Remo Riva

Oggi scrivo di Ostracismo e non lo faccio a caso.

2019-07-08 16:43:00

"Dal greco ostrakismós, der. di ostrakízō ‘infliggo l'ostracismo’, der. di óstrakon ‘coccio, conchiglia’. Nell'antica Grecia, istituto giuridico volto a infliggere a un cittadino la pena di un esilio decennale, introdotto nel V secolo a.C.; esclusione, emarginazione"

Una volta l'anno, ad Atene, durante l'assemblea dell'Ecclesia, i cittadini potevano esprimere la volontà di tenere una votazione per infliggere un ostracismo. 


Nel caso in cui i cittadini avessero espresso la suddetta volontà, si apriva la votazione, che consisteva nello scrivere il nome della persona che si voleva ostracizzare su un coccio di terracotta, inserendolo poi nelle urne di voto. 


Raggiunto un certo numero di voti - si parla di maggioranza semplice su un quorum di seimila - lo sventurato se ne doveva andare immantinente dall'Attica (la regione di Atene). 

Non perdeva proprietà né altri diritti: se ne doveva semplicemente andare per dieci anni.

Poteva anche nominare un curatore dei propri beni rimasti in città.

L'ostracismo non toccava la sua famiglia, che poteva restare a casa.

La cosa curiosa è che questa votazione non veniva aperta solo nei casi di reale pericolo per lo Stato, e non comportava alcuna accusa penale: si trattava di un voto politico arbitrario.

"Tu, fuori"


Testo originale pubblicato su unaparolaalgiorno.it: https://unaparolaalgiorno.it/significato/O/ostracismo

Da notare l'uso dei cocci di terracotta: le pergamene ancora non esistevano e, tantomeno, la carta; l'unico supporto simile su cui poter scrivere era il papiro, ma doveva essere importato dall'Egitto ed era costosissimo. 

Invece, colpo di genio.

 Cocci rotti: grande quantità, costo zero.

Testo originale pubblicato su unaparolaalgiorno.it: https://unaparolaalgiorno.it/significato/O/ostracismo

Qualcosa è cambiato?

Oggi nulla è cambiato se ci riferiamo al significato stretto della parola ostracismo, che sta sempre a indicare esilio, allontanamento.


Ciò che è cambiato, ed è cambiato in modo radicale, sono i metodi, le modalità con cui questo ostracismo viene applicato.

Non a caso la Grecia antica era la culla di quella cosa,  oggi un poco sconosciuta, che chiamavano democrazia.


Solo il fatto che si votasse pubblicamente, che avesse una durata limitata, che non toccasse i beni di famiglia ne i famigliari stessi, era una garanzia di trasparenza.

Oggi invece

Ritengo che le cose oggi siano peggiorate, di molto peggiorate: nelle dinamiche sociali si è perso il senso di esilio "a tempo" per arrivare, degenerando, a qualcosa che va anche oltre all'emarginare una persona: si tratta della deliberata volontà di escludere un individuo da un gruppo.


Non c'è votazione, ma la volontà del gruppo è chiara e, cosa ben più grave, l'ostracismo viene ottenuto non pubblicamente, ma ricorrendo a strategie nascoste, a politiche di convenienza, a sotterfugi. 

E questo avviene a tutti i livelli: nelle aziende grandi e piccole (mobbing), nei partiti politici, nelle pubbliche amministrazioni, talvolta addirittura in quelli che si credono gruppi di amici.


Nella vita pubblica queste modalità prendono il nome pittoresco di "macchina del fango", in una sfera più privata si può trattare di pettegolezzo, maldicenza.


In questo modo può essere che venga ostracizzato dalla propria classe il ragazzino un pò effemminato così come è possibile che  un valido ricercatore che OSA andare controcorrente, divenga scomodo e non trovi più appoggi dalla comunità scientifica (vedasi Antonio Di Bella).


Oppure, molto più semplicemente, chi esprime sempre la propria opinione con coerenza ed onestà intellettuale.


E questo, amici miei, è molto molto triste.

Tu cosa ne pensi? Vuoi lasciare un tuo commento? 

Buona serata

Remo