Sensualitè

Sensualità come eleganza non è da tutti

Sensualitè

Sensualità come eleganza non è da tutti

I Segreti di una notte insolita trascorsa in montagna

2022-12-31 09:23:10

EFFETTO REALTA' 

Quando si scrive un romanzo ,  narrativa o oppure un dipinto oppure un FILM  si deve cercare di dar piu' "EFFETTO REALTA' " possibile dove il regista DEVE far coinvolgere TE come l'eroe o colui / lei l'attore principale . Piu' riuscirà a coinvolgerti in questo EFFETTO REALTA' più lui sarà felice💰 e anche te soddisfatto al come " hai vissuto quei 90 minuti " . Il tutto è nell'Arte .. scrivere , dipingere ecc. 

ADESSO SAPRO' IO COINVOLGERTI ? Lo capiro'  tra qualche giorno , come lo scriverò ... l'anno prossimo , in base a STATISTICA che io uso FUORI da  CAM.TV .

L'EFFETTO REALTA' è  quando esempio uno scrittore cerca a sua immagine scrivere un romanzo in cui tramite la sua PENNA travolge quando, leggendo un testo letterario, ci dimentichiamo di trovarci di fronte a una finzione e ci sembra di essere lì. In quel luogo, in quello spazio o in quel paesaggio, tra quelle persone. È questa la differenza tra lo scrittore mediocre e il grande scrittore: nella capacità di farci percepire la realtà del suo racconto

La scrittura produce illusioni, forse allucinazioni, che prendiamo per reali. 

Questo effetto di realtà è frutto di un artificio, di una tecnica di cui un autore può anche non essere del tutto consapevole, ma che si può esercitare e affinare. è tutto un EFFETTO REALTA' 

CAPITOLO UNO

Una notte invitata al  club privè 

"Ei  tu, principessina, qual è il tuo nome?"

"Mi chiamo Bella  e non sono una principessa!"

"Ah no? E allora, dimmi, cosa hai combinato per finire qui dentro?"

"Beh io... insomma non ha importanza!"

"Secondo me qua ci resisti poco, ma ti dico le regole: vai alla porta del castello bussa tre volte e dopo tre secondi bussa una quarta volta,  entra e inizierai a conoscere il mondo che mai... stop altrimenti saprai tutto della " festa"

" ok bene un attimo per il rossetto e dopo andrò " non preoccuparti  , è l'ultima cosa che potrebbe ..servirti il rossetto , ma attenta però  ne uscirai

disfatta ma soddisfatta .

Auguri  e non preoccuparti di LUI

"Sono qui fuori, ci ho messo un po' a trovare parcheggio" poso il telefono accanto a me e controllo allo specchietto che il trucco sia ok. Non che dietro questa mascherina di pizzo si noti più di tanto, ma almeno il rossetto rosso è ancora perfetto al suo posto...

Mentre controllo, dallo specchietto vedo passare un'allegra coppia sulla cinquantina, entrambi vestiti come se stiano andando alla messa della domenica, che pian piano entrano nel locale, che mi han detto sia un Club privè solo per invitati speciali 

Ok, c'è qualcosa che non va.

Quella dovrebbe essere una serata a numero chiuso, in cui addirittura si entra solo presentando l'invito cartaceo ufficiale. E sì, non c'è specificata la fascia d'età dei partecipanti ma credevo...ufff, perfetto. Con il mio vestito lungo leggero ma con gonna corta , decisamente scollato e con un piccolo spacco sul fondo, che ora che sono seduta mostra la balza delle autoreggenti in pizzo, sono inequivocabilmente fuori luogo.

Ricontrollo l'indirizzo nell'invito ma non c'è alcun errore. Anche perché quello è l'unico stabile nel giro di qualche km in tutta la collina.

"Dove sei?" scrivo mentre scendo dall'auto, l'unico rumore che rompe il silenzio è quello dei miei tacchi sull'asfalto, eppure il parcheggio è pieno.

"Mi si è fatto tardi ma sto arrivando, mi aspetti all'ingresso? Due minuti e sono lì"

Alzo gli occhi al cielo, per quanto possa impegnarsi ogni volta è sempre la stessa storia. Mi sento un po' a disagio, sola in mezzo al nulla, per non parlare poi del modo in cui sono vestita. Mi chiudo istintivamente meglio il cappotto, guardandomi intorno.

"Ci vediamo dentro" scrivo velocemente, tolgo la mascherina di pizzo ed entro.

Se fuori le temperature invernali si fanno sentire, dentro al contrario il riscaldamento è più alto di quanto dovrebbe, ma la cosa che mi spiazza è l'ambiente.

È tutto molto vecchio ed antiquato, a partire dai mobili, l'intonaco alle pareti fino al forte odore di chiuso che si distingue chiaramente, nonostante il profumo che hanno spruzzato per coprirlo. C'è un uomo al bancone che sta controllando gli inviti della coppia che ho visto entrare poco fa, prende loro i cappotti e li fa sparire dietro una vecchia e pesante tenda scura, la musica che sento e quel poco che intravedo mentre la tenda torna al suo posto mi fanno venir voglia di fuggire a gambe levate, ma ormai il tipo mi ha vista e mi sorride in attesa.

Gli porgo il mio invito insieme al cappotto, cercando di coprirmi come meglio posso, mentre sposto quella vecchia tenda per entrare, rassegnata, in sala, ma lui mi blocca sorridendo e mi accompagna verso una porta che entrando non avevo notato, perché coperta da una piccola colonna che sembra esser messa lì apposta. "Questa deve metterla" mi fa, indicando la mascherina che ho in mano. Sto per chiedergli cosa stia succedendo e perché io non debba entrare in sala insieme agli altri ma, prima che possa fargli qualsiasi domanda, ha già richiuso la porta alle mie spalle e, abituata alle luci forti dell'ingresso, ci metto un attimo a distinguere qualcosa in tutto quel buio.

Non so cosa mi aspettassi ma c'è solo una scalinata davanti a me, nella completa oscurità l'unico bagliore che vedo proviene dal fondo della scala, evidentemente c'è un piano sotterraneo, da cui proviene anche una musica bassa e lenta, una sorta di lounge/jazz difficilmente riconoscibile. Ancora più confusa, allaccio la mascherina e faccio un bel respiro...non posso certo passare tutta la serata là.

Scendendo le scale il volume della musica diventa più alto, i miei occhi iniziano ad abituarsi alla luce fioca e quello che vedo una volta giù mi lascia sorpresa.

Un ampio salone, arredato in modo molto elegante, con piccole candele ovunque, poltroncine di velluto scuro attaccate alle pareti ed una grande colonna centrale. Decisamente nulla a che vedere con il piano superiore.

C'è molta gente seduta al bar, che chiacchiera tranquillamente sorseggiando un drink, mentre qualcuno passeggia per la stanza guardandosi intorno, evidentemente curioso, spiando di tanto in tanto un paio di coppie appollaiate ai divanetti in fondo alla sala.

Tutti indossano una maschera, che sia integrale o copra solo una parte del volto. E ad eccezione di quei pochi curiosi, sembrano conoscersi tutti.

Non è l'ambiente che mi aspettavo di trovare quando ho ricevuto l'invito, né tanto meno quando sono entrata nell'ingresso poco fa, e per un attimo mi sento a disagio ad essere lì da sola e non aver aspettato il mio accompagnatore prima di entrare.

Continuo a guardare sovrappensiero quanto succede intorno a me e, perdendomi nei miei pensieri per qualche istante, rimango in qualche modo ammaliata. Sembra che tutto, a partire dalla musica, la gente, fino ad arrivare al tempo stesso, sia sospeso nel vuoto. Come se una volta scese quelle scale la vita all'esterno si fermasse.

Qualcosa sfiora la mia mano ma non ci faccio più di tanto caso, dopotutto c'è molta gente nella sala, può succedere, finché non sento distintamente infilarmi tra le dita qualcosa di freddo, metallico, e mentre cerco di capire cosa stia accadendo un uomo mi supera e, guardandomi, sparisce oltre una spessa tenda di velluto scuro.

Abbasso lo sguardo, cercando di capire se sia qualcuno che conosco, ma tra la maschera che gli copre il volto e la mia scarsa memoria non è proprio la cosa più semplice.

Ho una piccola chiave argentata in mano.

Alzo istintivamente lo sguardo verso il punto

in cui l'ho visto sparire, nessuno intorno a me sembra essere interessato a cosa ci sia oltre quella tenda, sono tutti apparentemente concentrati su altro.

Resto immobile qualche secondo, pensando a quello che è appena successo, cercando di scavare nella memoria alla ricerca di non so neanch'io cosa. Non è una buona idea seguire uno sconosciuto, ancor di più se ti trovi in un luogo in  cui nessuno sa chi sei né dove sei e dovresti aspettare il tuo accompagnatore prima di fare qualsiasi cosa di cui potresti pentirti.

Ma nel momento esatto in cui il mio cervello elabora questo pensiero, il mio istinto felino ha già deciso. Guardo la chiave e seguo quell'uomo oltre la tenda.

Nell'istante in cui il velluto pesante si richiude alle mie spalle, sembra schermare gran parte della musica e del vociare leggero che proviene dalla sala, lasciando un leggero brusio. L'unica fonte di luce ora proviene dalle stesse piccole candele, ma ce ne sono meno e sono disposte solo lungo i lati dello stretto corridoio che ho davanti, a terra. Ogni tre candele, da entrambi i lati, ci sono dei portoni scuri.

Di quell'uomo neanche l'ombra e, mentre cerco di vedere cosa ci sia alla fine del corridoio, dei gemiti ovattati fanno vibrare istintivamente i miei sensi.

Mi sposto di qualche passo per capire da dove provengano e se siano reali o

solo frutto della mia immaginazione, dopo la musica alta della sala principale inizio a dubitare del mio udito... Ma i rumori si ripetono come una melodia e si fanno via via più distinti.

Sono sospiri... Gemiti... Parole sussurrate piano che non riesco a

distinguere... Non riesco a capire da dove provengano perché sono completamente intorno a me. Mi giro e vedo il mio riflesso sulla parete, tremolante alla luce delle candele, e mentre mi avvicino riesco a intravedere delle ombre al di là del vetro.

Ci sono tre persone dentro quella stanza, talmente intrecciate tra loro che non riesco a distinguere quale parte sia di chi, finché uno dei due uomini non si stacca qualche istante dal gruppo, va verso una mensola e torna dalla coppia con in mano un paio di manette e quello che sembra un fallo enorme...fa sedere l'altro uomo al centro della sala, legandolo alla sedia proprio di fronte alla donna, a cui stringe le manette attorno ai polsi, bloccandola braccia in alto alla trave che attraversa il basso soffitto, le fa leccare piano il fallo di metallo, talmente grande che non riesce ad entrarle totalmente in bocca, e inizia a penetrarla davanti agli occhi dell'altro, mentre con la lingua le lecca un seno e stringe l'altro con  l'altra mano, continuando a fissare l'uomo seduto.

Mi sposto e la scena cambia, in questa stanza ci sono quattro donne, si accarezzano a vicenda baciandosi piano e strusciando i corpi nudi tra loro. Una ha la schiena appoggiata al muro, i capelli le coprono il viso sudato quando intercetta languidamente il mio sguardo oltre il vetro, mi fa segno di entrare mentre con l'altra mano blocca la testa dell'altra tra le sue cosce e si muove sensuale in preda ad un orgasmo...

Vado ancora verso un'altra stanza, non cerco neanche più di resistere alla curiosità ormai, completamente stregata da quella situazione al punto da non riuscire a respirare normalmente, ed anche questa volta quello che vedo accelera i miei battiti.

C'è una sola donna in ginocchio al centro della stanza, sapientemente legata da quelle che sembrano delle corde molto spesse, la cui seta rossa quasi brilla di luce propria, talmente strette attorno al seno da farlo diventare ancora più turgido e gonfio. Intorno a lei, quasi disposti a cerchio, ci sono cinque uomini, qualcuno accarezza il corpo della donna toccandosi con la mano libera, sussurrandole parole che non riesco a distinguere. Uno di questi si sposta poco  più a destra e mi lascia libera la visuale: c'è un uomo che non avevo notato, è steso a terra, piegato proprio sotto di lei, la lecca tenendole fermi i fianchi con le mani mentre un altro si avvicina al suo viso e prendendola per i capelli le riempie la bocca, si muove sempre più velocemente e le loro voci al limite sovrastano ogni altro rumore, finché lei non ce la fa più e tremando si lascia andare ad un orgasmo travolgente con un gemito soffocato, seguita a ruota da tutti gli altri. Il suo corpo stretto dalle corde diventa completamente bagnato e lucido di piacere al bagliore della candela...

Sono ormai talmente eccitata che quasi non mi rendo conto di continuare a spostarmi col cuore in gola di stanza in stanza, per spiare dal vetro cosa stia accadendo, per godere in parte del loro piacere immedesimandomi in situazioni sempre diverse, in un turbinio continuo di adrenalina. Dentro di me sono consapevole che tutto ciò sta diventando una sorta di droga ma più sento quei gemiti, più vedo quei corpi fondersi e sussultare di piacere, più i miei sensi si acuiscono, e più ne ho bisogno.

C'è una stanza vuota. Mi avvicino meglio al vetro, quasi ci appoggio le labbra per guardare meglio, tutti i miei sensi sono all'erta per cogliere qualche movimento in un angolo della stanza, o un sospiro di piacere soffocato nel  buio. Ma non c'è nessuno.


Guardo la chiave che ho in mano, da quelle che ormai mi sembrano ore, quasi mi sorprendo che nell'eccitazione del momento io mi sia dimenticata cosa mi aveva spinto ad attraversare quella tenda. E ora non so più neanche io cosa stia facendo o perché lo stia facendo, ma mi avvicino alla porta della stanza vuota, infilo la chiave nella serratura e la apro.



In questa stanza fa freddo e un brivido mi solca la schiena, non so se le porte siano così pesanti da schermare la temperatura o se sia io ad averla alzata vertiginosamente prima, spiando quelle persone, ma qui non c'è traccia del calore a cui il mio corpo è stato abituato finora. Mi guardo intorno, senza le candele del corridoio l'unica cosa che illumina leggermente la stanza è il filo di luce che entra dalla porta semichiusa alle mie spalle, ma davanti a me vedo chiaramente ciò che da fuori non riuscivo a notare.

Nell'angolo più buio della stanza c'è quello che sembra essere un intero arsenale di giochi erotici: pinze e corde di qualsiasi materiale, manette, plug e vibratori di ogni tipo, c'è persino un strap-on, insieme ad un collare mi stavo chiedendo se ero alle 50 sfumature...il mio sguardo si sofferma qualche secondo su un lungo frustino di pelle nera, per un momento la mia mente va altrove, i battiti accelerano e un fremito percorre il mio corpo, mentre immagino di sentire quella pelle dura e fredda contro la mia... Poi la mia attenzione viene catturata da qualcosa che luccica nonostante la debole luce, una catena metallica dai grandi anelli intrecciati, che sembra non avere un inizio né una fine. Mi avvicino alla mensola per toccarla, è ghiacciata a contatto con la mia pelle ormai bollente, lo spettacolo a cui ho assistito finora mi ha portato ad un livello di eccitazione che non credevo fosse possibile raggiungere in una volta sola. Alzo la catena per capire dove arrivi,

 è molto piu pesante di quanto pensassi ed il tintinnio del metallo copre i gemiti lontani delle altre stanze, ma finalmente riesco a districarla. Un capo è fissato saldamente al muro, sarebbe impossibile staccarlo da lì, mentre l'altro si divide in altre due catene leggermente più sottili, che terminano con due cinghie di cuoio. Chiudo gli occhi e mi immagino lì, ora, il mio corpo completamente nudo avvolto da questa catena, fredda e pesante a contatto con la mia pelle, che non mi dà modo di muovermi o di reagire. I polsi stretti dalle cinghie di cuoio dietro la schiena, completamente vulnerabile in attesa che qualcuno decida cosa fare del mio corpo che intanto freme in silenzio, in attesa di sentire la pelle del frustino contro la mia, vestita solo della mascherina di pizzo che mi copre gli occhi...


Una mano accarezza piano l'interno della mia coscia, risalendo tra le mie gambe oltre il pizzo dell'autoreggente, l'adrenalina mi paralizza, mentre un respiro lento e caldo mi colpisce il collo.

Mi blocco d'istinto con ancora la catena tra le mani, non riesco a lasciarla andare, il cuore mi batte all'impazzata e devo aggrapparmi fisicamente a qualcosa per non cedere. La stringo più forte ed il rumore metallico si distingue chiaramente tra i deboli gemiti di sottofondo, mentre le sue dita si insinuano lente sotto al mio vestito.

"Shhhhh, non muoverti" non riconosco quella voce, ora ne ho la prova. Non dovrei essere qui.

Cerco di convincere quel poco autocontrollo che mi è rimasto a darmi una scossa e farmi andare subito via da lì, ma la realtà è che mi sto bagnando sempre di più, sono bollente ed anche lui deve accorgersene, percepisco il suo sorriso soddisfatto a pochi centimetri dal mio orecchio.

Sto ancora tentando di respirare regolarmente, cercando per qualche assurdo motivo di fare meno rumore possibile, quando con le labbra mi sfiora piano il collo, lo bacia lentamente scendendo verso la scapola, il suo respiro cambia mentre il bacio si fa più deciso, mordendomi la pelle...una parte remota del mio cervello lancia un campanello d'allarme, so che potrebbe lasciarmi dei segni difficili da nascondere o giustificare, ma ora non mi interessa. Ho il bisogno fisico di essere toccata, morsa, presa anche con la forza, dopo tutto quello che ho visto stasera sono arrivata al punto di non ritorno e so esattamente cosa succederà.

Le sue dita sotto al vestito sono ormai pericolosamente vicine, trattengo il respiro senza accorgermene e riesco a cogliere l'attimo di sorpresa quando, non trovando l'impedimento che si sarebbe aspettato, mi sussurra "Ah...non mi dire che hai dimenticato di indossare qualcosa, prima di uscire". Basta quell'attimo e le sue dita finalmente toccano la mia pelle umida, ho un fremito incontrollato nel momento in cui mi accarezzano facendosi sempre più decise, senza accorgermene mi esce un gemito di piacere. Ho la mente completamente annebbiata, riesco a sentire solo il sangue che mi pulsa sempre più forte nelle orecchie, e l'unica cosa che desidero ora è sentirlo totalmente dentro di me.

"Prendimi, ora." la voce mi trema e si spezza dall'eccitazione mentre lo dico, quasi mi sorprendo della mia stessa decisione, ma lui sembra capire che non sono in grado di resistere oltre ed in un attimo mi piega contro il tavolo ed entra con forza dentro di me. Non riesco a trattenere un urlo di piacere nel sentirmi finalmente riempita, non stavo aspettando altro da tutta la sera, mentre ogni forma di pudore mi ha ormai abbandonata si muove con forza dentro di me, aggrappandosi ai miei fianchi, sento quasi le sue unghie graffiarmi pelle mentre godo come non succedeva da non ricordo neanche quando.

"Prendimi, prendimi e sbattimi come una vera “ esperta " non controllo più neanche le parole che mi escono dalla bocca, lui afferra i miei polsi mentre continua a sbattermi, me li blocca dietro la schiena con una mano, mentre con l'altra raccoglie i miei capelli nel suo pugno. Non riesco a trattenere i gemiti, non so cosa mi stia prendendo ma i miei sensi sono completamente fuori da qualsiasi controllo. Sto per impazzire. Vengo soffocando un urlo di piacere, tremando visibilmente al punto che quasi deve tenermi ferma mentre continua a scoparmi sempre più velocemente, il mio orgasmo sembra non fermarsi più e continuo a tremare, finché anche lui viene dentro di me e mi riempie. Restiamo immobili così, qualche secondo a riprendere fiato, io che ancora non riesco a capire chi sono o dove sono dall'intensità di ciò che ho appena provato. E non saprei neanche dire dopo quanto tempo, lui si stacca da me, si riveste in silenzio e si china a baciarmi prima di allontanarsi.

"Trova il tuo amico...ci vediamo qui tra un'ora, la chiave ce l'hai. E solo tu saprai ( ma ne sono sicuro ) che riaprirai la porta . Datti da fare Isabella , la vita è questa  e non pensare a LUI"


Bhe la mia  Festa a sorpresa è terminata

più bella che mai 

a casa meglio da sola