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La guerra non è solo di chi combatte

2019-05-21 12:37:14

La Battaglia di Sanluri (Sa Battalla de Seddori) È il 30 giugno del 1409,fa caldo... molto caldo! L'esercizio catalano-aragonese guidato da Pietro Torrelles e Martino I di Sicilia, sbarca a Cagliari.

Combattere per la libertà

L'esercito nemico è costituito da 800 Fanti e 300 Cavalieri.

Gli arborensi possono contare su un Esercito più numeroso: 17.000 Fanti sardi,2.000 cavalieri francesi e 1.000 balestrieri genovesi.

È domenica,il caldo è insopportabile... Martino il giovane avanza con i suoi uomini verso il castello di Sanluri e lì,in un luogo chiamato Bruncu de sa Battalla, grazie alle sue doti da stratega,con una manovra a cuneo,divide in due tronconi le truppe sarde.

Il massacro

Una parte trova rifugio presso il castello di Sanluri e in quello di Monreale, l'altra parte fu bloccata e massacrata nei pressi del fiume Mannu,quella zona oggi è tristemente nota come "Su Occidroxiu"(il macello),senza fare nessuna differenza di età e di sesso...le donne vennero rapite e rese schiave!

Il dolore delle donne

La guerra non è solo dei ventimila sardi pronti a morire con l'onore di chi ama profondamente la propria terra, dilaniata da sempre da battaglie per avere il dominio di un'isola fertile e strategicamente favorevole,oltre che avere paesaggi e profumi di una vegetazione e una bellezza che si incagliano nell'anima...no,le battaglie sono soprattutto di chi resta! Di quelle madri che non hanno più i propri figli,di quelle figlie rimaste senza un padre ,un fratello...di quelle mogli che ora sono sole a doversi occupare della famiglia,che devono imparare a lavorare nei campi, che straziate dal dolore si chiedono come faranno a farsi forza,come potranno sopravvivere a questo immenso dolore,ora,ora che non hanno più nemmeno una tomba su cui piangere i propri uomini....

L'odore del sangue e di morte è tutto quello che rimane

Io ...le chiamo Emozioni


Tra le mie più grande passioni ce n'è una che mi accompagna da tutta una vita ed è quella per la recitazione... questo articolo vuole rendere omaggio ad uno spettacolo che , ancora oggi ,a distanza di due anni ,a ricordarlo attraverso queste meravigliose immagini mi lascia l'emozione a fior di pelle. Recitare e interpretare non significa fare finta di o immaginare di . Per me significa, essere quel personaggio,vedere attraverso i suoi occhi , avere quella età,portare quel nome e sentire le sue emozioni. Interpretare il dolore di queste donne è stato incredibile ,sono indescrivibili le fortissime emozioni che ho provato nel salire fino in cima a quel castello, sapendo per certo che degli Uomini hanno combattuto e perso la vita per difendere la libertà della Mia terra,della Sua terra...per la sua gente e anche per me! Mi ha inorgoglito e trafitto l'anima allo stesso tempo... E sentire l'urlo di quelle donne è stato straziante nel silenzio di quelle rovine.