Non Solo Rosa

Psicologia & Relazioni

Non Solo Rosa

Psicologia & Relazioni

Svizzera, 14 giugno 2019: lo sciopero delle donne

2019-07-12 15:39:20

Un giorno che passerà alla storia. Dopo trent’anni ci risiamo. Le donne svizzere scendono in piazza per rivendicare la parità non ancora raggiunta.

E rieccomi in viaggio da Zurigo a Brescia, questa volta in treno. Mi  guardo intorno, in una carrozza che pullula di vita:  famiglie con bambini, due amiche sedute accanto a me  sfogliano la guida di Milano. ”Mi è già venuta fame”,  dice la prima e porge la guida all’amica. Scorgo con la coda dell’occhio che è alla pagina “Genuss alla milanese”, (“Delizia alla milanese”). 

Di fronte a me una nonna, a lato due nipotini fra i 10 e i 12 mesi, la mamma dei pargoli, in stato di gravidanza e il papà sull’ orlo di una crisi di nervi con un autocontrollo da fare invidia ad un monaco tibetano…

Un’ occhiata lungo il corridoio del treno. Il 90% dei passeggeri sono donne. Felici di viaggiare, di andare in vacanza. Sono donne di ogni età, vivaci e a tratti pensierose, intente a leggere un libro, qualcuna accompagnata da un uomo.

Un semplice scorcio di una giornata di luglio, e mi torna alla mente un fatto accaduto da poco a Zurigo. Il 14 giugno le donne svizzere sono scese in piazza per il secondo sciopero nazionale degli ultimi trent’anni.

I giornali titolano : “28 Jahre nach dem ersten Streik sind Frauen immer noch nicht gleichberechtigt. […]“ cit. Beobachterin.ch 7. Juni 2019I NR. 12.
 (Traduzione: “28 anni dopo il primo sciopero le donne non hanno ancora pari diritti”).


Per la cronaca, in Svizzera il suffragio femminile è stato introdotto a livello federale nel 1971

Secondo la rivista Beobachterin, ancora oggi il 18,3% dei salari non sono equiparati e per il 44% la differenza non è imputabile a fattori oggettivi quali formazione, anni di servizio o funzioni direttive. Il 63% degli studenti di medicina sono donne, ma le donne medico guadagnano il 27% in meno dei loro colleghi uomini.  E in Italia non è tanto diverso.

Mi hanno invitato a partecipare allo sciopero

La mia vicina Ruth, pensionata di 65 anni, è andata a protestare. Una collega, amministratrice delegata d’azienda, anni 45, mi ha mandato un messaggio esortandomi a raggiungere lei e il suo gruppo per manifestare pacificamente. E’ in gioco la “parità” salariale, la possibilità delle donne di raggiungere posizioni apicali nelle aziende, la vera uguaglianza delle opportunità.

Non sono andata. Perché?

Rifiuto l’idea che nel XXI secolo, nell’era iper digitale e tecnologica, si debba ricorrere agli scioperi esattamente come negli anni ’70,  per attirare l’attenzione dell’opinione pubblica sul tema della diversità di opportunità fra generi.

Diversità”…Un’espressione così politicamente corretta! A mio parere, è semplicemente l’evoluzione della parola “discriminazione”, perché quest’ultima non suona bene, ci ricorda il reiterarsi nella storia di atti disumani e vergognosi, che la coscienza umana preferisce rimuovere.

Non sono un’attivista né una sognatrice, ma non posso negare che questo tema sia di estrema attualità e non nascondo il mio timore.

Mi pongo una domanda: l’antagonismo uomo-donna che senso ha? Non sarebbe ora di cambiare?

Cosa ne pensate? Aspetto le vostre opinioni sull’argomento.
Daniela