Sensualità come eleganza non è da tutti
Quando uno scrittore a VEDERLA si innamora pazzamente e per tutta la VITA rendendola IMMORTALE
Lei aveva “lo splendore degli occhi suoi ridenti” ed il loro primo incontro avvenne a 9 ANNI . adesso si e' coniderati BAMBINI ma secoli fa si era " ADULTI " LEI era “vestita di colore bianchissimo”, e dopo un primo saluto, generò in lui un’immensa felicità e dando vita ai primi germogli di quello che sarebbe diventato presto uno dei canoni dell’amor cortese , un'immensità tale che adesso è IMMORTALE e tale che anch'io ne sto scrivendo e mi chiedo che saluto sia stato perche piccola neanche adolescente
quando non si e' cosi' FACOLTOSI
e RICCHI da potersi AGGIUDICARE
Una fanciulla IN FIORE
( cosi' la descrisse un fiore )
la donna fu per lui fondamentale fonte di ispirazione poetica.
Secondo quanto ci racconta il poeta stesso, la prima volta che vide
Beatrice era il 1274: Dante era quasi alla fine del suo nono anno di vita, Beatrice all’inizio.
Il secondo incontro, infatti, è avvenuto quando entrambi avevano
diciotto anni, quindi nove anni dopo il primo.
Paragonando il tutto ad OGGI .. direi che con la Nostra mentalità , sotto il ponte molta acqua passo'
In età medievale, era uso comune contrarre patti matrimoniali quando i diretti interessati erano ancora dei bambini, perché il matrimonio all’epoca era visto come un mezzo per sanare contrasti politici e stringere alleanze. Sia Dante che Beatrice si sposarono infatti per motivi politici, legandosi a famiglie prestigiose.
Beatrice si sposò prima del 1280 con Simone dei Bardi, la cui famiglia è famosa per aver commissionato tra il 1325 e il 1330 gli affreschi della loro cappella in Santa Croce a Giotto.
Quella dei Bardi era una casata illustre, titolare di una importante compagnia bancaria di Firenze.
Con questo matrimonio Beatrice, già appartenente a una famiglia di prestigio, entrò a far parte dell’élite aristocratica di Firenze.
Tanto gentile e tanto onesta pare
la donna mia quand’ella
altrui saluta, ch’ogne lingua
deven tremando muta,
E li occhi no l’ardiscon di guardare.
Ella si va, sentendosi laudare,
benignamente d’umiltà vestuta;
e par che sia una cosa venuta
Da cielo in terra a miracol mostrare.
Mostrasi sì piacente a chi la mira,
che dà per li occhi una dolcezza al core,
Che ’ntender no la può chi no la prova:
e par che de la sua labbia si mova
un spirito soave pien d’amore,
Che va dicendo a l’anima: sospira
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