Riccardo Polverosi

Storia & Antichità

Tutto esaurito!

2019-06-10 00:28:16

Come ha fatto il Friuli a impoverirsi di brutto in un solo anno?

Tra il 24 ottobre e il 19 novembre 1917 l'esercito italiano combatté la celebre battaglia di Caporetto, che finì in una grave sconfitta: di conseguenza l'esercito si dovette ritirare sulla linea del fiume Piave, abbandonando il Friuli e una parte del Veneto. Entrambe le regioni furono quindi occupate dagli eserciti tedesco e austro-ungarico, che lasciarono la loro impronta negli anni a venire per tutta una serie di motivi.

Infatti la situazione interna dell'Impero asburgico nel 1917 era drammatica: il sistema di distribuzione del cibo era al collasso (c'erano villaggi dove letteralmente si moriva di fame) e l'industria non era in condizioni molto migliori, perciò il comando austriaco decise che i soldati dovevano essere "mantenuti" dalla popolazione dei territori occupati.

Fu così che per il Friuli e il Nordest in generale cominciò un periodo molto difficile, in cui la sottrazione di generi alimentari la faceva da padrone: già durante la ritirata italiana campagne e città furono preda di furti (i militari erano spesso ridotti alla fame) e la situazione peggiorò con l'arrivo degli austro-tedeschi, che fecero incetta di tutto quello che potevano rubare, anche loro per sostentarsi.

Passata l'onda dei militari, il Friuli fu posto (nuovamente) sotto l'amministrazione austriaca, che organizzò le requisizioni di cibo a spese di contadini e allevatori: basta pensare che tra il 1917 e il 1918 furono requisiti e mangiati circa 200.000 bovini e altri 150.000 animali di vario genere, mentre per sfamare le truppe gli occupanti usavano dai 10.000 ai 18.000 carri di farina ogni giorno. Oltre a quello vanno poi aggiunti i furti di altri beni come scarpe, vestiti, posate, pentole e vari oggetti di valore, rubati dai militari come bottino personale e mandati a casa loro in Austria. In diversi paesi le autorità giunsero a fondere le campane e le canne degli organi delle chiese, per ricavare metallo da lavoro, inoltre molte fabbriche furono riattivate o smontate e trasferite oltreconfine con i treni, pezzo dopo pezzo. In quella situazione di caos e incertezza fiorì anche il mercato nero, che permise ad alcuni loschi figuri di arricchirsi enormemente.

L'incubo dell'occupazione austro-tedesca finì nel novembre 1918: è stato calcolato che i danni provocati dalle requisizioni e dai furti abbiano riportato indietro il Friuli economicamente di circa 40 anni.

Nel dopoguerra al danno si aggiunse la beffa: l'Italia non aveva più soldi e doveva scegliere se finanziare la ricostruzione del Friuli distrutto dalla guerra o di Trieste, città irredenta e appena diventata italiana. 

Indovinate un po' cosa scelsero quelli di Roma...

Fonte: HistoRick