Scorrere Con La Sclerosi

Se non puoi più correre, allora scorri

Scorrere Con La Sclerosi

Se non puoi più correre, allora scorri

Ecco il segreto per rendere efficace l'esercizio con la SM

2021-09-09 13:15:09

Il ruolo fondamentale di Attenzione e Intenzione, le chiavi per ottenere il massimo dagli esercizi fisici in contrasto alla Sclerosi Multipla

“Spesso appena alzato è come se mi sento due sacchi di sabbia attaccati alle gambe”.
“A volte mi concedo solo pochi spostamenti e poi mi fermo perché sono esausto”.
“Andate pure senza di me, oggi non ho tanta voglia..”
“Visto da fuori sembro in forma, ma se potessero guardarmi dentro…”

Se conosci queste sensazioni e vuoi dare una svolta è tempo che ti dai una mossa.
Mi presento. Mi chiamo Paolo Boffa e come specifico sempre, non sono né un neurologo, un medico o un fisioterapista. Sono un paziente, colpito da Sclerosi multipla dal 2011, primaria e progressiva per la precisione. Quindi capisco benissimo i tuoi disagi e le tue difficoltà e quello che ti propongo qui è frutto della mia diretta esperienza da paziente.

Ti confesso che anche io ci ho messo un poco di tempo a capire quanto fosse importante l’attività fisica. Inizialmente ero convinto che la cosa più importante fosse risparmiare energia e che dovevo fare il meno possibile. Ho iniziato a limitare ogni attività, ma così facendo ho solo perso terreno in quello che possiamo immaginare come un campo di battaglia tra noi e gli effetti della malattia. Ho perso tempo, ma sto recuperando e quindi con questo video voglio farti riflettere affinché tu non faccia il mio stesso errore.

E non credere che sia già troppo tardi: questa è la prima bugia che ti racconti quando il tuo sguardo si posa sulla cyclette in camera da letto ormai sepolta dai vestiti o quel bei bastoni da nordic walking che hai comperato apposta ma che hai abbandonato nel portaombrelli alle prime difficoltà.

Intendiamoci, anche io ho sbattuto la faccia contro queste difficoltà. E poi siamo tutti diversi, con diversi gradi e tipi di disabilità e ognuno di noi reagisce a modo suo.
Anche la mia autonomia si è ridotta in questi anni ma mi sforzo quotidianamente di compiere esercizi o anche piccoli movimenti perché voglio evitare di cadere nel circolo vizioso di cui ti voglio parlare in questo video: non si tratta soltanto di tono muscolare, si tratta anche di connessioni neurali, di memoria muscolare.




Come sicuramente sai, la principale conseguenza dell'infiammazione che colpisce noi malati di sclerosi è il danneggiamento della mielina, la guaina grassa che riveste le fibre nervose e dove avviene la trasmissione degli impulsi che dal cervello vanno verso i muscoli e viceversa.
La perdita di mielina compromette la qualità della trasmissione dei segnali generando grande confusione, difficoltà a coordinare movimenti, stanchezza cronica, crampi..
Inizia a dirti qualcosa? Cattiva comunicazione dal cervello, stanchezza, immobilismo. Muscoli che si atrofizzano, perdono forza e consistenza ed è sempre più difficile coordinare i movimenti e compiere anche le azioni più semplici come alzare un braccio oppure sollevare un piede dopo l’altro.

Così non li fai più e piano piano anche il cervello si dimentica, sospende i circuiti di comunicazione come fossero quelli di un binario morto.
E’ proprio questo il punto: non si tratta solo di atrofia muscolare, si tratta di mantenere attive le sinapsi, le connessioni. E’ un po’ come suonare uno strumento: se non ti alleni per molto tempo il cervello si dimentica, elimina le connessioni. Rischi di perdere quindi la memoria muscolare.
Il tuo cervello ha bisogno di non dimenticare. Ci sono dei movimenti ordinari o automatici che facevi e che ora fai sempre meno frequentemente e il cervello finirà per dimenticarsene.
Non devi permettere che ciò accada e uno dei modi che hai per contrastare questo effetto è fare attività fisica, attenta e mirata. Anche solo piccoli esercizi motori o di coordinazione, nelle tue possibilità, ma esercizi fatti con attenzione e consapevolezza. 

Ti servono tre cose soltanto: 


  • tempo
  • esercizi semplici ma efficaci
  • la giusta attenzione 





Del tempo ne ho parlato in altri video: si tratta di mettere in atto una nuova strategia che ti permetta di essere consapevole di come utilizzi il tuo tempo e come ottenere degli spazi solo per te, per iniziare ad intervenire concretamente nel tuo processo di contrasto della malattia.

Per quanto riguarda gli esercizi te ne potrei mostrare tanti. Anche il web ne è pieno… da sdraiati, seduti, in piedi o con un elastico. 

Ma a proposito dell' attenzione, ti svelo un segreto: devi capire che un conto è fare dei massaggi o dei movimenti passivi con l’aiuto di un valido fisioterapista, che certamente ci aiuta tantissimo, ma diverso e altrettanto fondamentale è fare anche semplici esercizi attivi, da solo, con attenzione e intenzione.
L’attenzione è l’atteggiamento che devi adottare mentre fai l’esercizio che hai scelto, l’intenzione è il motivo che ti spinge a fare questo tipo di esercizio con questo atteggiamento. E il motivo cardine è solo uno: vuoi fare in modo che il tuo cervello non dimentichi i movimenti che fai, che non cancelli le connessioni.
È questo lo scopo, la vera motivazione. È il desiderio di aiutare il cervello a non dimenticare.
Piccoli esercizi ma focalizzati, con uno scopo, un intento come diceva Castaneda nei suoi libri sullo sciamanesimo.
Piccoli passi. E’ quella che io chiamo la tecnica dei piccoli risultati contagiosi. Li chiamo contagiosi perché vedrai che i primi risultati che otterrai ti spingeranno a fare ancora di più per ottenerne di altri.

La malattia è forse quasi impossibile da sconfiggere, ma imparare a scorrere con lei può essere una chiave di resilienza e rinascita.
La tua determinazione è la chiave del tuo successo. Di più: sarai da esempio per quelli che non hanno le tue difficoltà ma nemmeno il tuo stesso coraggio per affrontare le loro. Non demandare la speranza della tua rinascita solo all'azione di un farmaco o di un fisioterapista. Entrambi sono fondamentali, ma il più grande cambiamento deve partire da te.
Una cosa è essere autonomi, l’altra è essere autodeterminati.
Se ti interessa questo mio modo di scorrere con la nostra malattia, lasciami un commento o segui il mio canale.
Puoi anche contattarmi, e vedremo in che modo potrò esserti utile.


by Paolo Boffa