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Overshoot Day, il 29 luglio la Terra avrà esaurito le sue risorse annuali
Una data che arriva sempre prima: 30 anni fa era in ottobre, 20 anni fa a fine settembre. Di regola dovrebbe cadere il 31 di dicembre di ogni anno per dare al pianeta il tempo di rigenerare le sue risorse. Dovremo meditare tutti su notizie come questa e fare ciascuno una piccola parte.
Di male in peggio. Anche quest'anno il nostro Pianeta ha già esaurito le risorse che dovrebbero invece bastargli per l'intero anno. Il giorno in questione è chiamato Overshoot Day, e di regola dovrebbe cadere il 31 di dicembre di ogni anno per dare alla Terra il tempo di rigenerare le sue risorse. Invece, quest'anno la data fatidica arriva lunedì 29 luglio, battendo il record già negativo del 2018 quando la data coincise con il 1 agosto, e non era mai stato così presto.
Per gli scienziati l'Overshoot Day rappresenta il giorno dell'anno in cui la nostra domanda di acqua, cibo, fibre, legno e assorbimento di anidride carbonica supera l'ammontare di risorse biologiche che gli ecosistemi della terra sono in grado di rinnovare in un anno, la cosiddetta 'biocapacità globale'. Una data che arriva sempre prima: 30 anni fa cadeva in ottobre, 20 anni fa verso la fine di settembre. E adesso non arriviamo ad agosto.
Ma come consumiamo queste risorse? Ben il 60% corrisponde alla "richiesta di natura" necessaria per l'assorbimento delle emissioni di anidride carbonica. Invertire la tendenza è possibile, ma bisognerebbe intervenire con decisione su alcune aree. Dall'analisi del Food Sustainability Index, l'indice realizzato dalla Fondazione Barilla con The Economist Intelligence Unit, oltre a ridurre lo spreco di cibo, ad esempio, si potrebbe cercare di non pesare troppo sugli stock ittici, che già sovrasfruttiamo per il 75%.
Cosa succede fuori dai confini dell'Europa? Se tutti vivessimo come gli abitanti degli Usa, avremmo bisogno di ben 5 pianeti: negli Stati Uniti infatti ogni cittadino spreca 95 Kg di cibo l'anno e le emissioni dei cosiddetti 'Greenhouse Gas', derivanti dai combustibili fossili, dalla produzione di elettricità e dai trasporti, sono tra le più alte del mondo.