Sensualità come eleganza non è da tutti
Le cortigiane Venexiane
QUANDO ESCORT non SIGNIFICAVA CORTIGIANA...Si sa che con il TEMPO cambiano i TERMINI , ma il mestiere più antico dell'essere e' sempre quello il prostituirsi , ma assieme a loro son sempre Uomini che preferiscono PAGARE che far atti sessuali " gratis " con le proprie mogli .
Ai tempi in cui Venezia era méta di turismo sessuale da tutta Europa ed il Maggior Consiglio tollerava la prostituzione sostenendo che pecunia non olet.
Le CORTIGIANE VENEXIANE
Essere cortigiane nel XVI secolo a Venezia significava non solo offrire il proprio corpo agli uomini più importanti della società, avendo come fine il vivere in agiatezza,
ma anche saper leggere, scrivere ed intrattenere con il proprio savoir fairie:
Le cortigiane dovevano essere affascinanti, colte in molte discipline, dalla musica alle lettere, dalla danza alla politica. Quindi STUDIARE e " sapersi muovere in quella società "
Queste figure femminili tanto desiderate non furono solo muse di uomini di lettere, ma anche di diversi pittori,
i quali, per la loro bellezza le utilizzavano come soggetto per dipingere figure femminili, anche sacre,
e ce n'è UNA in particolare il cui nome è Veronica Franco che ancora OGGI viene vista e ... pregata da molti devoti ( alla Madonna ) ma pochi lo sanno .. ne parlero' in seguito
Le cortigiane dette “oneste” venivano definite in tal modo non per la loro rettitudine, ma perché onorate e rispettate. ( Veronica Franco era la prima )
A Venezia dove la prostituzione era più tollerata e fiorente, le cortigiane, con la loro ostentazione ed il loro sfarzo costituivano anche un richiamo turistico ed una prova palese dei piaceri e della libertà garantiti nella Serenissima.
Basta leggere Montesquieu..
Mai, in nessun luogo si sono visti tanti devoti e tanta poca devozione come a Venezia.
Bisogna però ammettere che i veneziani e le veneziane hanno una
devozione che riesce a stupire: un uomo ha un bel mantenere una cortigiana
ma non mancherà la sua messa per nessuna cosa al mondo. Lo stesso per le Cortigiane , tutte casa ( al chi offrivano il corpo e chiesa per coloro che le sceglievano a pregare )
Proprio un proverbio veneziano del settecento riassumeva così la dolce vita suggerita ai nobiluomini:
” La matina una messeta, dopo pranzo una basseta, dopo cena una donneta”, ovvero mattina una messa, a pranzo bisca, e la sera un'amante.
Le cortigiane a Venezia erano dette “mamole”: Secondo i diari di Marin Sanudo nella Serenissima all’inizio del 500 ..le prostitute erano più di dodicimila su trecentomila abitanti.
Quindi se venezia vi vivevano in eta " fertile " 180000 persone di cui 90000 DONNE sapete quante erano le " CORTIGIANE "
Un paradiso per l’Aretino che durante il suo soggiorno a Venezia unì attorno a sè un gruppo di letterati ( le cosiddette officine ) i cui scritti avevano come soggetto le storie delle cortigiane.
Queste si distinguevano, per categoria e prezzi richiesti, dall’abito; Se erano COTIGIANE dette “oneste” indossavano eleganti soprabiti “zimarre” di velluto con i bottoni d’oro, con pelliccia di scoiattolo “vaio” e con le sopravvesti foderate di “pelliccia guarnaccia”, sottane di raso o ormesino lunghe fino a terra. Le più celebri percorrevano le salizzade e le calli seguite da paggi e servitori, ed indossavano gioielli preziosi... chi poteva permettersi tutto questo ??
TU ora che stai leggendo , DIMENTICA IL TUTTO .. non ti facevano neanche entrare nei luoghi nobili quindi DOVE VOLEVI ANDARE ??
Di solito si arricciavano i capelli e li tingevano di biondo, raccogliendoli con cordelline di seta in una rete d’oro. Esse seguivano i consigli di una nota alchimista, la nobildonna Isabella Cortese, che nel 1500 pubblicò il libro “Secreta”, dedicato alla cosmetica femminile
Invece quelle di basso rango usavano giubbotti di tela, camicie e braghe da uomo. In capo avevano un mezzo velo bianco di cambrai acconcio con la falda, la quale sporgeva tanto in fuori sopra la testa da coprire tutta la fronte.
Ai piedi calzavano scarpe rialzate, simili agli attuali zatteroni. Erano fanciulle “perdute” che si offrivano alla vista ed all’offerta dei passanti quasi del tutto svestite sul famoso “Ponte de le Tette”, incoraggiate in questo dal Doge e dal Vescovo che pensavano in questo modo di ridurre l’omosessualità dilagante in quel periodo.
Tra le cortigiane oneste e famose, oltre a Veronica Franco, di cui ho accennato ma ci fu Gaspara Stampa, nata a Padova e trasferita a Venezia, la voce femminile più autentica e spontanea della poesia erotica italiana. Si innamorò del conte Collaltino di Collalto, che poi l’abbandonò. La Stampa dedicò al suo amore finito “Le Rime”, un canzoniere che raccoglie trecentoundici composizioni, sonate, madrigali, canzoni e sestine.
D’Annunzio citò un suo verso nel “Fuoco” in cui il protagonista è il personaggio più autobiografico di questo autore: ” Vivere ardendo e non sentire il male”.La cortigiana poetessa morì giovane nel 1554.
Famosa e ricchissima fu anche Giulia la Lombarda, che, grazie alle sue relazioni con vescovi e sacerdoti importanti riposa ora accanto all’altar maggiore della chiesa di S. Francesco della Vigna a Castello.
Importante e ricca, ma che soggiornò a Venezia solo per qualche tempo, fu Tullia d’Aragona, famosa per essere l’autrice del “Discorso dell’infinità d’amore “(edito a Venezia nel 1574>) e per le “Rime”.
La veneziana Bianca Cappello divenne addirittura Granduchessa. Figlia di Pellegrina Morosini e del nobiluomo Bartolomeo Cappelli, si dette alla vita di cortigiana, quindi conobbe un tale Pietro Bonaventura, fuggì con lui, e si sposò a quindici anni. Insieme andarono a Firenze dove conobbero il Granduca Francesco I De Medici, che si innamorò di lei, e le fece una corte travolgente.
Il Bonaventura venne trovato morto, ed il Granduca sposè Bianca.
E festa fu ( per Lei ) che da nulla divenne in pochi anni GRANDUCHESSA
In foto Le Salizzade e Calle .. quest'ultime erano vicoli con qualche lume di candela acceso e quelli erano strapieni di coppie ( i NON nobili e prostitute ultimo rango ) dove era sesso a volonta MA usando le MASCHERE cosidette VENEZIANE per non farsi riconoscere ..
Ed eccomi a Lei
La più celebre e celebrata cortigiana dell’epoca, Veronica Franco
Veronica Franco – ritratta dal Tintoretto – intrattenne per una notte
Enrico III, re di Francia,
in visita a Venezia ( dopodiché le sue tariffe s’impennarono ) ( e ci credo ) e gli regalò tre sonetti composti per l’occasione in suo onore.
Il suo talento letterario è apprezzato da Benedetto Croce: «Veronica Franco merita un posto nella storia letteraria italiana,
impersona veramente in una sua particolare manifestazione lo spirito del Rinascimento».
Il filosofo liberale, proprietario di una rarissima edizione delle Lettere di Veronica Franco in originale, decide di ristamparle, nel 1949, sostenendo che vadàno ribaltati i termini:
non più cortigiana che compone anche versi,
ma autentica poetessa che incidentalmente è anche cortigiana.
Veronica era una delle poche " cortigiane ONESTE "
Onesta significava anche non “virtuosa”, ma “dignitosa”,
ovvero arrivata, di successo in grado di attirare visitatori stranieri
che vengono a Venezia SOLO per vederla, ( PENSA TE ) e tanto ricca da pagare tasse elevatissime ( il francese Thomas Croyat scriverà che le imposte versate dalle prostitute veneziane in cambio della tolleranza sono in grado di mantenere una squadra navale, posso accennare che er a quiei tempi una mezza flotta navale ) .
Alle cortigiane oneste – ricche, ammirate e rispettate – si contrappongono le “prostitute da lume” (così chiamate perché per farsi riconoscere accendevano una candela alla finestra) o povere donne che praticavano tariffe decisamente più basse. Quelle che DOPO scendevano CON LA MASCHERA SUL VISO e nei calle facevano atti sessuali e altro ...
La stessa differenza che ci può essere oggi tra una nigeriana che batte lungo un viale e ...una escort che si accompagna a un " ricco IMPRENDITORE " ATTORE , business man, e non scrivo altro .. ma spero che TU abbia capito
Le cortigiane scelgono il cliente, non vengono scelte e in molti casi non sono obbligate a intraprendere quella strada per motivazioni puramente economiche ( la stessa Veronica Franco proviene da una famiglia di buon livello, proprietaria di varie case ). Era un SUO modo di divertirsi e NON OBBLIGATA come ESCORT O PROSTITUTA