Etica del Linguaggio
Il Dialogo Interiore
Quando penso al dialogo tra sé e sé mi torna in mente Pereira, il protagonista del romanzo di Antonio Tabucchi “Sostiene Pereira”.
Pereira è direttore della pagina culturale di un quotidiano, che si definisce apolitico, della Lisbona degli anni ’30, anni in cui l’Europa è sotto il regime fascista.
E’ un uomo anziano che trascina la sua vita in una quotidianità noiosa, abitudinaria e indifferente a tutto ciò che avviene intorno.
Racconta le sue giornate e le sue riflessioni alla foto della moglie morta e sostiene di essere interessato più alla morte che alla vita.
Alcuni incontri lo scuotono e nella sua coscienza iniziano ad inserirsi pensieri nuovi.
I colloqui tra Pereira e il dottor Cardoso, il medico che se ne prende cura nella clinica in cui si ricovera, sono i più rivelatori per l’anziano uomo.
Il dottore illustra a Pereira la sua <dottrina della confederazione delle anime>
Secondo questa visione l’IO non è uno solo ma una pluralità.
L’anima non è una, è una confederazione di più anime che sono sotto l’egemonia di un IO
C’è un IO che prevale, che prende il sopravvento e il controllo sugli altri IO.
Nel corso della vita non è sempre lo stesso IO che si impone sugli altri. I vari IO si alternano. Ora prevale uno, ora un altro.
Pereira prende così coscienza della pluralità che lo abita.
Si accorge della propria moltitudine di IO attraverso i dialoghi con altre persone che incontra e che lo inducono a dialogare con i suoi tanti IO.
Il DIALOGO INTERIORE inizia dalla presa di coscienza per cui credere di essere uno è un recinto illusorio e limitante.
L’IO egemone quindi lascia spazio all’espressione degli altri IO, dando loro pari dignità e diritto di parole e pensieri.
Inizia un vero dialogo, un processo indagante in cui la vita si arricchisce di senso e s’interroga su se stessa.
Etica del Linguaggio
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