Rosa Borgia

Arte & Intrattenimento

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Asfalto sostenibile: super resistente e a base di grafene

2019-04-23 20:30:09

Il presente ha fatto un salto nel futuro: in Italia si sta testando un asfalto addizionato con grafene che aumenta la capacità di resistenza agli stress di traffico ed escursioni termiche così da allungare la vita utile delle strade, a vantaggio dell’ambiente e del portafoglio delle amministrazioni.

La tecnologia, chiamata Gipave, è stata messa a punto da Iterchimica, storica azienda italiana

 leader mondiale nello sviluppo di soluzioni per il miglioramento delle prestazioni dell’asfalto, in collaborazione con Directa Plus, produttore e fornitore di prodotti a base grafenica. 

Si tratta di una sorta di granulo di grafene che viene aggiunto durante la fase di miscelazione dell’asfalto e che reagisce dando delle caratteristiche migliorative al bitume. Addio, quindi, a crepe e onde sulle strade, legate alle alte e basse temperature e addio alle deformazioni del manto stradale dovute al traffico pesante.

Dopo i test di laboratorio, lo scorso autunno si è passati alla sperimentazione su un tratto della strada Provinciale Ardeatina a Roma, tra il km 15+800 e il 16+800 in direzione sud, ripristinando gli ultimi due strati di asfalto (binder e tappeto di usura) dei tre che compongono la strada.

Per il binder si è utilizzato il 40% di asfalto fresato riciclato (materiale da demolizione della vecchia pavimentazione), mentre per il tappeto di usura il 30%, perché le strade costruite con i supermodificanti sono riciclabili all’infinito, infatti, si può riutilizzare fino al 100% del loro asfalto fresato per realizzare la nuova pavimentazione, evitando lo smaltimento in discarica del materiale, l’estrazione di nuovi inerti dalle cave e l’uso di bitume di primo utilizzo. 


I risultati ottenuti dal monitoraggio confermano quelli delle simulazioni: il miglioramento di resistenza alla fatica è superiore al 250% rispetto all’asfalto tradizionale, la resistenza al passaggio dei veicoli è del più 35%, la resistenza alla deformazione è del più 46% a 40°C, mentre le deformazioni permanenti legate alle tracce degli pneumatici sono risultati inferiori del 35% a 60°C.


Il tratto stradale è monitorato di continuo da un laboratorio di fama internazionale indipendente di Brescia. I controlli riguardano sia la fase di posa in opera dell’asfalto sia la raccolta e le analisi di campioni delle miscele durante i mesi, attraverso carotaggi e prove dinamiche. Al monitoraggio Hwd (prove di portanza) ha partecipato anche Grs, società specializzata in rilevazioni stradali con apparecchiature ad hoc per misurare la resistenza degli strati della pavimentazione. Inoltre, sulla strada è stato installato “d-tech” di Elsis, un sistema di monitoraggio veicolare con telecamera che permette di identificare e quantificare il volume di traffico sulla strada.


“I test su strada sono stati fatti proprio per validare i risultati di laboratorio e rappresentano un ulteriore passo verso l’obiettivo che ci siamo posti: strade riciclate e riciclabili al 100%, prodotte a basse temperature, durature, senza buche e rispettose dell’ambiente. Accordo di monitoraggio del tratto ha una durata decennale, ma dopo questi primi risultati della trial section di Roma siamo pronti a provare la tecnologia anche negli Stati Uniti, in Oman e nel Regno Unito dove ci aspettiamo risultati analoghi”, spiega Federica Giannattasio, amministratore delegato di Iterchimica.

Il supermodificante a base di grafene, il cui brevetto è stato depositato nel 2017, è il risultato del Progetto Ecopave, un programma di ricerca triennale. La combinazione di nuove tecnologie come Gipave e la rigenerazione delle vecchie pavimentazioni stradali contribuiranno al raggiungimento degli obiettivi di Green e Circular Economy in Italia, grazie al riuso di materiali e l’aumento della durata delle strade, compresa la relativa diminuzione della manutenzione.


“I vantaggi ambientali ed economici si intrecciano. Se la pavimentazione dura di più nel tempo perché molto resistente, è meno soggetta a cicli di manutenzione e all’utilizzo di nuovo bitume. Inoltre, a parità di vita utile tra l’asfalto tradizionale e quello con l’aggiunta di grafene, si può ridurre lo spessore della pavimentazione, quindi si ha meno impiego di materie prime. Essendo anche del tutto riciclabile, nel momento in cui la strada termina il suo ciclo di vita può essere fresata e riciclata, cioè utilizzata in una nuova pavimentazione con pari caratteristiche prestazionali”, conclude Giannattasio.