Sensualità come eleganza non è da tutti
Sono SINCERA e SINCERAMENTE .. quante volte hai sentito ed usato questo termine ? ma cosa significa e da dove deriva lo sai ?
E’ ritenuto bello ciò che è carino, piacevole, attraente, gradevole, delizioso, armonico, meraviglioso, delicato, grazioso, incantevole, magnifico, affascinante, eccezionale, fantastico, magico, mirabile, pregevole, spettacolare, splendido, sublime, superbo.(Umberto Eco)
Ogni epoca ha i propri canoni estetici, una moda specifica, una cura del corpo attenta. Si può parlare oggi di chirurgia estetica, affollamento nelle palestre e nei negozi di cosmetica, di diete e ideali di perfezione da raggiungere. Ma il culto della bellezza non nasce nel XX secolo, né si collega all’avvento dei social network.
La bellezza femminile è stata valorizzata, reinterpretata e rappresentata in opere di intensa e raffinata suggestione, che esaltano i canoni estetici, i sogni, le aspirazioni, la dimensione psicologica, inconscia e onirica della donna e ne documentano l’evoluzione.
La bellezza della donna era collegata inizialmente alla fecondità e nell’arte classica al rispetto di determinate proporzioni. In seguito vennero valorizzate l’armonia e la grazia, come si può ammirare nelle opere di Botticelli “La nascita di Venere” e “La primavera”, la donna come simbolo di amore eterno e puro. Le forme del corpo sono morbide, rilassate per non parlare delle opere di Rubens che rappresentavano donne dalle forme opulente. Nel tardo ‘600, si nota una netta differenza tra le donne dell’alta società, costrette da abiti e busti per modellare il proprio corpo sin da piccole, e quelle del popolo, dimesse nell’aspetto (vedi “Las Meninas di Velázquez). Nel ‘700, le donne sono consapevoli della propria bellezza che viene valorizzata ed esibita in ambiti che evidenziassero la vita sottile, l’attenzione per il trucco, le acconciature ed il portamento. Nell ‘800, poi, si possono citare la “Maja desnuda” di Goya, che posa nuda consapevole della propria fisicità ed i nudi di Manet del tardo ‘800. (“Olympia” e “Colazione sull’erba”, nudo di donna non allegorico, con forme realistiche, comprese di “imperfezioni”). Nel ‘900, le influenze della Belle Époque si fanno notare nelle figure di donne dai corpi sottili, eleganti e dalla pelle diafana. Agli inizi del XX secolo, con l’avvento del cubismo, si ha un radicale cambiamento con donne dai volti e corpi scomposti, come frammenti di un fremito interiore. Da quel momento in poi, i limiti della rappresentazione femminile vengono superati, estremizzati. Ne sono un esempio le donne di Modigliani, con i colli lunghi e sproporzionati ed i visi irregolari; i corpi contorti e ripiegati di Schiele che con il corpo e il volto aveva l’obiettivo di esprimere un disagio psicologico. Come non parlare, inoltre, degli autoritratti di Frida Kahlo che esaltava il suo essere fuori dagli schemi di una bellezza tradizionale. Con Hopper, invece, il corpo esprime indipendenza ma anche solitudine contemporanea. Citiamo infine Botero che rappresenta donne decisamente sovrappeso ma felici e gaudenti, ma anche Lucian Freud che propone su tela donne dai corpi sfatti, scomposte e oscillanti tra il bulimico e l’anoressico.