Circa trent’anni fa mi occupavo di tutt’altro, lavoravo in uno dei casinò più grandi d'Europa. Orari notturni, fiches sul tappeto, Roulette, champagne e slot machines.
Ma il mio arricchimento interiore, ciò che mi faceva stare bene, dipendeva da un interesse che avevo verso un mondo diametralmente opposto a quello nel quale lavoravo.
Ho fatto per decenni corsi di Yoga, Reiki, Rebirthing, Riflessologia, massaggi sul corpo ed esperienze varie in tantissimi seminari.
Ho addirittura fatto un viaggio spericolato nel cuore della foresta amazzonica, in Ecuador, alla ricerca di uno sciamano della tribù degli Shuar che mi facesse conoscere l'Ayahuasca, una sostanza allucinogena attraverso la quale lo stregone vive momenti di coscienza alterata, con delle visioni che lo aiutano nella cura dei propri pazienti.
Anni dopo, nel momento della diagnosi, da persona comune quale mi reputo, anche io sono stato spiazzato, sorpreso da questa subdola malattia. Ma allo stesso tempo tutto ciò che avevo sperimentato negli anni prima mi è diventato estremamente utile per gestire il mio nuovo percorso, ho sentito chiaramente quali erano le mie necessità.
Questo perché siamo la somma di tutte le nostre esperienze e questa conoscenza
assimilata non va assolutamente messa da parte. Mai.
Se ti affidi solo all’aiuto che ti può arrivare dall’esterno, viene meno la tua autodeterminazione. Cancelli tutto quello che sei, il tuo spirito di sopravvivenza che ti sta dicendo adesso che sei molto meglio di ciò che la malattia ti fa credere di essere.
Ed è con questo atteggiamento che ho recuperato quell’equilibrio interiore fondamentale per convivere e limitare questo compagno di viaggio.
Credo fortemente che non sarà certo solo un farmaco che ti aiuterà a vincere la vergogna, la sensazione di essere osservato, giudicato o compatito.
Non sarà certo solo un farmaco a far capire agli altri la tua stanchezza.
Non sarà certo solo un farmaco a guarirti, devi essere anche disposto tu a curarti, in quanto siamo tutti diversi e abbiamo un percorso differente gli uni dagli altri.
Siamo tutti nello stesso fiume, ma non nella stessa barca e nemmeno nello stesso punto del fiume.
Per darti la possibilità di cambiare con successo il tuo ruolo ti propongo quattro punti di vista dai quali partire alla ricerca del tuo benessere perduto, territori che ho esplorato personalmente da paziente.
Ti sto parlando di:
e ti voglio dare solo qualche spunto di riflessione.
esercizi fisici
Alimentazione
Spiritualità
Mente
Come vedi puoi essere veramente responsabile del tuo ruolo in questo cammino, anche se la patologia ti fa pensare che non vali più come prima.
Sei sempre una madre, un padre o un figlio.
Hai i tuoi valori, le tue qualità, i tuoi doni e quelli non te li toglie nessuno, tanto più la malattia.
E non vedo perché tu non possa condividere con gli altri le tue qualità.
Cambia la forma, il modo, ma non la sostanza.
Puoi anche diventare un esempio per gli altri, non solo un peso.
Pensa che bello quando qualcuno ti dirà:" Che forza che hai!! Guardare te mi infonde coraggio, mi motiva ad andare oltre i miei ostacoli che sono piccolissimi rispetto ai tuoi”.
Ci definiamo guerrieri, ma a volte essere come l’acqua che si adatta ad ogni diverso contenitore ed è sempre in grado di scorrere, perché è nella sua natura, può essere la soluzione vincente.
Se ti può interessare il mio approccio alla malattia, lasciami un commento oppure prendi contatto con me e vedremo insieme se e quanto posso esserti utile.