Tecnico informatico
Microsoft toglie opzioni a Esplora File: “non le usa nessuno”
Continua il lavoro di Microsoft per svecchiare Windows 11, rimuovendo (o nascondendo) tutto ciò che il nuovo sistema operativo si porta dietro dalle versioni precedenti e che, in un modo o nell’altro, è stato sostituito da qualcosa di più moderno. La casa di Redmond ha annunciato che rimuoverà alcune opzioni relative alle cartelle da Esplora File, affermando che si tratta di voci che vengono usate raramente.
Nel blog post di Microsoft relativo alla build Windows Insider 23481, si legge: “Stiamo rimuovendo una manciata di vecchie opzioni relative alle cartelle da Esplora File, proseguendo nel nostro tentativo di ridurre il numero di impostazioni disponibili in Esplora File. Molte di queste opzioni sono vecchie e disponibili da anni, inoltre non vengono usate molto da chi usa Windows 11”.
Qui di seguito vi riportiamo un elenco completo delle voci che spariranno:
Nascondi conflitti unione cartelle;
Mostra sempre le icone, mai le anteprime;
Visualizza icona file nelle anteprime;
Visualizza informazioni sulle dimensioni dei file nei suggerimenti della cartella;
Nascondi i file protetti di sistema;
Mostra lettere di unità;
Mostra descrizione rapida della cartella e degli oggetti del desktop;
Visualizza i file NTFS compressi o crittografati con un colore diverso;
Utilizza configurazione guidata.
I più “smanettoni” potrebbero non essere contenti della decisione di Microsoft, che però ha affermato che queste impostazioni rimarranno accessibili attraverso le chiavi di registro; si potranno ancora usare, ma sarà decisamente più complicato.
Tecnico informatico
Ennesimo blocco di Virgilio e Libero.
Non tutti sanno che Virgilio e Libero, appartengono allo stesso gruppo, ovvero, Italia online (IOL).
DI CONSEGUENZA, se si blocca uno, si blocca anche l'altro, passi per chi possiede la casella gratuita, ma come la mettiamo per chi paga un servizio per ottenere uno spazio aggiuntivo?
Tecnico informatico
Western Digital si trova nuovamente al centro di una controversia legata ai suoi hard disk destinati all'impiego in sistemi NAS. L'azienda ha impostato il suo software WDDA affinché invii un allarme agli utenti dopo tre anni di accensione dei dischi affermando che questi vadano rimpiazzati anche quando ciò non è necessario, con il risultato che i NAS di Synology li trattano come inaffidabili e non consentono, ad esempio, di ricostruire i pool RAID.
"L'unità ha accumulato un grande numero di ore di accensione nella sua vita. Andrebbe sostituita presto." Questo è il messaggio sul sistema operativo dei NAS di Synology, quando è installato un disco a marchio Western Digital acceso da più di tre anni.
Tre anni di accensione non sono molti per un disco da NAS e che non c'è ragione di preoccuparsi per la sua salute nel momento in cui non sono presenti ulteriori problemi . Questo fatto ha spinto molti utenti a lamentarsi del messaggio.
L'avviso è originato dal software WDDA, che dovrebbe fornire informazioni aggiuntive rispetto ai soli dati SMART così da permettere all'utente di avere un'idea dello stato dei dischi e di prendere dunque decisioni più informate.
Il software tratta l'accensione oltre i tre anni come un problema. Questa limitazione è presente in tutti i dispositivi Synology con numero di modello terminante tra 13 e 21, e con DSM 7.0, 7.1 e 7.2. I dispositivi più nuovi, con numero di modello 22 e 23, non supportano WDDA e sono immuni al problema.
È possibile disabilitare WDDA sui NAS coinvolti, ma gli utenti meno esperti possano pensare che sia realmente presente un problema coi propri dischi. Dall'altro lato, la presenza di questo avviso potrebbe portare alcuni utenti a ignorare problemi più seri.
Western Digital ha pubblicato pochissime informazioni relative a WDDA e non è nemmeno presente un elenco ufficiale dei dischi che supportano la tecnologia. Synology riporta come compatibili alcuni modelli delle linee WD Red Pro, WD Red Plus e WD Purple (quest'ultima destinata alla videosorveglianza).
Western Digital si trova dunque a fronteggiare l'accusa di tentare di ingannare gli utenti per spingerli ad acquistare nuove unità quando queste sono ancora perfettamente funzionanti. L'assenza di informazioni ufficiali in merito non aiuta. A gettare benzina sul fuoco c'è il fatto che l'azienda è stata già colta in passato a ingannare i propri utenti proprio nell'ambito dei dischi per NAS. Ciò ha portato a una class action, che si è conclusa con un risarcimento di 2,7 milioni.