Alida Ottazzi

Isolamento sociale 2020 - la materializzazione dei comportamenti umani

2020-04-03 21:53:18

La scusa del Covid-19 per non accettare una condizione già messa in atto dal sistema che abbiamo creato. Non mi sono espressa sul virus e non lo farò ora, sono solo riflessioni sentite e nate da una profonda osservazione del mondo che mi circonda.

Tutto è iniziato ben prima dell epidemia che ci ha colpito, ma non avevamo una scusa concreta con cui giustificare i nostri comportamenti, così cambiati con lo scorrere del tempo, un tempo neanche tanto lontano, se ci penso. 

Il tempo della telefonata e non di un whatsapp, il tempo in cui se avevi piacere a condividere un pasto si usciva a mangiare un boccone e non si postavano i piatti sui social con la speranza di incontrare complimenti o il desiderio di soddisfare il bisogno di considerazione, il tempo in cui non potevi "bloccare" le persone con la vana illusione di allontanarle...e potrei continuare per ore su quel tempo.

Quel tempo che mi sforzo di continuare a vivere perché con tanta amarezza ho visto la vita e le persone perdere valore.

Poi è arrivato il Covid-19

Finalmente il distanziamento e l'isolamento sociale praticato ormai con abitudine ha un espediente, perché com'è nella nostra natura, abbiamo giustificato le nostre azioni e aspettavamo solo qualcosa o qualcuno su cui riversare la nostra insoddisfazione. Ed eccoci lì, ai balconi e alle finestre, costretti ora e non più per scelta, a starete tutti da soli, lontani e rinchiusi...la tastiera che ci proteggeva è ancora là, pensate che non dobbiamo più bloccare nessuno perché nessuno può interagire con noi ora, è tempo di video-chiamate e chat, è tempo di brindisi virtuali...


Ma ci mancano gli abbracci che comunque non avremo dato, ci mancano ora le chiacchierate che avremo comunque fatto per telefono, e cos'ho mangiato stasera? Come mai non ho più voglia di dirlo al mondo?


Quarantena, isolamento e reclusione erano già uno stato normale, ma creato da noi, per questo non pesava così tanto. Ora sì che vorremo tornare indietro, ma non a due mesi fa per una birretta o una cena o una serata, indietro di anni dove le serate erano lunghe, gioviali e il bicchierino in più faceva ridere, quando sul divano si piangeva con gli amici o in compagnia si faceva tutto.


Ciò che mi lascia inorridita e senza parole è la nuova sensibilità del momento, dove pare stia nascendo un vero senso profondo della vita, è una cosa bellissima la riscoperta, quasi la personificazione del "ti accorgi del valore di quello che hai solo quando lo perdi", e allora...cosa mi fa paura?

Che quando tutto sarà rientrato nella normalità (ma la normalità non tornerà più, ma ce ne sarà un'altra), ci dimenticheremo presto di tutto quello che abbiamo avito modo di rispolverare in queste lunghe settimane di isolamento e, più freddi e distaccati di prima, proseguiremo nelle nostre giornate, senza badare a chi ci circonda, al mondo e al nostro ambiente e la vita puramente "social" e di apparenza trionferà nuovamente sulle persone che siamo diventate.



Ho scritto di botto un pensiero che mi stringe lo stomaco perché io a quegli abbracci non ho mai rinunciato, e non mi sono mai fatta mancare una chiacchierata, un vinello o una litigata a quattr'occhi e, nella vita, non ho mai "bloccato" nessuno solo per non avere il coraggio o la voglia di chiarire od esprimermi