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Addio Nathan, 19enne vittima della caccia

2018-10-02 07:37:31

Ucciso un ragazzo in un bosco. È stato un cacciatore di 29 anni. Ha scambiato Nathan per un cinghiale. Nel 2017 i seguaci di Diana hanno fatto 30 morti.

Addio Nathan, 19enne vittima della caccia

di Giovanni Merla
È accauto ancora. Non è la prima e purtroppo non sarà nemmeno l’ultima volta. I media parlano di incidente, ma di fatto è un omicidio. La caccia ha ucciso ancora, anche oggi, per l’ennesima volta. Ha ammazzato Nathan Labolani, un ragazzo di 19 anni che faceva una passeggiata nei boschi. Giornali e tv ne parleranno un paio di giorni, poi tutto scivolerà via come sempre travolto da altre notizie, da altre storie. Inghiottito dagli sbalzi dello spread e della borsa, dimenticato dall’opinione pubblica indaffarata a coltivarsi l’orticello. È un’Italia squallida, che non alza più la testa. Siamo un paese bollito, stracotto, perché non ci battiamo più per niente. Subiamo tutto senza reagire, con rassegnazione mista a meschinità. Siamo un popolo di mediocri, badiamo all'apparenza e non alla sostanza. Il “noi” non esiste più, è stato sotterrato dall’ “io” che inevitabilmente ha causato una caduta libera di valori, empatia, rispetto, giustizia, lealtà e nobiltà d’animo. Siamo tutti belli, ben vestiti e profumati, ma se ci sbottoniamo un po’ la camicia il puzzo ci precede. Qualche giorno fa hanno ucciso un ragazzo in un bosco. È stato un cacciatore di 29 anni. Ha scambiato Nathan per un cinghiale e gli ha scaricato in corpo colpi calibro 300 Magnum misti ad adrenalina. Sì adrenalina. Non quella sana, ma quella patologica.

Perchè dicciamo questo? Chiudete gli occhi per un istante. Immaginatevi una persona vestita da Rambo con un fucile tra le mani. Spara. Un botto tremendo. Una rosa di pallini che spegne per sempre la vita di un tordo, di un merlo o di una lepre. Esserini fragili, morbidi, piccoli e immensamente intelligenti che non esistono più per l’arroganza e la crudeltà umana. Sono milioni gli animali uccisi ogni anno da cacciatori e bracconieri. Milioni di vite spente per sempre per colpa di un business che riempie le tasche di pochi e crea enormi danni a molti (ambiente, esseri umani e animali). Anche oggi son morti e moriranno inutilmente migliaia di vite. Soltanto una però finirà sulle pagine dei giornali di domani: quella di Nathan Labolani. La caccia negli ultimi 4 anni ha ucciso 114 persone e ne ha ferite 303. Nel 2017 ha fatto 30 morti in cinque mesi. Una media di uno ogni due giorni, perchè si caccia 2-3 volte la settimana. La matematica non è un'opinione e i numeri ci dicono che la caccia uccide più dei femminicidi, eppure nessun governo l'ha mai contrastata. E' una strage voluta, impunita e soprattutto legalizzata dalla politica e dalle istituzioni. Il sacrificio di molti per la gioia di pochi. E qualcuno osa ancora chiamarla sport. La caccia è una pratica barbara e anacronistica che non ha più alcuna ragione di esistere. E' una follia, è la vergogna della società civile.

Nathan non è morto per un incidente. Nathan è stato ammazzato da un cacciatore che gli ha sparato nel petto credendolo un cinghiale. Questa assurda morte e quella di tantissimi animali innocenti si poteva evitare. La caccia dev’essere abolita ad ogni costo per sempre. Ognuno di noi dovrebbe lottare per ottenere questo. Si chiama senso civico. Dovremmo lottare per la nostra libertà e in nome della sacralità della vita. Il sacrosanto diritto di farsi una passeggiata nei boschi e nella natura senza rischiare di dover morire.

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