Sergio Del Barba

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SOS Amazzonia, come adottare un albero per promuovere insieme la riforestazione !!

2019-10-06 18:35:38

Dopo l'allarme per gli incendi che stanno devastando la foresta pluviale, tante le iniziative messe in campo per promuovere la riforestazione. Ecco come aderire alle varie campagne green. A cominciare dall'adozione di una piantina di noce amazzonica

e immagini della Foresta Amazzonica che brucia hanno sconvolto il mondo. Perché – al contrario di quanto sostenuto nel suo discorso alle Nazioni Unite dal Presidente del BrasileJair Bolsonaro – è davvero un patrimonio dell’umanità. Che va difeso e protetto. Da tutti. Per contrastare il fenomeno dei cambiamenti climatici, una delle azioni fondamentali è aumentare la quantità di alberi che ci circondano. Per questo sono molte le organizzazioni che hanno attivato progetti di piantumazione coinvolgendo enti pubblici e semplici cittadini. Sia nella grande Amazzonia, sia, più in piccolo, nelle nostre città.

La deforestazione dell’Amazzonia

Con i suoi circa 5,5 milioni di chilometri quadrati, l’Amazzonia è la più grande foresta pluviale della Terra, più della metà in territorio brasiliano. Fondamentale per la quantità di anidride carbonica che assorbe e di vapore acqueo che riversa nell’atmosfera. Ma negli ultimi anni il disboscamento feroce di cui è vittima ne sta mettendo a repentaglio la sopravvivenza. Dal 1970 ad oggi, oltre il 20 per cento della foresta amazzonica è andato distrutto. In meno di 100 anni questo polmone della Terra rischia di sparire completamente. L’Istituto nazionale per le ricerche spaziali (Inpe) brasiliano ha pubblicato dati allarmanti (e per questo il suo capo è stato licenziato da Bolsonaro). Il picco di deforestazione è avvenuto proprio negli ultimi 12 mesi. La pratica usuale è quella di appiccare incendi: da gennaio 2019 sono stati 72 mila, 9.500 solo nel mese di luglio. Il risultato delle fiamme? L’88 per cento in più di territorio distrutto rispetto al 2018.

Adotta un albero”: la campagna di Cesvi

Al di là della politica e delle pressioni internazionali sul presidente brasiliano, ci sono organizzazioni che concretamente cercano di invertire la tendenza. Salvando gli alberi. O piantumandone di nuovi. È quello, per esempio, che fa Cesvi, ong di cooperazione e sviluppo che da oltre 30 anni opera anche in Sud America per salvaguardare la biodiversità amazzonica. Il suo progetto Adotta un albero, nella zona di Madre de Dios in Perù, protegge la Noce amazzonica, considerata un “super alimento” grazie alle sue proprietà nutrizionali. E proteggendola, Cesvi preserva anche le comunità che vi basano la propria sussistenza: l’ong interviene lungo tutta la filiera di produzione, supportando prima le associazioni di raccoglitori affinché possano ottenere un equo prezzo di vendita e affiancando, poi, le fabbriche di lavorazione con piani efficaci per la gestione d’impresa. E, infine, attivando anche varie collaborazioni con istituti di ricerca ambientale, finalizzate alla diffusione di buone pratiche agroforestali che preservino l’integrità boschiva.
Come sostenere tutto questo? Basta adottare una piantina di noce amazonica facendo una donazione (da 75 euro in su) sul sito di Cesvi. La piantina verrà affidata ad una famiglia che, in questo modo, entrerà a far parte del progetto di coltivazione. E chi dona riceverà subito via email la foto e la storia della famiglia aiutata.

Il progetto ForestaMi a Milano

Ma l’intervento più organico e scientificamente più completo è quello che sta portando avanti il team coordinato dal professor Stefano Boeri del Politecnico di Milano con l’aiuto anche di sponsor privati: ForestaMi. L’idea è quella di piantumare nella Città Metropolitana di Milano – 133 i Comuni coinvolti – 3 milioni di alberi entro il 2030. «È un progetto ambizioso, lo sappiamo» – ci spiega Maria Chiara Pastore, la ricercatrice del Politecnico che coordina il piano – Ma lo scopo è quello di migliorare la qualità dell’aria e abbattere le isole di calore. Oltre a contrastare il dissesto idrogeologico. Senza dimenticare che il verde urbano ha ricadute anche sull’inclusione sociale». I focus progettuali riguardano per il momento scuole, ospedali, piazze e viali alberati. E le parrocchie, dopo l’adesione della chiesa ambrosiana. «Abbiamo calcolato un indice importantissimo che si chiama tree canopy cover: è la superficie coperta dalle chiome. Ci dice, tra le altre cose, quanta C02 può essere assorbita». Attualmente Milano e il suo interland sono all’11 per cento. «Ben al di sotto delle migliori città europee, che arrivano al 20, 25 per cento». L’obiettivo, quindi, è arrivare a quelle cifre entro il 2030. In attesa del lancio ufficiale del progetto, previsto in occasione della Giornata nazionale dell’albero, il 21 novembre, già si sa che verranno piantumati 100 mila alberi nella prossima stagione. Numeri importanti, se si considera che nel solo Comune di Milano «nella stagione 2016-2017 abbiamo piantato 9.200 alberi, che sono diventati 16 mila tra il 2018 e il 2019», ha dichiarato l’assessore all’Urbanistica Pierfrancesco Maran.