Mauro Zorzini

Founder Nerd

"Uno come Noi"

2019-06-05 00:07:20

Quanto costa lottare per i propri ideali? A volte semplicemente TUTTO.

Prendo spunto dalla canzone dei Nomadi e dalla splendida voce del mai troppo 

compianto Augusto Daolio, per ricordare qui uno dei più grandi accadimenti della storia recente.

Dove l'arroganza, la cattiveria e la meschinità del potere annebbiano le menti 

degli uomini, i risultati non possono essere che disastrosi.

In quel lontano 3 maggio di 30 anni fa, un gruppo di persone, di ragazzi, di 

madri, di figli come noi, come i nostri figli, come le nostre madri,come i nostri padri che da un mese circa si erano riuniti per realizzare il loro grande Sogno, che urlavano a gran voce il loro diritto alla libertà ed alla voglia di condividere il mondo, venne reso muto da un ordine brutale e abbietto.

In quella piazza, che noi tutti abbiamo imparato a conoscere attraverso le 

cronache dell' epoca,dove nel '49 Mao dichiarava la nascita della Repubblica 

Popolare Cinese, nel 1989 fu scenario di una mobilitazione di massa da parte di studenti e ragazzi provenienti da più di 40 università del paese che marciarono 

chiedendo a gran voce  ciò che semplicemente ci si aspetta in ogni paese: la 

DEMOCRAZIA.

Al corteo si unirono ben presto una moltitudine di operai, intellettuali e funzionari pubblici, uniti in quel incessante grido che s' innalzava vero il cielo all' unisono.

Alla fine furono circa un milione di persone.

Il loro grido, venne udito in tutto il mondo, ma non venne ascoltato da coloro che avrebbero dovuto sostenerli e supportarli.

Vennero infatti mandate delle truppe corazzate per disperdere i manifestanti, ma a fronte dell' immensa moltitudine di uomini e donne presenti in quel luogo, i soldati si ritirarono.

Poi Deng Xiaoping, presidente della Commissione Militare, assieme a Li Peng

allora Primo MInistro, decretarono che quel sogno dovesse essere interrotto con la motivazione che gli studenti ed i manifestanti erano vittime di manipolazioni 

straniere.

Ordinarono di aprire il fuoco sulla folla.

30 anni dopo

Dopo tutto questo tempo, a tutt' oggi in Cina viene totalmente proibito di parlare 

di quello che viene definito con diversi appellativi come il "movimento del 4 giugno" o semplicemente " 4 giugno" o con il peggiore degli epiteti "l' incidente 

del 4 giugno"

Nel resto del mondo intero il 4 giugno 1989 viene ricordato per il "Massacro di 

piazza Tienanmen"

"Massacro" vs "Incidente"

Mentre in tutto il mondo si ricorda il "Rivoltoso Sconosciuto", la potente macchina della censura e dell' oblio ha lasciato un' intera generazione, quella 

dei "millenials", con un totale "vuoto di memoria collettivo".

Nonostante i 319 morti dichiarati dal Governo Cinese, affermazione questa 

ampiamente smentita da Croce Rossa ed altre organizzazioni internazionali che parlarono di un numero MOLTO più elevato, nell' ordine delle migliaia, contando 

anche l'epurazione successiva che prosegue tutt'oggi, visto che è ASSOLUTAMENTE VIETATO menzionare tale ricorrenza, in soli 30 anni si è riusciti a estirpare completamente il ricordo dalla mente di un' intero nugolo di giovani.

Il "Rivoltoso Sconosciuto"

Avevo 9 anni all' epoca, la prima volta che vidi quell' immagine. 

Ricordo perfettamente il momento e la situazione. Non ricordo assolutamente cosa venne detto. 

Era troppo assurdo.

L' immagine di quel ragazzo in camicia bianca fermo in mezzo alla strada, che 

blocca un' intera fila di carri armati è una di quelle immagini che rimarrà per 

sempre impressa nella mente di tutti coloro che hanno avuto modo di vederla anche solo per una volta.

È una di quelle immagini che bloccano in un istante un' intera esistenza: coloro 

che c'erano si ricordano perfettamente cosa facevano quando è morto Kennedy, noi tutti abbiamo negli occhi le immagini dell' 11 settembre, quella foto ha lo stesso potere evocativo nella sua semplice drammaticità.

Nel 2003 una delle versioni di questa foto, venne inserita nella rubrica "Le 100 

foto che hanno cambiato il mondo".

Cosa ci lascia in eredità?

A questa domanda ognuno di noi dovrebbe rispondersi da solo, nel silenzio del 

proprio animo.

Ed agire di conseguenza. Nulla di ciò che io possa dire può sostituire l' emozione di trovarsi di fronte ad un' epifania.

Quell' eufonia di intenti e sensazioni è un momento che va assaporato nella sua 

interezza ed interiorizzato nel proprio animo.

Però su una cosa possiamo esser d'accordo: quel piccolo uomo ci lascia in eredità la forza di un' Idea e degli Ideali

by Mauro Zorzini