che non sia più una normativa professionale ma una dote personale. E il saluto d'ordinanza, forse sopravvive ancora in qualche raro caso degno di encomio. Peccato.