Mauro Zorzini

Founder Nerd

Dove tutto ebbe inizio: Tolkien ed il Signore degli Anelli

2019-05-07 01:31:57

il Signore degli Anelli, di J.R.R.Tolkien.

Tutto cominciò con una "...piccola buca nel terreno."

Tolkien era uno stimato professore di Oxford, uno scrittore, un filologo, un accademico ed un linguista britannico. 


Si è scritto molto su di lui, si sono compiuti importanti studi sulla sua figura e ancora oggi, a distanza di molti anni dalla sua morte, viene ricordato ed acclamato in tutto il mondo con l'appellativo de "il Nuovo Bardo", parafrasando quello de "il Grande Bardo" che fu affibbiato a un tale Shakespeare. 


Tolkien aveva una vera e propria passione per le lingue e le tradizioni popolari, tant'è che all' inizio degli anni '20 su un foglio di carta bianco scrisse: "In un buco nel terreno viveva uno hobbit ".


Quel nome colpì a tal punto la fervida mente e la sua sensibilità da filologo che decise di dar vita ad un racconto breve per descrivere e rendere in qualche modo reale  quella strana creatura con il nome così buffo. 


Quel racconto prenderà il nome de "Lo Hobbit".


Il Signore degli Anelli - Le Origini del Mito

Tolkien aveva già cominciato nel 1917 a creare il mondo della Terra di Mezzo, per puro diletto personale, ma l' enorme successo riscontrato con Lo Hobbit, lo costrinse a sviluppare appieno quell' incredibile sorta di mondo parallelo.


Prese forma così quello che è universalmente riconosciuto come la sua Opera Omnia: "Il Signore degli Anelli"


Concepito come un unico libro, venne presentato in tre parti su suggerimento dell' allora editore e venne pubblicato tra il 1954 con il titolo de "La Compagnia dell' Anello" e il 1955 con gli altri due libri "Le Due Torri" e "Il Ritorno del Re".


Per scriverlo Tolkien usò un linguaggio arcaico e molto ricercato, per far rivivere la semplicità e la severità dell'inglese medievale.


A tutt'oggi risulta ancora nelle classifiche dei libri più venduti al mondo di sempre con una stima approssimativa di circa 150 MILIONI di copie

Nonostante diversi racconti Fantasy fossero stati scritti prima della pubblicazione de "Il Signore degli Anelli", è evidente a tutti che l' impatto che ebbe tale romanzo sulla società dell' epoca fu di una tale portata da definire per la prima volta, con estrema precisione, le caratteristiche di quel genere letterario.


Le opere di Tolkien hanno la straordinaria capacità di essere fruibili da chiunque si avvicini a loro, sia esso infante o letterato, erudito o semplice curioso, ma forniscono ad ogni lettore una chiave di lettura sempre diversa e sempre più profonda.


Uno dei meriti più grandi del Professore di Oxford fu quello di dare consistenza ad un tema fino a quel momento sconosciuto: i toni evocativi.


Ognuno di noi, leggendo quel libro infatti, riesce nella sua mente a richiamare le vivide immagini che le parole scritte su quelle pagine rappresentano e si sente immediatamente parte attiva di quel mondo, perchè ha la reale percezione che quello stesso mondo sia da sempre esistito, abbia avuto un passato ed ora, viva nel presente proprio mentre gli occhi del lettore scorrono avidi su quelle pagine.

Di cosa parla questo Libro?

«Tre Anelli ai Re degli Elfi sotto il cielo che risplende,
Sette ai Principi dei Nani nelle loro rocche di pietra,
Nove agli Uomini Mortali che la triste morte attende,
Uno per l'Oscuro Sire chiuso nella reggia tetra,
Nella Terra di Mordor, dove l'Ombra nera scende.
Un Anello per domarli, un Anello per trovarli,
Un Anello per ghermirli e nel buio incatenarli.
Nella Terra di Mordor, dove l'Ombra cupa scende.»


La vicenda narrata in questo libro comincia da dove si era interrotto il precedente romanzo de "Lo Hobbit" e per collegare la storia, Tolkien usa lo stratagemma dello "pseudobiblium" (un' opera immaginaria citata come fosse reale) facendo intendere che fosse un sorta di "diario di viaggio" di Bilbo e Frodo Baggins.


L' inizio parla di come Bilbo, dopo una lunga e piacevole vita, avesse deciso di recarsi a Gran Burrone, presso l' ultima corte degli Elfi, per vivere gli ultimi anni in tranquillo isolamento e decide di lasciare in eredità a Frodo uno strano Anello, da lui recuperato molti anni addietro.


Venuto a scoprire la verità su quell' Anello grazie all' aiuto dello Stregone Gandalf, Frodo decide di partire anche lui alla volta di Gran Burrone assieme al suo fido amico e giardiniere Sam e i suoi due cugini Merry e Pipino.


Non appena usciti dai confini sicuri di Hobbiville, il gruppo si accorge che il grande mondo è un luogo irto di pericoli e che il Nemico sta dando loro la caccia: sfuggono così ad un agguato dei Cavalieri Neri, conosciuti anche con il nome di Nazgûl (letteralmente "Spettri dell' Anello" nella lingua di Mordor) e finiscono per perdersi nella  Vecchia Foresta.


L' incontro con Tom Bombadil, riporta i quattro Hobbit sulla retta via e possono così giungere alla città di Brea, dove fanno la conoscenza di Granpasso, ramingo del Nord che si proclama amico di Gandalf.


Dopo una iniziale diffidenza, il gruppetto si lascia condurre attraverso le Terre Selvagge in direzione di Gran Burrone, ma una notte presso Colle Vento, Frodo viene ferito da una lama dei Cavalieri Neri e viene salvato dal tempestivo arrivo di una bellissima Elfa, di nome  Glorfindel, che porta il malconcio Hobbit presso i confini sicuri di Gran Burrone ove viene finalmente curato.

il Gran Consiglio della Terra di Mezzo

A Gran Burrone intanto si erano riuniti tutti i rappresentanti delle più importanti razze che popolavano la terra di Mezzo: gli Elfi, gli Uomini e i Nani.


Erano convenuti nel Regno Elfico per discutere della minaccia che Sauron, l' Oscuro Signore, rappresentava per tutti i Regni Liberi. 


Dopo accese diatribe tra i rappresentanti, venne presa la decisione di distruggere il pericoloso manufatto, in quanto era esso stesso un' estensione della malvagia potenza di Sauron, talmente potente da essere dotato di una propria maligna volontà.


L' unico ed il solo modo per poter distruggere tale Artefatto era quello di gettarlo tra le fiamme del luogo ove era stato forgiato, migliaia di anni prima: le fauci infuocate del Monte Fato.

La nascita della Compagnia dell' Anello.

Frodo era stato designato dal Fato per essere il portatore dell' Anello, quindi spettava a lui solo svolgere tale arduo compito.


Ma otto validi compagni si unirono a lui, in quella perigliosa impresa: per gli Elfi, Legolas del Reame Boscoso, il nano Gimli, Granpasso, che nel frattempo si era palesato con il suo vero nome di Aragorn, ultimo discendente diretto della stirpe dei Re di Numenor, Boromir, figlio del Sovrintendente di Gondor, ultimo regno degli Uomini e i tre amici che lo avevano accompagnato fin dall' inizio del viaggio: Sam, Merry e Pipino.



Inizia così il viaggio

La direzione della Compagnia è quella che procede verso sud, passando per il passo di Caradhras, ma vengono bloccati da delle tormente di neve causate magicamente che li costringono a ritornare sui loro passi e proseguire per le Miniere di Moria. 


Le miniere, che passano sotto le montagne, furono scavate dai nani nei tempi antichi per estrarre oro e pietre preziose.

Ma in tempi molto recenti furono conquistate dagli orchi ed i nani furono sterminati.

Inoltre i nani furono avidi e scavarono troppo in profondità risvegliando un antico male: un Balrog.

"Fuggite, sciocchi!"

È proprio affrontando il Balrog che la Compagnia perde Gandalf, trascinato dal demone in un abisso oscuro. 


Grazie al sacrificio dello stregone, il resto della Compagnia riesce ad uscire illesa dalle miniere e a raggiungere il regno elfico di Lórien


Dopo un soggiorno di due mesi, e dopo aver ricevuto molti doni dai sovrani degli Elfi Celeborn e Galadriel, i compagni ripartono per il loro viaggio su delle barche lungo il corso del fiume Anduin, fino a raggiungere il regno di Gondor.

"Don't kill Sean Bean!"

Una volta attraccate le barche a riva, i nostri eroi subiscono un attacco da parte degli Orchi, che recano con sè il simbolo della Mano Bianca, simbolo che riconduce a Saruman, Stregone molto potente, che tradendo i suoi ideali e valori si era lasciato irretire dalle seduzioni del Male.


In un' epica battaglia, Boromir perde eroicamente la vita, tentando inutilmente di proteggere i due Hobbit Merry e Pipino, che vengono presto rapiti per essere portati a Isengard, la torre magica di Saruman.


Nel loro viaggio di ritorno, gli Orchi passano accanto alla vecchia Foresta di Fangorn, antico luogo permeato di ancestrale magia, e nottetempo vengono sterminati da una compagnia di Rohirimm, i Signori dei Cavalli capitanati da  Éomer 


I due Hobbit riescono a fuggire nel trambusto generale e si rifugiano all' interno della foresta, ove fanno la conoscenza con un "Pastore di Alberi: un Ent,  di nome Barbalbero,  che dopo essersi consigliato con i suoi simili, decide di dichiarare guerra al traditore Saruman.



Gli altri tre eroi, Aragorn, Legolas e Gimli, inseguendo gli Hobbit rapiti, ritrovano sulla loro via un redivivo Gandalf, che dopo esser stato resuscitato dalla battaglia col Balrog, si ritrova al loro fianco molto più forte e potente di prima, tanto che le sue vesti da grigie che erano, divennero completamente bianche e rassicura loro sulla buona salute dei loro due piccoli amici.


Si dirigono così verso la corte di Re  Théoden presso la città di Edoras, capitale del Regno di Rohan solo per scoprire che il buon re, è prigioniero di un maleficio attuato da Grima Vermilinguo,  consigliere del Re ma al servizio di Saruman.


Una volta sconfitto il malvagio inserviente, Re Théoden riprende possesso di tutte le sue funzioni e per evitare la guerra contro le armate di Saruman, si rifugia con tutta la sua popolazione presso il Fosso di Helm.




"So it begins!"

Una volta raggiunta la fortezza del Fosso di Helm, vengono assediati dalle forze soverchianti del nemico che tramite un astuto stratagemma riescono a penetrare nelle mura.


Ma dopo una lunga battaglia durata ben cinque giorni, vengono sconfitti dalla cavalleria dei Rohirimm e vengono dispersi.


I nostri eroi raggiungono poi di nuovo la Torre di Saruman per cercare di sottometterlo, ma questi rifiutando di sottostare a tali disposizioni, viene privato del rango e di molti dei poteri da Gandalf stesso,mentre Pipino utilizza sbadatamente uno dei più potenti Artefatti magici dell' antica Era: un Palanthir una sorta di globo per la visualizzazione e la comunicazione a distanza e scopre così che la porssima vittima delle mire espansionistiche di Sauron era la capitale del Regno di Gondor: Minas Tirith.

Frodo e Sam intanto proseguendo nel loro viaggio verso Mordor, riescono a catturare la creatura Gollum, il precedente possessore dell' Anello, al quale Bilbo 50 anni prima gliel' aveva sottratto.


Gollum li conduce attraverso le Paludi Morte  fino al valico di Cirith Ungol dove però scoprono amaramente che a presidiare tale via vi sta una delle più pericolose creature al servizio del Male: la Ragna Shelob, che riesce a catturare Frodo immobilizzandolo con il suo pungiglione.


Sam riesce a sconfiggere la terribile creatura, ma credendo morto il suo amico, gli prende l' Anello e riesce a nascondersi poco prima dell' arrivo di alcuni orchi di pattuglia.

Il Ritorno del Re

Nell' ultimo libro Gandalf e Pipino raggiungono la città di Gondor, ed avvisano il Sovrintendente Denethor, padre di Boromir, dell' imminente attacco.


Nel frattempo Aragorn accompagnato dai fidi Gimli e Legolas, riesce a reclutare l' Esercito dei Morti, traditori che avevano mancato ad un giuramento fatto millenni prima, destinati a non morire fino a che non avessero adempiuto alla promessa.


Con il loro aiuto riescono a sconfiggere la flotta di pirati che si apprestava ad assalire Minas Tirith dal porto e chiuderla in un assedio letale.


Nel frattempo l' esercito di Rohan, chiamato in soccorso dall' accensione dei Fuochi di Segnalazione, raggiunge i suoi alleati sulle Pianure del Pellenor ove dopo una lunga battaglia Re Theoden muore, colpito dal   Re Stregone di Angmar capo indiscusso dei 9 Spettri Nazgûl, e viene vendicato da sua nipote  Èowyn, l' unica essere mortale a poter sconfiggere il malvagio spettro perchè era una donna.

La battaglia è vinta, ma la guerra non è ancora conclusa: l' Anello ancora non è stato distrutto e per dare una possibilità a Frodo di portare a termine la sua missione, i Capitani dell' Ovest decidono di organizzare una sortita al Nero Cancello, sperando così di trattenere l' attenzione  dell' Occhio che non dorme mai e sviarla da quanto stava accadendo all' interno del suo stesso Regno.



" Non posso portare l' Anello,
ma posso portare Voi, Padron Frodo"

Con l'aiuto di Sam, Frodo riesce a liberarsi dagli Orchi e a scappare dalla torre dov'era rinchiuso. 


Raggiunta infine la voragine del Monte Fato, vengono attaccati da Gollum, che dopo averli seguiti vuole riprendersi l' Anello ed ingaggia una colluttazione con Frodo riuscendo nel suo intento dopo aver staccato un dito allo Hobbit.


Questa vittoria però è di breve durata, dato che mentre si bea dell' aver ritrovato il "ssuo tesssoroo", Gollum mette un piede in fallo e cade nella voragine piena di lava ribollente del Monte Fato distruggendo così una volta per tutte il maledetto oggetto e nel contempo perdendo la vita per seguire un' ossessione durata molti secoli.


Sauron è ormai distrutto e Frodo e Sam vengono portati in salvo dalle Aquile.


Tornati a Minas Tirith, Aragorn viene incoronato Re dei Regni Riuniti di Arnor e Gondor e può sposare l'Elfa di cui è innamorato, Arwen, figlia di Re Elrond, che per lui ha rinunciato al dono dell' immortalità degli Elfi.


Altri matrimoni suggellano le antiche alleanze oramai rinsaldate e destinate a predurare nei secoli: Faramir, fratello minore del compianto Boromir, sposa Eowyn, suggellando un unione tra i regni di Gondor e di Rohan, il cui re oramai è diventato Èomer dopo la morte dello zio.

"Non vi dico Non piangete, perchè non tutte le lacrime sono un male"

Sciolta la Compagnia, ognuno torna nelle sue terre e così fanno anche gli Hobbit.


Purtroppo scoprono che la loro amata Contea è caduta preda degli inganni di Saruman, riuscito a fuggire dalla sua prigione di Isengard, e del suo consigliere Vermilinguo, che in un attacco d' ira lo uccide ala schiena per poi finire trafitto da una freccia.


Ha così dunque fine la GUERRA DELL' ANELLO!


Sam usa i doni donatigli dagli Elfi per far rinascere la COntea e convola a nozze con la bella Rose Cotton, dalla quale ebbe diversi figli.


Frodo invece, non riesce a trovare pace nel suo animo, per le avventure passate, per gli amici persi ed anche per la ferita inflittagli a Colle Vento.

Così, dopo molti anni, decide di salpare dai Porti Grigi assieme a  Bilbo e Gandalf nel loro viaggio verso le Terre Immortali  degli Elfi.




L' ultimo Portatore dell' Anello.

Il libro si conclude con il riassunto degli ultimi anni che i vari componenti della Compagnia hanno vissuto nei loro rispettivi angoli di mondo, e per ultimo viene dato il giusto risalto alla figura di Samvise Gamgee, che dopo la morte della sua amata Rose, dona il Libro Rosso dei Confini Occidentali,  il resoconto delle avventure scritto dai suoi mentori ed amici Bilbo e Frodo alla sua primogenita  Elanor e parte anche lui dai Porti Grigi verso le Terre Immortali degli Elfi: l' ultimo Portatore dell' Anello.


Ha così fine la storia di una grande Amicizia, fatta di sacrificio e volontà, di ideali e tradimenti, di perdoni e ineluttabilità. 


Così si sciolse la Compagnia dell' Anello.

Conclusioni

Dare una connotazione all' opera di Tokien richiederebbe una capacità di giudizio che non mi è propria: posso solo limitarmi ad esprimere immenso stupore e reverenziale timore dinnanzi a tale maestosa opera.


Ogni volta che la leggo nel libro, o che me la guardo nel film, ( e capita a cadenza di ogni due anni) quest' opera lascia in me un senso nuovo di innovazione, ma al contempo da la stessa sensazione dell' aver ritrovato il nostro migliore Amico, quando finalmente torniamo casa dopo un  viaggio durato un' eternità.


Ecco: leggere il Signore degli Anelli è esattamente come tornare A CASA.


NB: TUTTE  le immagini sono tratte dai 3 film de "Il Signore degli Anelli" e sono dei rispettivi proprietari.

by Mauro Zorzini