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Un viaggio nella cultura e nelle tradizioni dell'India. Il Dio delle piccole cose - Arundhati Roy
L'India è un paese talmente lontano e diverso da noi che può essere difficile comprenderlo. In questo libro la storia di Ammu e dei suoi due gemelli ci porta in un mondo di credenze e tradizioni antiche. Questa è la mia recensione.
La trama
Quando Rahel torna a casa, nell'India meridionale, tutto è cambiato, da quando in una notte la sua vita di bambina è stata travolta da un evento tragico, che l'ha separata dalla sua mamma e dal gemello Estha.
Il libro ci racconta cosa accadde alla fine degli anni sessanta ad una donna divorziata e ai suoi gemelli, in un paese come l'India di quegli anni, dove dominavano credenze religiose e convenzioni sociali antiche, ma dove stavano nascendo movimenti politici e di pensiero destabilizzanti.
La prima parte è lunghissima e complicata.
Non intendo raccontare altro della trama, anche se la sinossi del libro è, a mio avviso, fin troppo esplicita, e crea delle aspettative che non si realizzano del tutto.
Perché in realtà questo libro è un viaggio in un' India rurale, arretrata e legata a tradizioni antiche, così difficile da immaginare per noi. Per più della metà del libro ci vengono mostrati i momenti precedenti al fatto e la vicenda principale è appena accennata, mentre prevalgono scene apparentemente slegate fra loro, ma che servono a comprendere il contesto in cui i fatti avvengono.
Uno stile impegnativo e spiazzante.
Le voci principali sono quelle dei gemelli Rahel e Estha, quindi il racconto è filtrato dalla loro ingenuità e dalla loro incapacità di comprendere le cose.
In una lunga prima parte, che va ben oltre la metà del libro, si crea l'attesa confusa di quello che è evidente che debba avvenire, ma che non si sa cosa sia.
Lo stile di scrittura è molto particolare, complesso e azzardato. In alcuni passaggi diventa difficile da comprendere, perché l'autrice usa a piene mani nomi e termini indiani, e metafore complesse e, a mio avviso, non sempre azzeccate. Per molte persone, tra cui me, è un libro da prendere a piccole dosi.
La meraviglia di questo libro è tutta nelle ultime pagine
e per quest'ultima parte vale la pena di affrontare un' infinita premessa un po' contorta e apparentemente inconcludente.
Perché l'ultimo quarto del libro è pura poesia.
Sono stata incantata dal meraviglioso, commovente, drammatico racconto di una storia terribile, incomprensibile e pure immensamente poetica. L'uso così particolare delle parole, che all'inizio mi aveva un po' spiazzato e anche infastidito, non si limita a raccontare i fatti, ma ammanta di luce soffusa e delicata qualcosa che delicato non è affatto, e entra direttamente nell'anima.
Il libro è anche una denuncia sociale e politica, ma, per quanto la mia mente l'abbia compresa e registrata, il mio cuore di lettrice è stato completamente avvolto dai sentimenti dei protagonisti, e ha sofferto con loro.