Michele cisterna

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Il medico che si operò da solo

2019-05-31 20:04:19

Leonid Ivanovich Rogozov

Nel 1961, aveva 27 anni e venne aggregato come medico ad una spedizione di esplorazione dell’Antartico sulla nave Ob. Ma dopo qualche mese, iniziò ad accusare nausea, malessere e debolezza, aggravati da forti dolori addominali, accompagnato da febbre. Era l’unico medico imbarcato e la diagnosi fu: appendicite.

Per qualche tempo, si curò con antibiotici e applicazioni fredde ma le sue condizioni peggioravano, quindi il giovane chirurgo si rese conto che, senza un intervento, sarebbe andato incontro a morte sicura. Così, prese la decisione di operarsi da solo, con tre membri della spedizione (un meteorologo, un meccanico e il direttore della base) addetti ad assisterlo durante l’intervento. In posizione semi-seduta Rogozov si aiutò con uno specchio retto da uno degli improvvisati infermieri ma, per lavorare in profondità, dovette ricorrere principalmente al tatto, motivo per cui non ricorse ai guanti.

L’operazione durò un’ora e 45 drammatici minuti: ogni 4-5 minuti il chirurgo doveva interrompersi qualche secondo per riprendersi dai giramenti di testa e dal senso di debolezza incalzante. L’operazione si concluse con successo. Il suo coraggio e la sua abilità gli salvarono la vita (già due settimane dopo l’intervento si era ripreso ed era tornato al lavoro ordinario alla base). Nel maggio 1962 Rogozov fece ritorno a Leningrado dove proseguì la promettente carriera di chirurgo e dove morì solo nel 2000, quasi 40 anni dopo l’incredibile intervento.