Sandro Virgili

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Il ritorno di Gianni Morandi

2019-03-18 09:27:58

Il Bolognese Doc

La mia Esperienza con Gianni Morandi durata 6 Anni





Cominciata Nel 1982, Gianni veniva da un momento della sua carriera non fortunato.
 

La separazione dalla moglie Il flop dello spettacolo influirono pesantemente sulla sua vita. Iniziammo le prove dello spettacolo al teatro Aurora a Roma, era un teatro chiuso da tempo al pubblico.
 

Senza riscaldamento, senza luci di servizio e senza sicurezza, era davvero difficile lavorare in quelle condizioni.
 

Noi che lavoriamo con gli allestimenti luce dobbiamo spesso operare di notte, andavamo in giro per il teatro con le torce elettriche per fare i vari collegamenti di corrente.
 

Ai miei tempi le condizioni dei locali per lo spettacolo erano molte volte, senza esagerazione, inospitali

Ma come recita la frase “Show must go on” anche noi tecnici andavamo avanti a dare il massimo.
 

Per quella tournèe era previsto, oltre a Gianni Morandi anche un coro di sette persone che allora si chiamavano “Il coro degli Angeli”, in seguito cambiarono nome e diventarono i Tazenda.

Come ogni lavoro ha le sue responsabilità per noi era fondamentale fare un bel lavoro visto che lo spettacolo lo avrebbero visto in tutta Italia e da quello dipendeva la carriera di Gianni Morandi.
 

Le notti dormite a malapena nei cartoni vuoti degli strumenti comunque portarono consiglio. Venne fuori uno spettacolo fantastico, tra le canzoni riadattate al coro e le luci d’effetto il  risultato  fu uno spettacolo ricco di atmosfere cariche di emozioni.

Fu un grande successo di pubblico, le critiche positive dei giornali fu di grande aiuto per la tournèe.

Fu talmente unanime la risposta del pubblico sullo  spettacolo che la notizia arrivò fino in Russia.
 

Ed è così che ci siamo ritrovati in territorio russo a fare spettacoli pe 3 mesi, facendo il tutto esaurito in teatri che aveano 5000 posti a sedere.

 

Sinceramente non avrei mai immaginato il successo incredibile che abbiamo avuto in Russia.

 

La cosa sorprendente era sentire migliaia di russi cantare le canzoni di Gianni Morandi a memoria.
 

E’ stata una grande avventura, ci invitarono al Cremlino, e nella Chiesa di San Basilio, ai tempi non era permesso agli stranieri andare in giro liberamente,  noi avevamo una scorta di agenti russi che ci seguiva dappertutto.
 

Malgrado questo ho provato delle emozioni stupefacenti.
 

Mi ricordo una giornata da brivido il giorno che nella Chiesa di San Basilio il Coro degli angeli ha intonato l’Ave Maria di Schubert.

Fu un momento magico, tutte le persone presenti si fermarono stupefatti per l’inattesa performance.
 

L’unica cosa negativa che ricordo era la presenza di Mogol,  misantropo e ostico personaggio che limitava le uscite offerte  dallo staff russo per visitare la città ; purtroppo i musicisti erano succubi del suo volere.

 

A me non interessava quello che pensava Mogol pertanto insieme al mio amico fonico ce ne andammo in giro per tutti i posti consentiti e non.

E si, perché avendo fatto la conoscenza di persone del posto abbiamo avuto l’opportunità di scoprire tanti posti e condizioni umane che diversamente non avremmo potuto toccare con mano.

 

Le donne, per esempio, fanno  lavori stradali, i tecnici  e gli elettricisti di teatro sono solo donne.
 

La Russia è un territorio immenso, con diverse lingue e culture, mi ricordo che gli spostamenti dovevamo farli in aereo, si ma che aerei, facevano paura tanto erano tenuti insieme con lo spago, al posto dei sedili le sdraio da mare, tuttavia sono riuscito a vedere Kiev prima del disastro di Cernobyl.

Insomma fu un successo professionale e umano.

Al ritorno in Italia, la tournèe proseguì ancora per mesi.

Per me che ho disegnato tutto lo spettacolo luci fu una grande soddisfazione, adoravo il mio lavoro e farlo bene mi dava la carica per ricominciare ogni giorno e superare le difficoltà che trovavo.