Sensualità come eleganza non è da tutti
L’Instant Éternel, poesia di Hélène Picard
Avrò gustato i tuoi occhi, la tua fronte, la tua mano
più di quanto abbia gustato l'acqua limpida e il pane
(continua ... )
Avrei assaggiato i tuoi occhi, la tua fronte, la tua mano
Più di quanto abbia assaggiato l'acqua limpida e il pane,
La tua bocca mi avrà sempre abbeverata,
La tua anima l'avrei sognata tutta,
Vi ho desiderato come si desidera l'oro,
Ti ho posseduto come si abbraccia la morte,
Ti ho percorso come una strada nuova,
Hai ondeggiato tra le mie braccia come un fiume,
Ho caricato la tua fronte con tutta la bellezza,
Non ho saputo altro che raccogliere la chiarezza.
Tutte le mie notti erano fatte della vostra ombra,
E mi sei sembrato senza limiti e senza numeri,
E mi sei sembrato grande in tutto l'universo.
Dentro di me arrivavi con il rumore dei mari,
Con le urla umane e il respiro del sogno,
Eri dolce in me come uno sciopero,
Suono come un legno quando i venti sono sparsi,
Avete abitato per sempre i miei sguardi,
Mi hai fatta triste e splendida senza tregua
Come, su una torre, una regina che sogna...
E quando il mio pianto di notte, era così preoccupato,
Ti ho sentito scorrere lentamente dai miei occhi.
Avrò bevuto la tua vita alla fonte di acqua viva,
Tu sei l'eterno nell'ora fuggente,
Vi devo l'infinito, il sogno, il dolore,
E tu hai cambiato il ritmo del mio cuore.
Ti devo virtù, ira sacra,
questo libro tutto aperto per la sua porta d'oro,
e questo angelo che sorge dalla mia anima e dalla sera,
più grande del genio, ancora: disperazione...
Ti ho fatto il mio letto e la mia tavola servita,
in tutto posti, ti ho preso, nella mia ombra,
eri la mia casa e ti ho piantato,
per sempre, come un albero nel mezzo della mia vita...
Hélène Picard, L’Instant Éternel, 1907