Sensualitè

Sensualità come eleganza non è da tutti

Sensualitè

Sensualità come eleganza non è da tutti

E lui si soffermava al guardarmi

2021-10-15 08:58:34

Stavo entrando dal portone d’ingresso con due grosse buste di spesa lo quando notai , li fermo quasi ad aspettarmi ...........⏬

Stavo entrando dal portone d’ingresso con due grosse buste quando lo notai fermo davanti l’ascensore.
Appena mi vide, si avvicinò per aiutarmi con un sorriso tra il  trattenuto e l’indifferente.
Salimmo assieme senza proferire parola e mentre stavo per aprire la porta del mio appartamento, gli dissi di posare tutto sul tavolo facendolo direttamente entrare, senza chiedere se lo volesse.
Gli dissi di accomodarsi e servire per due qualcosa di fresco mentre io andavo a mettermi più comoda.
Entrai nella mia camera da letto lasciando appositamente la porta socchiusa. Se gli piaceva spiarmi da sotto la doccia, avrebbe sbirciato anche adesso. Perché deluderlo?
Mi tolsi i sandali preferendo restare scalza, poi sfilai la gonna e levai il top di cotone color nocciola ricamato ad uncinetto, che indossavo restando col mio reggiseno e tanga azzurro pastello, delicato e romantico. Indugiai a piegare gli indumenti e sistemarli nell’armadio mentre mi muovevo con atteggiamenti tutt’altro che spontanei.

Sapevo di avere i suoi occhi addosso, sapevo che mi stava spogliando ancora prima di farlo io.
Mi guardai al grande specchio posto nell’angolo della camera da dove poteva vedere riflessa la mia figura e guardare il dietro del mio corpo.
Mi spogliai completamente e quello che da lontano aveva immaginato, per qualche attimo, lo ritrovò davanti ai suoi occhi. Dal cassetto tirai fuori un babydoll leggero bianco con piccoli fiorellini e lo indossai. La mia nudità, volevo fosse consapevole che sotto l’indumento io nulla avevo!
Con quell’aria innocente ritornai da lui, che era esattamente come lo avevo lasciato.
“Ho capito, faccio io!... beviamo subito qualcosa di fresco e poi resti per cena, così posso ringraziarti della tua gentilezza”
Sembrò svegliarsi e mi porse un pacchetto “è per te”
“Ma sei dolcissimo! Non dovevi … così mi tenti di ricambiare il gesto”
Lo apostrofai aprendo la scatola di baci perugina collezione gold.
“Li conservo in frigo sai,  e ci "baciamo"  in tutti i gusti dopo cena, che dici?”
Sorrise divertito, ammiccando al mio doppio senso. Poi d’impulso mi avvicinai e lo baciai sulla guancia: “grazie”
Iniziammo a chiacchierare e l’aria si distese, così mentre cucinavo e bevevamo per rendere più fresca l’atmosfera “ calda “, ci trovammo a trascorrere una piacevole serata.
Fu colpa del vino bevuto  , sicuro ,  delle crescenti emozioni sfiorate e cercate.

Fu colpa dei suoi occhi gentili, delle sue parole pacate o del suo chiaro disagio che quando ci spostammo a sederci sul divano, fui io che all’improvviso mi misi a cavalcioni su di lui.
Presi il suo volto tra le mani e lo baciai sentendo come appassionatamente lui mi rispondesse.
Le sue mani mi strinsero i fianchi, accarezzandomi prepotentemente mentre cercavano di trovare la strada per intrufolarsi sotto il tessuto.
Fu mentre la mia bocca si spostò sul collo, dietro l’orecchio che ebbi come una scossa sentendo il contatto diretto della sua pelle che toccava la mia schiena, saliva sulle spalle, scendeva sui miei glutei.

Con movimenti dolci ma decisi mi sfiorava, mi tastava, mi studiava e il mio corpo rispondeva a quel richiamo. Mi piaceva, lo desideravo, lo cercavo ma volevo che fosse lui ora a prendere l’iniziativa.
La tensione tra di noi si allentò sotto il calore di quei baci roventi accompagnati dalle mani che esigevano oltre le effusioni.
Gli sbottonai la camicia, baciandolo sul petto nudo ma poco villoso. Sentivo la sua pelle, come la mia, fremere di desiderio e fu così che mi spostò facendomi sdraiare sul divano e lo ritrovai in ginocchio sopra di me. Gli slacciai la cintura, liberandolo dai pantaloni e gustandomi la vista di un boxer che malamente nascondeva un qualcosa   già ben ingrossato.
Si abbassò mentre la mia mano toglieva quell’ultimo indumento e l’effetto di toccarlo mi aumentò la libidine già abbastanza alta.
Gianpaolo  mi fece sua, sentii lui in me , tanto ,  deliziandomi del piacere sessuale , di quella passione che era impossibile ormai trattenere.
Tenero ma risoluto, attento ma energico, con i suoi movimenti focosi mi coinvolsero in un atto pieno di ardore e frenesia.
Quando un urlo di piacere mi sfuggì, lui fu più determinato e con compiacimento mi accompagnò per un reciproco raggiungimento dell’apice bramato.

Pose la mia testa sul petto, mentre si accertava della soddisfazione che leggeva sul mio viso. Stemmo in silenzio qualche minuto, poi mi alzai e mi diressi in bagno.
Entrai sotto la doccia, e mentre l’acqua scendeva copiosa sul mio corpo caldo, lui, sulla porta mi spiava.
Uscita, tamponai la pelle lasciandola fresca, gli presi la mano e lo accompagnai in camera da letto. Lì mi distesi, sulle lenzuola di lino, nuda, senza vergogna e senza provare pudore, feci segno ad avvicinarsi e lui quasi sorpreso, tornato dopo essersi lavato, di avvicinarsi.
Mi prese un piede e cominciò ad accarezzarlo, lentamente, appoggiando le labbra sul mio corpo, e piano, soffermandosi fece con entrambe le mie gambe aperte. Fremiti indescrivibili mi assalirono.

La sua bocca mi cercava dappertutto e io ansimavo per quella scoperta.
La sua dolcezza calmava la mia impazienza e la sua premura frenava la mia audacia.
Ero irrequieta di sentire le sue mani ma quel contatto della sua bocca su tutto il mio corpo, desideroso di accontentarmi, placava la mia agitazione.
Stava donandomi tutto se stesso e lo faceva egregiamente come non avrei potuto desiderare diversamente.
Fu bellissimo.
Erano passate diverse ore da quando eravamo arrivati a letto, fuori era notte ed era buio pesto. Ma la luce soffusa dell’abat-jour bastava a mostrare ogni cosa.
Nell’angolo della stanza, Mark notò degli scatoloni e non poté non chiedermi cosa fossero. Seppe così che, tra qualche giorno, sarei partita perché avevo accettato il trasferimento in una città più vicina alla mia famiglia.
Mi guardò dispiaciuto.
“ti prego godiamoci questa notte, stanotte siamo solo io e te”
Lui mi abbracciò forte e riprese a baciarmi.