Sensualitè

Sensualità come eleganza non è da tutti

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Sensualità come eleganza non è da tutti

Il PUDORE nasce con noi o viene IMPOSTO ? e se si PERCHE' ?

2020-10-26 17:53:38

La foto e' di una coppia che fa l'amore .. e' uno scandalo ? ALLORA LEGGI 🔰⏬🔰⏬

La vergogna che NON nasce innata ma che ci viene IMPOSTA 

La vergogna è un’emozione tipicamente umana”  Riguarda sia se stessi, perché è legata all’autoconsapevolezza, ma è anche un’emozione sociale, perché implica lo sguardo giudicante degli altri” Ma perché ci vergogniamo quando siamo nudi? E non è un caso che gli organi genitali siano anche chiamati “pudende” un termine latino che significa “cose per cui si deve provare vergogna”. Sembra che la vergogna per la propria nudità si sia diffusa nella maggior parte delle società umane per proteggere la coppia. L’uomo è un animale sociale, e interagisce in continuazione con i suoi simili, ma l’esposizione della nudità, essendo un forte stimolo sessuale, minaccia la monogamia. “Ecco dunque la vergogna, che ci spinge a coprirci, evitando di indurre gli altri in tentazione” “La vergogna è infatti un’emozione che ha prima di tutto una funzione protettiva”. Lo dimostra la tipica postura della vergogna: la schiena curva, il capo chino, gli occhi bassi, come a volersi magicamente sottrarre agli sguardi chi prova vergogna, infatti, vorrebbe “sprofondare sotto terra” E lo dimostra il rossore, una reazione dell’organismo che ha un effetto paradossale inducendo chi si sente offeso a non aggredirlo.

Tramandato. Nel caso del pudore, la trasgressione sociale sottolineata dal rossore è la provocazione sessuale quando non dovrebbe esserci. Ecco perché nella maggior parte dei gruppi sociali se ne è sempre tramandata l’importanza attraverso i testi sacri, i miti, perfino nelle favole. Secondo la Bibbia, Adamo ed Eva, subito dopo aver assaggiato il frutto proibito, si vergognarono della propria nudità e si coprirono con una foglia di fico. La mitologia greca racconta che un giorno il giovane Atteone, recandosi a caccia, si imbattè in Artemide che si stava facendo il bagno: offesa per essere stata sorpresa nuda, la dea lo trasformò in un cervo e lo fece sbranare dai suoi cani. E ancora, in una nota favola di Andersen, I Vestiti nuovi dell’imperatore, un sovrano convinto di indossare un abito bellissimo sfila in mezzo alla città completamente nudo, subendo di fronte al suo popolo la peggiore delle umiliazioni. 

Quello su cui invece gli esperti  concordano è che noi non nasciamo pudichi o impariamo a esserlo. Molti psicologi ritengono che il pudore sia, venga, acquisito dopo. “Mediamente sorge intorno ai quattro anni” e si intensifica con la pubertà, specie tra padre e figlia; la figlia teme un’involontaria attivazione sessuale nel padre, il padre un possibile giudizio sessuale nella figlia”. Quel che è certo, tuttavia, è che il pudore è estremamente variabile: cambia a seconda delle persone, delle circostanze, dei luoghi, e di molti altri fattori.
Tanto per cominciare il pudore non è uguale nei due sessi. Quello maschile si concentra sui genitali (anche perché potrebbero rendere evidente un eventuale desiderio sessuale attraverso l’erezione), quello femminile coinvolge anche il seno (in particolare le areole mammarie e i capezzoli). Ma non è così ovunque: la cultura islamica, per esempio, impone alle donne di coprire l’intero corpo, e spesso anche il viso, mentre alcune tribù africane considerano del tutto normale girare completamente nudi, oppure “vestirsi” con il body painting.
 E anche nello stesso luogo le norme variano moltissimo nel corso della Storia. Greci e Romani, per esempio, praticavano lo sport completamente nudi. Anche alle Terme si spogliavano del tutto, benché uomini e donne in spazi e orari separati. Il pudore era invece importante per il sesso femminile: le matrone erano tenute a seguire le indicazioni della dea Pudicizia (a cui erano dedicati templi e monete), che imponeva di passare la maggior parte del tempo tra le mura domestiche e di essere “univira”, cioè di appartenere a un solo uomo.

Oltraggio al pudore. Nei secoli successivi il pudore è stato condizionato dalla Chiesa cattolica, che dal Medioevo in poi ha considerato la nudità peccaminosa. A farne le spese fu perfino il Giudizio Universale di Michelangelo nella Cappella Sistina, che il pittore Daniele da Volterra (in seguito soprannominato Braghettone) fu incaricato di ritoccare, coprendo le parti intime con opportuni vestimenti e fogliame.
 La spregiudicatezza libertina del secolo dei lumi fu una breve paretesi. Il pudore tornò in auge alla fine dell’800, specie nel Regno Unito durante il lungo regno della regina Vittoria (1837-1901), quando le donne non potevano mostrare, e nemmeno menzionare in pubblico, parti anatomiche al di sotto del collo. Il corpo femminile era talmente tabù che perfino le gambe dei tavoli, che le evocavano, venivano coperte da lunghe e spesse tovaglie. Fu solo dopo la Seconda guerra mondiale che le donne cominciarono a liberararsi del tipico corpetto semirigido allacciato alla schiena e ad accorciare le donne, rivelando per la prima volta le caviglie e, dalla metà degli anni Venti, anche le ginocchia, e addirittura la schiena con appositi scolli a V.

Al cinema. Nel frattempo a Hollywood si distinse Will Hays con il suo codice di limitazioni per le scene di nudo: “gli organi genitali femminili non si possono mostrare, nemmeno in forma velata, coperti da un tulle o nell’ombra, né tantomeno in forma simbolica, come attraverso un solco” raccomandava. E ancora: “Evitare le danze che provocano movimenti dei seni, nonché una palpazione eccessiva del corpo immobile”

Oggi? Quasi dico QUASI scomparso. Oggi invece è tutto cambiato. “Non c’è dubbio che nei Paesi occidentali, Italia compresa, oggi il pudore appaia un sentimento molto ridimensionato rispetto al passato” osserva Roberta Giommi, direttore dell’Istituto internazionale di sessuologia di Firenze. “Se un tempo era molto più intenso tra le donne, oggi potremmo dire che è simile nei due sessi. E tra le ragazze, più che la tendenza a nascondersi, prevale la tendenza a mostrarsi, anche se resta il ‘divieto di toccare’”.
Ci sono poi contesti in cui il pudore si attenua. “In palestra e negli spogliatoi si riduce perché il corpo è vissuto come un corpo sportivo e non sessuato” “Oppure negli ospedali, poiché si ritiene che medici e infermieri siano professionali e sessualmente neutrali: in questi casi il pudore si affievolisce, ma in genere non scompare mai del tutto. Anzi: non sono rari i casi in cui donne e uomini, proprio a causa del pudore, evitano di farsi visitare da ginecologi o andrologi, anche in caso di malattie gravi”.
E questo anche perché ci possono essere due ragioni che spingono a coprire il proprio corpo: il timore di suscitare desiderio, ma anche la paura di non essere desiderabili. Il primo è il pudore vero e proprio, il secondo è un aspetto più patologico e oggi sempre più diffuso.

Scandalo!  

Infine, il pudore (degli altri, in questo caso) può essere usato anche per attrarre l’attenzione. È il caso di chi pratica lo “streaking”, uomini e donne che interrompono spettacoli o manifestazioni sportive mostrandosi nudi e correndo per non farsi prendere dalla polizia: un fenomeno che si è diffuso dopo il 1973 come risposta alla legge contro l’oscenità emanata dalla Corte suprema degli Stati Uniti. Accadde durante la consegna degli Oscar nel 1974 davanti a uno sconcertato David Niven e, nello stesso anno, durante la partita di rugby Inghiterra- Francia davanti a 53000 persone.

E Pochi giorni fa quando la Premier norvegese si e’ esposta al pubblico con un abito che aveva un decolletè troppo vistoso .. Ovviamente sui vari social e’ stata “ sepolta “ ..

Ma cio’ che voglio far ora presente : devi scegliere o SI oppure NO 

DESIDERI VEDERE UNA COPPIA COMPLETAMENTE NUDA CHE FA L’AMORE ( O LODICO IO STA SCOPANDO ) 

Oppure 

DUE MILITARI COMPLETI CON MITRA ECC CHE STANNO PER TOGLIERE VITA A PERSONE ?

Io non arrivo a capire perchè c’è pudore a mostrare una tetta in spiaggia ... ma se per strada passa un uomo o donna che sia con una pistola o vi sia sangue a terra nessuno ci fa caso ! 

Si e’ per caso giunti al capolinea? 

Un bambino o bambina NON si vergogna se e’ nuda ma VIENE IMPOSTO  a coprire 

E sono sicura al 100% che se tutti ora o un giorno ci denudassimo .  forse il primo giorno c’è quell’imbarazzo e si capisce ora si e' tutti ultra coperti ..ma

Il secondo giorno ? .. ehi bello ancora a guardare ‘ ma vedi quel findus che hai , sara’ ora di farci un bel “ cotoletto “ 

Il terzo ? non so perche’ di sicuro molti non ci fanno caso 

Dopo una settimana o un mese ? 

Attira l’attenzione chi e’ nudo/a o chi e’ vestito ?