Mirella Cadeddu

Founder Senior

La lettura del pensiero

2020-04-05 17:01:13

Questo sarà sicuramente un periodo che ci metterà di fronte all'efficacia delle nostre abilità comunicative all'interno delle nostre relazioni.

A parte chi purtroppo si trova ad affrontare queste giornate in solitudine (e a cui auguro tante allegre incursioni telefoniche da parte dei propri affetti) stiamo sperimentando una convivenza più serrata fra coppie, genitori e figli, fratelli e sorelle , e una diversa condivisione di tempo e spazi.


È quindi un'occasione rara di verifica.


In che grado sappiamo comunicare in modo efficace? Quante sono le situazioni di attrito, di nervosismo, di incomprensione, e come possono essere evitate o diminuite?


Quali possono esserne le cause?


Beh, un certo nervosismo sicuramente è dovuto alla situazione in sé, alle paure di vario genere che comporta.

Ma ci sono modalità nei nostri approcci che possono agire da fattore scatenante?

Possono essere diverse, dai nostri diversi schemi mentali, che in normali frenetiche giornate di occupazione non abbiamo più tempo di verificare, ai significati che attribuiamo a parole, pensieri, azioni e che variano da persona a persona seppur in uno stesso contesto familiare.

Mi limiterò ad indicarne una, come esempio che ci ponga un primo piccolo dubbio.


Leggere nel pensiero


Ti è mai capitato di dare per scontato che un certo gesto, parola, azione compiuta da un'altra persona avessero un significato inequivocabile?

So cosa stai pensando - è come dicessi dentro di te - e dopo non potrai che avventurarti in un circolo di pensieri conseguenti che escludono totalmente l'intervento attivo dell'interlocutore..

Oppure la "lettura inversa"...

Dovrebbe capire cosa penso o voglio , senza bisogno di doverglielo dire o ricordare...


Ti è mai capitato di trovarti in una delle due situazioni?


Penso che anche se a livello inconscio sia una trappola in cui siamo caduti tutti.


Eppure, se ci pensiamo è una modalità che porta incomprensioni, equivoci e attriti.


E se ci fossero altre opzioni?


Quale potrebbe essere un atteggiamento più efficace?

Spesso, meno è meglio. Anziché lanciarmi in disquisizioni interne, se provassi a formulare chiare precise e strutturate richieste?

Meno deduzioni, meno dialogo interno e più comunicazione con l'interlocutore.


Facile? Probabilmente no. Ma abbiamo il tempo dalla nostra parte 😉