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Un terzo del nostro cibo dipende da loro, ma non le difendiamo
Nel 2018 l’UE aveva dato un segnale importante per proteggere questo patrimonio della biodiversità con il bando di tre insetticidi. Tuttavia, a distanza di un solo anno, il rischio che l’Europa ceda alle pressioni dell’agrochimica è altissimo. Non ci rendiamo conto del grosso rischio per noi umani!
Minacciate da emergenza climatica, monoculture e pesticidi, le api hanno un ruolo essenziale negli ecosistemi, tanto che ben un terzo del nostro cibo dipende dalla loro opera di impollinazione.
Nel 2018 l'Unione Europea aveva dato un segnale importantissimo per proteggere questo patrimonio fondamentale della biodiversità, con il bando di tre insetticidi molto dannosi per le api: l'imidacloprid e il clothianidin della Bayer e il tiamethoxam della Syngenta.
A distanza di un solo anno però, il rischio che l'Europa ceda alle pressioni dell'agrochimica è altissimo. L'8 maggio l'EFSA (European Food Safety Autority) ha infatti reso noto ufficialmente che, su richiesta della Commissione Europea, si "sta istituendo un gruppo consultivo di gruppi di interesse a supporto dell'imminente revisione delle linee guida sulla valutazione del rischio da pesticidi per api". Ma è stato proprio grazie a queste indicazioni, pubblicate dalla stessa Autorità per la Sicurezza Alimentare nel 2013, che si era arrivati l'anno scorso al bando dei tre neonicotinoidi. Dall'anno della loro pubblicazione, la Commissione UE ha proposto in più occasioni una bozza di piano di attuazione, senza mai trovare l'accordo tra i Paesi membri. Dalla fine del 2018, alcuni Paesi dell'Unione Europea hanno invece manifestato l'intenzione di avviare un riesame del documento, motivata dall'emergere di nuove evidenze scientifiche: tra i punti in discussione, la nocività dei pesticidi sulle larve e su alcune altre specie di impollinatori come bombi e farfalle.
Oggi, con l'ufficiale affidamento all'EFSA della revisione delle linee guida, si stanno di fatto rimettendo in discussione alcune valutazioni scientifiche pubblicate nel documento sulla pericolosità dei pesticidi per gli impollinatori.
La notizia preoccupa, per il rischio che si tratti di una revisione al ribasso del testo, quanti si sono battuti in questi anni per chiedere un'inversione di rotta sull'uso di antiparassitari nelle attività agricole. "Gli standard di sicurezza per le api in relazione ai pesticidi sono già contenuti nelle linee guida EFSA del 2013– ha commentato Federica Ferrario, responsabile della campagna agricoltura di Greenpeace Italia – questi standard vanno applicati, non riformulati".
A gennaio, nell'incontro del PAFF Committee (Plants, Animals, Food and Feed) della Commissione Europea, 18 Paesi si sono detti favorevoli alla revisione delle linee guida EFSA ma non si conosce la votazione dei singoli Stati. Il 10 maggio scorso si è espresso proprio su questo punto il difensore civico europeo, che ha raccomandato che vengano resi pubblici i documenti contenenti le posizioni dei singoli Stati e ha giudicato "cattiva amministrazione" della Commissione il diniego al diritto di accedere a questo tipo di informazione.
Il nuovo testo dell'EFSA sarà "presumibilmente" completato nel 2021. E nel frattempo? Il rischio concreto è che, in assenza di una valutazione standard da adottare, si facciano passi indietro anziché andare avanti. "I tre neonicotinoidi aboliti nel 2018 sono ormai vietati – conclude e allerta Federica Ferrario – ma senza il riferimento alle linee guida del 2013, nuovi pesticidi altrettanto o più dannosi potranno essere messi sul mercato".