Passioni/hobby/lavoro

Web & Computer

“Non sempre i veicoli elettrici emettono meno CO2 dei nuovi diesel” terza parte - finale Al netto della CO2 per produrle, le batterie al litio sono la miglior soluzione per la mobilità di domani? “Gli attuali accumulatori al litio sono una tecnologia consolidata. Ci potranno essere ulteriori miglioramenti, ma il loro stato di sviluppo è ormai notevolmente avanzato. Con le batterie attuali l’industria dell’auto è in grado di proporre veicoli efficienti a prezzi che possiamo già oggi definire di medio impegno economico. Però la ricerca non si ferma qui. Uno degli obiettivi più impellenti è quello di “scavalcare” il cobalto. Questo metallo non solo è costoso e raro, ma il 95% arriva dal Congo ed è controllato dall’industria cinese. Le condizioni di lavoro in quel Paese africano sono critiche e così si innestano problemi etici non indifferenti. Anche per questo affrancarsi dall’uso del cobalto è necessario. Se, però, in una batteria non si usa il cobalto peggiorano le prestazioni e aumenta il peso. E se questo può essere indifferente per gli accumulatori statici per la rete elettrica, per l’automotive, invece, la variazione è sensibile. Poi ci sono altri filoni di ricerca per nuovi tipi di batterie, ma qui siamo ancora a livello di prototipi, se non ancora di sperimentazione di laboratorio”. Ci sono altri ostacoli perché le auto elettriche possano sostituire quelle convenzionali? “Al netto delle peculiarità tecniche, come per esempio, l’autonomia e i tempi di ricarica, c’è un altro aspetto che va ben ponderato: l’impatto della mobilità elettrica sulla rete di generazione e di distribuzione dell’elettricità. Questo aspetto si aggiunge agli investimenti per la creazione di una infrastruttura di ricarica capillare. Quando i veicoli elettrici avranno una diffusione significativa le potenze richieste per una ricarica ragionevolmente veloce saranno elevate. Se devo ricaricare un’auto con batterie da 50 kWh (l’energia accumulata tipica di un veicolo compatto, non una luxury car che ha accumulatori grandi il doppio) in un’ora ho bisogno di 50 kW, se voglio ricaricarla in mezz’ora, i kW diventano 100, ovvero tanti quanti sono i contatori installati in 30 appartamenti! Moltiplicata per i veicoli circolanti bisognosi di una ricarica diventa una potenza enorme, in prospettiva fino anche al 50-80% dell’attuale potenza massima della rete. Il risultato è un impatto forte sulla rete in termini di potenza, ma, a conti fatti, molto di meno in termini di energia. Questa situazione potrebbe mettere a repentaglio la qualità della fornitura elettrica e l’affidabilità dell’infrastruttura. Per cui si devono prevedere investimenti importanti sulla rete per affrontare i picchi di potenza. E qui è bene ricordare che il costo dell’installazione dipende dalla potenza, mentre l’utente paga l’energia che consuma. In pratica si rischia di investire molti soldi con un modesto ritorno economico. Per uscire da questa impasse bisogna realizzare reti intelligenti che gestiscano i consumi e anche le ricariche dei veicoli per evitare le devastanti rampe di carico. Si deve pensare anche a una serie di sistemi di accumulo che assorbano le variazioni di richiesta energetica. Una delle risposte, non banale, potrebbe essere il sistema V2G (vehicle to grid, n.d.r.) ma fra l’auto e la rete ci deve essere un inverter. Si può fare tutto, ma è necessario affrontare con serietà le sfide che un sistema sempre più complesso propone. In conclusione pensare a un mondo completamente decarbonizzato è una prospettiva verso cui andremo sicuramente, ma non so quando”.

Passioni/hobby/lavoro

Web & Computer

“Non sempre i veicoli elettrici emettono meno CO2 dei nuovi diesel” -- seconda parte Non ci siamo, l'acquisto di un'auto elettrica per il momento non aiuterà nessuno, tranne........le case automobilistiche. Per cui le emissioni zero sono una chimera? “No, non sono una chimera, ma vanno spiegati alcuni passaggi. Per quanto riguarda la realizzazione delle batterie, le emissioni di CO2 legate a queste produzioni sono da conteggiare, considerando anche il parco elettrico del Paese di produzione che di solito non è quello di utilizzo. Su questa base possiamo valutare un bilancio moderatamente positivo per il contenimento della CO2 nella stragrande maggioranza dei Paesi europei. Mentre per i big asiatici, India e Cina, e in parte anche per gli Stati Uniti il contributo rischia di diventare negativo se si guarda all’attuale panorama tecnologico e della generazione di energia elettrica. Comunque è certo che, anche per la produzione di energia, si va verso soluzioni di decarbonizzazione, ma questo processo richiederà molti decenni. Nel frattempo la domanda energetica mondiale crescerà ma la maggiore richiesta si scontrerà con una diminuzione sostanziale dell’uso di combustibili fossili: bilanciare questo cambiamento è la sfida più importante. Le fonti “rinnovabili” cresceranno, ma ogni ulteriore penetrazione diventa sempre più impegnativa”.

Passioni/hobby/lavoro

Web & Computer

“Non sempre i veicoli elettrici emettono meno CO2 dei nuovi diesel” -- prima parte Bisogna svegliarsi, le auto Elettriche per il momento sono una presa in giro!!!!! La prima legge proposta dalla neo presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, è un provvedimento sul clima. Si tratta di un “patto climatico” con i cittadini europei per azzerare le emissioni inquinanti entro il 2050. Una decisa svolta, consapevole dice la von der Leyen, verso la green economy e mette sul piatto 300 miliardi di euro per la transizione industriale. Ottimo, la volontà politica è il carburante per i cambiamenti. Ma le difficoltà, anche tecniche, non sono poche e, per vincere, bisogna conoscerle bene. La mobilità delle persone e delle cose è un punto sensibile di tutto questo disegno. Si punta alle emissioni zero. Anche qui, le soluzioni ci sono, ma non tutto quello che riluce è oro. Di mobilità elettrica parliamo con Giovanni Lozza, ordinario di Sistemi per l’energia e l’ambiente, prossimo Direttore del Dipartimento Energia del Politecnico di Milano. Lozza, da bravo ingegnere, ha un approccio pragmatico al problema: “La mobilità elettrica è certamente risolutiva per quanto riguarda gli inquinanti come gli ossidi di azoto e il particolato, soprattutto nelle aree cittadine. Se si ragiona sulle emissioni di gas serra, invece, il discorso si fa un po’ più complicato e meno lineare. Guardando, con neutralità tecnologica, le opzioni che oggi abbiamo a disposizione, si può dire che anche le soluzioni convenzionali conservano una validità rilevante. La realizzazione di veicoli elettrici comporta in ogni caso un pacchetto di emissioni di gas serra non trascurabile. E va sottolineato che, attualmente, i motori endotermici, e segnatamente i Diesel di ultima generazione, quelli omologati Euro 6d, possono avere emissioni di CO2, in determinati contesti, inferiori a quelle di veicoli elettrici. Cancellare i diesel tout court non è una soluzione sempre corretta, proprio in termini ambientali”.

3  
2
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19